Marco Rizzo sempre col suo stile sopra le righe e decisamente critico verso l’operato dell’attuale governo di centrodestra. Oggetto del contendere i Cpr in Albania: 16 migranti sono stati riportati in Italia su ordine di un tribunale di Roma.
La decisione ha sollevato polemiche fra i partiti di governo e nelle opposizioni, che si rimpallano da un lato la politicizzazione della giustizia e dall’altro lo sperpero di risorse italiane per un progetto destinato a fallire.
Rizzo colpisce sia gli uni che gli altri: non serve per difendere i confini il sovranismo di cartone, ma nemmeno piegarsi alle istituzioni europee. Il fondatore del Partito Comunista ha la sua proposta per risolvere la questione migranti.
Migranti Albania, Rizzo: “Questo sovranismo di cartone non porta da nessuna parte, aiutiamoli diversamente”
Quando gli opposti si attraggono: poteva esser anche questo il titolo dell’incontro fra Marco Rizzo e Roberto Vannacci, avvenuto oggi 18 ottobre 2024 al Teatro Rossini, in Piazza Santa Chiara a Roma. Il Congresso di Meritocrazia Italia ha messo di fronte il fondatore del Partito Comunista con il generale che ha portato molti voti alla Lega alle ultime Europee.
Presentati come paladini del “politicamente scorretto”, Rizzo e Vannacci hanno dibattuto su quanto il famigerato “pensiero unico” ormai abbia preso possesso delle istituzioni europee modificandone linguaggi e programmi.
L’attualità però chiama e la decisione di un tribunale di Roma di riportare in Italia 16 migranti dai Cpr (perché i paesi da cui provengono non sono considerati paesi sicuri dalla Corte di giustizia europea) in Albania è diventato argomento di forte dibattito politico.
Se Vannacci ha preferito non rispondere, affermando di aver già espresso il proprio pensiero in altre occasioni, Rizzo a Tag24 ha affidato una veloce battuta su un argomento che a lui gli sta molto a cuore: gli sbarchi di migranti e la loro circolazione in Europa serve solo a mantenere intatta la macchina capitalista, e parlare di integrazione e di apertura dei confini è solo una mistificazione.
Concetto ribadito per l’appunto a Tag24, con l’aggravante che l’attuale governo di centrodestra parla tanto di difesa dei confini ma che in realtà tende a piegarsi alle decisioni europee:
Lo stato di diritto ed il diritto internazionale non esistono: esistono i rapporti di classe fra gli stati, innanzitutto; se questo è vero ci rendiamo contro che un sovranismo di cartone non porta da nessuna parte. Se per portare 18 migranti abbiamo speso solo 20mila euro di spese, forse è meglio ridare l’Africa agli africani, cambiando la predazione delle risorse delle multinazionali occidentali invece di arrivare a milioni verranno solo turisti dall’Africa.
La questione dei Cpr in Albania: come l’Europa giudica l’esperimento italiano
Il fatto che il viaggio dei 16 migranti sia terminato pochissimo tempo dopo il loro arrivo in Albania ha fatto in modo di accendere ancora di più lo scontro fra maggioranza ed opposizione. PD, M5S, AVS e +Europa sono concordi nell’indicare che l’Italia abbia sprecato in modo vergognoso e inaccettabile milioni di euro in un progetto che si sapeva sarebbe stato stoppato dalla magistratura.
In maggioranza invece si parla di toghe politicizzate, di “giudici rossi” che preferiscono abolire i confini italiani e far arrivare qui in modo incontrollato moltissimi migranti irregolari. A sostegno di questa posizione, soprattutto da FdI, si citano anche le opinioni positive che dalla Gran Bretagna, dalla Francia e persino da Usrula von der Leyen erano arrivati per i Cpr in Albania.
Grecia, Cipro, Austria, Malta, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Ungheria sono gli altri paesi europei che hanno espresso interesse per l’idea italiana di delocalizzare i migranti alle frontiere europee, mentre il Belgio aveva nutrito diversi dubbi sull’impianto giuridico della questione. Le posizioni in Europa sono quindi molto diverse.
I dati sull’immigrazione verso l’UE indicano, secondo Frontex, un generale calo a seconda della tratta analizzata: se quella balcanica e spagnola sono a fasi alterne molto trafficate, quella verso l’Italia ha visto un calo del 64% degli sbarchi. Successo della strategia del governo Meloni o fenomeno aiutato anche da fattori esterni (costi delle traversate, meteo, ecc.)?
La risposta sembra esser diventata prettamente politica, nel senso che a seconda degli schieramenti si sceglie l’una o l’altra cosa. C’è da dire anche che la strategia italiana, se fermata così presto, può rappresentare una doccia fredda per gli altri paesi europei: al di là degli attestati di stima o interesse arrivati per Meloni, nessuno ha però iniziato a progettare centri simili in altre zone al confine con l’UE.
La risposta del governo con Mollicone: “L’Europa riconosce che fare hotspot fuori dal paese è corretto”
Dal governo, specie da FdI, è tutto un proliferare di commenti che accusano – come accennato – i giudici romani di aver preso una decisione politica e che si appoggiano ai commenti positivi che anche Ursula von der Leyen aveva elargito nei confronti della costruzione dei Cpr in Albania.
FdI lamenta anche che le sue decisioni sull’immigrazione vengano ostacolate nonostante molte persone, anche all’estero, indicano nel fenomeno una delle questioni centrali che l’UE deve affrontare. Anche il deputato meloniano Federico Mollicone ha voluto commentare la vicenda, in occasione del red carpet alla Festa del Cinema di Roma:
E’ il solito film, con la solita trama e con un finale già conosciuto: quando la sinistra perde le elezioni e non ha modo di influire sul governo della nazione, usa l’aiutino dei magistrati sinceri democratici che impugnano gli atti del governo.