È innegabile: il porno è ovunque e svolge un ruolo trainante nello sviluppo di nuove tendenze. Spesso, le innovazioni tecnologiche vengono sperimentate proprio in questo settore, e su Internet si spendono 3.000 dollari al secondo per accedere a contenuti pornografici. Le video chat erotiche registrano una crescita costante del 25% all’anno, e le nuove tecnologie migliorano sempre più l’immersività dell’esperienza. Basti pensare che le ricerche su Google di “VR Porno” sono aumentate del 10.000% solo nell’ultimo anno.

Anche su Instagram, social dedicato alla condivisione di immagini, non mancano strategie ingegnose per pubblicare contenuti espliciti. Con i tag giusti, è possibile accedere a una sorta di zona “a luci rosse” nascosta, anche se per qualcuno queste luci possono sembrare più “rosa”. Le regole della piattaforma di Meta sono chiare: le immagini esplicitamente pornografiche sono vietate. Tuttavia, molti contenuti riescono a sfuggire ai controlli e superano i filtri.

I contenuti hot spopolano su Instagram: difficile distinguerlo da un sito hard

Il fenomeno ha subito un’accelerazione a partire dal 2020, complice la pandemia e la crescente popolarità di OnlyFans, piattaforma online per adulti. Su Facebook esistono pagine come OnlyFans Promo, che raccolgono migliaia di iscritti e riuniscono numerose creator italiane di contenuti per adulti. Inoltre, online sono facilmente reperibili guide pratiche su come promuovere i profili di OnlyFans proprio attraverso Facebook.

Tuttavia, è su Instagram che si raggiungono i numeri più importanti. Qui spiccano profili seguiti da milioni di follower, che hanno imparato a muoversi con abilità all’interno dei limiti imposti dal social, scoprendo esattamente quanto possono mostrare senza violare le regole: abbassano il reggiseno e le mutandine fino al limite consentito, si spingono al massimo senza mai eccedere, diventando maestre nell’eludere le restrizioni della piattaforma che ogni tanto, anche grazie a qualche segnalazione, interviene bannando alcuni profili troppo espliciti.

È importante sottolineare che questi video compaiono nei feed (sequenza di contenuti che può essere consultata scorrendo la pagina) degli utenti senza alcuna ricerca specifica, indipendentemente dall’età. Potresti imbatterti in un reel (video) a sfondo erotico sia che tu abbia 30, 40 o 50 anni, sia che tu ne abbia solo 14 (anche se in teoria per accedere al social di Meta bisognerebbe essere maggiorenni).

Una serie di verifiche rapide e ricerche online ha confermato empiricamente il fenomeno. Diversi utenti ci hanno raccontato di incontrare reel di questo tipo con un ritmo molto frequente: uno ogni cinque, tre o addirittura uno su due. Nei loro feed, oltre la metà dei video è costituita da clip con ragazze provocanti e seminude che simulano atti sessuali o si spogliano in luoghi pubblici. Questi profili rimandano spesso a canali Telegram o a pagine su OnlyFans, dove è possibile accedere a contenuti aggiuntivi a pagamento.

I profili associati a questi contenuti sono tutti abbastanza simili: su Facebook, poche pubblicazioni (spesso solo un post fissato con il link a un canale Telegram) e decine di reel; su Instagram, invece, più post e storie, accompagnati da un link che indirizza a OnlyFans. La presenza di queste creator su Facebook merita una riflessione aggiuntiva. Perché utilizzano questa piattaforma? Non era popolata ormai solo da boomer? Anche se in parte è un luogo comune, la presenza massiccia di persone over 30 e over 40 è uno dei motivi che spinge queste ragazze a rimanere attive su Facebook. Infatti, quella fascia di pubblico adulto ha desideri simili a quelli dei giovani, ma dispone di maggiori risorse economiche e autonomia nelle scelte di spesa.

