Migranti in Albania, andata e ritorno. Il terreno di uno scontro che sta tenendo acceso e sempre più pesante il confronto tra il Governo e le opposizioni. Da una parte c’è una procedura d’infrazione presentata dal Pd, M5S e da AVS, nel frattempo la decisione dei giudici del Tribunale di Roma di far tornare indietro i 12 migranti che erano appena arrivati in Albania nell’ambito della nuova collaborazione tra i due paesi.

Il tanto decantato modello che è stato stoppato e bloccato dai giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma con i migranti che dovranno tornare immediatamente in Italia. E tutto ciò anche se le richieste di asilo avanzate dai dieci egiziani e dai due bangladesi siano state respinte dalle Commissioni territoriali.

Sono due materie che hanno competenza diverse, ma è altrettanto vero che sono anche due decisioni opposte che non potevano creare un trambusto politico di grande rilievo, con il Governo che se la prende con la magistratura, rea di aver dato seguito alle indicazioni delle opposizioni. Almeno è quello che fanno capire dal Governo e da tutta la maggioranza, con il presidente del Consiglio che da Beirut non fa che sottolineare il suo disappunto.

Migranti in Albania, la procedura d’infrazione che ha fatto arrabbiare Meloni che pubblica tutto su X

Insomma, una giornata di ordinaria follia sia da una parte che dall’altra. E che l’Italia non è che ci faccia una gran figura dal punto di vista istituzionale non tanto e solo per il Governo, ma anche chi è all’opposizione e sempre gli interessi dell’Italia deve tutelare. Di sicuro, se i giudici hanno ritenuto rimandare indietro i migranti, qualcosa di anomalo nella legge e nei diritti a livello internazionale c’è, tanto che in qualche modo l’ha ammesso anche la stessa Premier che, per l’occasione, ha convocato per lunedì un Consiglio dei Ministri per “superare l’ostacolo” che si è messo davanti.

Va diritta al punto ed è sicura di riuscire ad ottenere quello che vuole, ovvero che l’accordo tra Italia e Albania non abbia problemi di alcun genere per questo svela una notizia di aver convocato “un consiglio dei ministri per lunedì prossimo per risolvere questo problema“, precisando che servirà “per approvare delle norme per superare questo ostacolo perché penso che non spetti alla magistratura dire quali sono i Paesi sicuri ma al governo

La decisione presa dai giudici l’ha seccata parecchio, anche se per una questione tecnico-legale non può dire di più e si deve attenere alla decisione del Tribunale di Roma, ma sulla procedura d’infrazione portata avanti dal Pd, dal M5S e da AVS è una furia. Non l’ha mandata giù e lo dice a chiare note anche perché secondo la Presidente del Consiglio è “una decisione contro i cittadini italiani” e aggiunge che fatta da partiti italiani di chiedere all’Europa di sanzionare l’Italia è “una vergogna” e “uno scandalo”.

Non contenta Giorgia Meloni, si mette a postare su X il testo con cui il Pd, M5S e AVS hanno depositato presso la Commissione Europea l’istanza per la procedura d’infrazione, con tanto di premessa rivolgendosi agli italiani: “Questo è il testo con il quale i parlamentari del Pd eletti al Parlamento Europeo chiedono all’Europa di aprire una formale procedura di “, infrazione contro l’Italia“, scrive la Premier riferendosi ai parlamentari dell’opposizione.

“Vostri rappresentanti che definiscono ‘illegale’ un provvedimento votato dal Parlamento italiano solo perché loro non lo condividono – sottolinea – vostri rappresentanti che propongono che l’Italia sia punita, perché la maggioranza dei suoi cittadini ha scelto il centrodestra per governare la Nazione e ha chiesto al governo di fermare l’immigrazione illegale di massa”.

“Questi sono i ‘democratici’ che, contro la volontà della maggioranza degli italiani, chiedono il sostegno esterno per costringere l’Italia a non rispettare la volontà della maggioranza dei suoi cittadini. Un comportamento semplicemente scandaloso e irresponsabile. E non c’entrano né destra né sinistra: c’entra solo il fatto che sono disposti a danneggiare l’Italia tutta pur di colpire un Governo a loro non gradito”, conclude.