Un botta e risposta molto duro è andato in scena nella vetrina di X (ex Twitter). Al centro dello scontro social, che ha visto protagonisti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta, è la tanto discussa legge di bilancio 2025 approvata in questi giorni dal Consiglio dei Ministri.

In particolare, il medico ha aspramente contestato un tweet in cui la premier difendeva l’operato del suo governo in materia di sanità, presentando cifre definite da “record“. Numeri alla mano, infatti, Cartabellotta ha smontato la narrazione della leader di Fratelli d’Italia, ottenendo il plauso del Partito democratico.

La sanità è, infatti, il cavallo di battaglia delle forze di opposizione per denunciare da mesi le politiche dell’esecutivo, ritenute colpevoli di lasciare in ginocchio il servizio sanitario pubblico in favore dei privati.

Legge di bilancio 2025, su X lo scontro Cartabellotta-Meloni sulla sanità

Come capita sempre in questo periodo dell’anno, in cui si rincorrono dati, indiscrezioni e annunci sulla manovra finanziaria del governo di turno, a scatenare la polemica sono stati i proclami della maggioranza dopo l’approvazione in CdM.

Molto ‘rumore’, in particolare hanno fatto i 3,5 miliardi in due anni del contributo delle banche per finanziare proprio la sanità pubblica e privata. Un risultato notevole per l’esecutivo, sia per lo sforzo supplementare richiesto e ottenuto dalle banche, sia per l’impatto descritto come senza precedenti sul Servizio Sanitario Nazionale (Ssn).

Un tono trionfalistico usato oggi, 17 ottobre 2024, anche dalla stessa premier Meloni sulla piattaforma dell’amico Elon Musk, allo scopo di confutare le “molte falsità” a suo dire circolate sull’argomento negli ultimi giorni. “Mistificazioni“, come le definisce, alle quali risponde con i numeri che raccontano di un record della storia d’Italia per il fondo sanitario nazionale.

Cifre e affermazioni contestati dal presidente della Fondazione Gimbe che, nel giro di poche ore, risponde al tweet della premier, accusandola di fare più confusione andando a sommare, nei suoi calcoli, “le risorse assegnate alla sanità in due Leggi di Bilancio: 2024 e 2025. Poi l’affondo, con l’invito a Meloni a lasciar stare i record, “altrimenti citiamo come triste primato i 4,5 milioni di persone che non si curano più“.

Sulla sanità l’opposizione torna all’attacco del governo

Cartabellotta conclude il suo post polemico con un hashtag eloquente che recita salviamo il Ssn, che il presidente Gimbe vede minacciato dalle politiche dell’esecutivo, da lui già denunciate ai tempi della riforma dell’autonomia differenziata, accusata di svantaggiare la sanità del Meridione.

Un intervento, il suo, molto apprezzato dal Partito democratico che, con dal suo account X, risponde a sua volta alla presidente del Consiglio riproponendo la replica di Cartabellotta con l’aggiunta di un laconico: Non vi crede più nessuno.

Proprio la sanità è, infatti, uno dei temi su cui l’opposizione ha sempre mantenuto la propria compattezza, molto fragile, invece, su altre questioni. Un coro unanime di critiche durissime si sono, dunque, susseguite nelle ultime ore, con toni non molto diversi da quelli usati da Cartabellotta.

Elly Schlein, ad esempio, dichiara che “la spesa sanitaria sul Pil in Italia è ferma“, citando le percentuali di investimento previste (6,3%, 6,4% e 6,2% per i prossimi tre anni sul Prodotto Interno Lordo). La segretaria dem conclude accusando la destra di agevolare una privatizzazione strisciante che fa sì che le persone in Italia non riescono più a curarsi.

Parla di imbroglio, poi, Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra definendo la cifra stanziata “ridicola” a fronte di quelle che sono le reali esigenze del Ssn. E la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, gli fa eco parlando di briciole per l’anno prossimo e promesse per il 2026, riferendosi ai 90o milioni scarsi disponibili per il 2025, e all’impegno di investire 3 miliardi nel 2026.