Il nuovo trend della fellatio simulata

Queste ragazze pubblicano contenuti hot su Instagram e Facebook per un motivo preciso: farsi conoscere e poi monetizzare sulle piattaforme a pagamento. Su OnlyFans infatti non esiste un vero motore di ricerca per i profili, quindi i creator utilizzano altri social per attirare traffico verso i loro contenuti in abbonamento. In secondo luogo, link diretti a OnlyFans non sono ben accetti su molte piattaforme online, mentre utilizzare servizi intermedi come linktree (che permette di creare una pagina unica dove condividere tutti i link del proprio profilo social e del proprio sito web) da diffondere attraverso Instagram e Facebook rende la promozione più efficace e accettabile.

Facile intuire come, per emergere tra i tanti profili, le ragazze cerchino di spingersi sempre più oltre, proponendo contenuti al limite della pornografia. Di recente, sta prendendo piede un nuovo trend: quello delle fellatio simulate. Molte “creator” fanno leva sulla passione del pubblico maschile per questa pratica sessuale, simulando in video rapporti orali, sia con pose allusive, sia in maniera più esplicita con oggetti o con primi piani della bocca (rigorosamente con labbra molto carnose, nella maggior parte dei casi rifatte).

Una delle creator attualmente più popolari è Ambra Bianchini, ideatrice del “Calippo tour”, che sfrutta in pieno questo trend. La giovane, sulla scia del “pompa tour” di Paola Saulino, ha ideato un progetto provocatorio: viaggia per l’Italia incontrando alcuni selezionati fan per “mangiare i loro calippi”, espressione chiaramente associata a un doppio senso sessuale. In tante la stanno imitando anche se questi “giri d’Italia” sembrano nascondere dei lati oscuri. Come riporta Il Fatto Quotidiano, le ragazze coinvolte sarebbero sotto il controllo di agenzie che gestiscono i loro guadagni, amministrano i profili social e stabiliscono con chi devono avere rapporti, senza lasciare loro la possibilità di opporsi.

E Meta cosa fa?

Meta, la società che fa capo a Facebook e Instagram, sottolinea di voler garantire agli utenti libertà di espressione, pur tutelando la community e in particolare i più giovani. Inoltre, per mantenere un ambiente sicuro, l’azienda utilizza sia strumenti di intelligenza artificiale per individuare automaticamente le violazioni, sia moderatori umani per interpretare il contesto dei contenuti. Dati forniti da Meta indicano che tra ottobre e dicembre 2023, la presenza di contenuti di natura sessuale su Instagram era dello 0,05%-0,06% (5-6 contenuti ogni 10mila). Di 10,9 milioni di post di nudo rimossi, il 96,8% è stato rilevato dall’IA prima che gli utenti potessero segnalarli.

Questi numeri sono significativi, ma non raccontano tutta la storia. Non spiegano, ad esempio, quanti contenuti riescano comunque a sfuggire ai controlli. Il punto non è la presenza di nudo esplicito o pornografia in violazione delle regole, ma piuttosto il dilagare del cosiddetto soft porn: allusioni, simulazioni, immagini che evocano ma non mostrano apertamente atti sessuali.

Per capire la posizione di un colosso con quasi 4 miliardi di utenti attivi, bisogna partire dalla questione centrale: mostrare tutto ciò che è consentito, ma non un millimetro oltre. Anche se ciò che viene mostrato può sembrare inappropriato, finché non viola le regole, non può essere censurato. Ad esempio, una foto con capezzoli coperti, pixellati o sfocati, oppure nascosti da una maglia trasparente, non può essere rimossa, perché non infrange ufficialmente le policy.

C’è poi un’altra questione, meno visibile agli utenti ma rilevante per Meta: gestire problemi di moderazione ben più gravi, come pedopornografia, violenza, droga, armi e bullismo. Inoltre, le sue policy devono essere valide ovunque nel mondo, nonostante differenze culturali e morali. Ciò che è accettabile in un Paese potrebbe essere inaccettabile altrove. Quindi, come stabilire un equilibrio? Allinearsi agli standard del Paese più severo o di quello più permissivo? In entrambi i casi, si rischia di scontentare una parte della community.