C’è un video. Un filmato che immortala gli ultimi attimi di vita di Eros Di Ronza, il 37enne che lo scorso 17 ottobre mattina è stato ucciso a forbiciate durante un tentativo di furto a un bar della periferia sud di Milano. Sono da poco passate le 5 quando l’uomo, insieme a un complice, arriva, a bordo di uno scooter 125 rubato la notte precedente in via Giovanni da Cermenate. Pochi minuti dopo, l’aggressione mortale.

Eros Di Ronza ucciso a forbiciate a Milano: online un video che immortala il tentativo di furto e l’aggressione

A riprendere tutto è una telecamera di videosorveglianza installata proprio davanti al locale. Le immagini sono nitide: mostrano Eros Di Ronza e il complice, un 48enne italiano, arrivare in sella al motorino e poi iniziare a “lavorare” sulla saracinesca con un cric.

Sono da poco passate le 5 del mattino di giovedì 17 ottobre. Mentre il 48enne fa da palo, tenendo d’occhio la strada, Di Ronza riesce a crearsi una via d’accesso al bar, intrufolandosi dentro e buttandosi sui gratta e vinci, avviandosi poi verso l’uscita.

È lì che qualcuno lo sorprende: mentre sta strisciando fuori, una terza persona apparsa sulla scena dopo l’accensione dell’allarme dell’antifurto colpisce lui e il 48enne con un paio di forbici. C’è del trambusto. Una colluttazione. Tutti i presenti si allontanano, correndo, dall’inquadratura.

Una cinquantina di metri più avanti Di Ronza muore. Secondo i primi accertamenti medico-legali sarebbe stato colpito venti volte. Il complice riesce a fuggire, fa perdere le sue tracce: nel pomeriggio, dopo intense ricerche, i poliziotti lo identificano e iscrivono il suo nome nel registro degli indagati per tentato furto.

La sua identità non è nota. Si conosce, invece, quella dei due fermati per omicidio in concorso: Liu Chongbin, 49 anni, marito della titolare del bar, e il nipote Zhou Shou, di 30, entrambi cinesi. Sarebbe stato quest’ultimo a chiamare i soccorsi. “Venite, c’è un uomo che sta morendo”, avrebbe detto loro. Al loro arrivo però per il 37enne non c’era già più niente da fare.

Il punto di vista della difesa

Chongbin e Shou sono difesi dagli avvocati Eugenio Rogliani e Simone Ciro Giordano, che ai cronisti hanno già spiegato di voler invocare la legittima difesa. “Non sono persone rabbiose e violente, hanno sempre vissuto del proprio lavoro e non hanno mai recato danno o disturbo a nessuno”, le loro parole, riportate dall’Adnkronos.

Sembra che fossero già stati presi di mira. Secondo i residenti “erano esasperati”. Come lo era Mario Roggero, il gioielliere di Grinzane Cavour (Cuneo) che nel 2021 inseguì e uccise a colpi di pistola due dei tre uomini sorpresi a rubare nel suo negozio. La difesa ne aveva chiesto l’assoluzione per “legittima difesa”; lo scorso dicembre la Corte d’Assise di Asti lo ha condannato a 17 anni per duplice omicidio e tentato omicidio.

Chi era la vittima, pregiudicata con figli

Padre di tre figli, Di Ronza aveva precedenti per rapina, furto e ricettazione. Appena un mese fa, secondo La Repubblica, era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, venendo sottoposto dal giudice all’obbligo di firma. “Non sei mai stato uno stinco di santo, ma sapevi come farmi ridere…”, scrive sui social un’utente.

C’è chi si chiede se una vita valga così poco, se possa equiparata a un mazzo di gratta e vinci. E condanna il comportamento dei due fermati senza scusanti. Chi invece esprime loro solidarietà, sostenendo che la vittima, in pratica, “se la sia cercata”.

È un tema caldo. Un tema che aveva già diviso l’opinione pubblica sul caso di Franco Iachi Bonvin, condannato a 5 anni per omicidio volontario per aver sparato a un rapinatore, uccidendolo.