L’Ape Sociale è stata prorogata fino al 2028. Un’ottima notizia per tutti i lavoratori in possesso dei requisiti necessari di accesso a uno strumento di pensionamento anticipato.

Anche se lo spazio dedicato al capitolo pensioni è molto limitato, ci sono comunque alcune novità, o meglio, riconferme. Una di queste è proprio l’Ape sociale, che ha già garantito a molti lavoratori la possibilità di uscita in anticipo dal lavoro.

La misura è stata prorogata e rifinanziata con un cospicuo aumento dei fondi, a dimostrazione dell’importanza attribuita a questa formula.

Ape Sociale prorogata fino al 2028

Introdotta nel 2016, l’Ape sociale è una forma pensionistica anticipata, riservata solo a specifiche categorie di lavoratori che si trovano in particolari condizioni di vulnerabilità economica o sociale.

Misura che, fino a poco tempo fa, era molto in dubbio su una sua possibile proroga anche al 2025. Alla fine, l’Ape sociale è stata prorogata fino al 2028. Una più che buona notizia per tutti i lavoratori che si trovano in condizioni di fragilità e che permette, in alcuni casi, di andare in pensione con uno sconto di 43 mesi sull’età.

Si tratta di una misura che offre un sostegno economico e contribuisce, al contempo, a favorire un graduale avvicinamento al pensionamento senza interruzioni di reddito. Infatti, garantisce un’indennità ai lavoratori gravosi fino alla pensione.

Oltre alla prorogata, anche gli stessi fondi sono aumentati:

  • 20 milioni di euro per il 2025;
  • 30 milioni di euro per il 2026;
  • 50 milioni di euro per il 2027;
  • 10 milioni di euro per il 2028.

Tralasciando un attimo l’aspetto economico, la proroga dell’Ape sociale rappresenta anche un importante passo in avanti da un punto di vista sociale. L’anticipo pensionistico per le categorie più fragili e vulnerabili è sicuramente un valore aggiunto, a garanzia di un’uscita più dignitosa dal mondo del lavoro.

Chi può andare in pensione con l’Ape sociale

L’Ape sociale è una forma pensionistica anticipata rivolta esclusivamente a determinate categorie di lavoratori.

Ecco quali sono le condizioni da rispettare:

  • Requisito anagrafico: 63 anni e 5 mesi d’età al momento della domanda;
  • Requisito contributivo: 30 anni di contributi e, per i lavoratori impegnati in attività considerate gravose, 36 anni, ridotto a 32 per alcune specifiche categorie;
  • Non essere titolari di pensione diretta al momento della presentazione della domanda.

Per quanto riguarda le donne, inoltre, è prevista una riduzione dei requisiti contributivi pari a 12 mesi per ogni figlio, ma fino a un massimo di due anni.

Possono sembrare molto stringenti, ma i requisiti sono pensati appositamente per garantire che lo strumento venga usato solo da chi ha bisogno di un sostegno economico negli ultimissimi anni della propria carriera lavorativa. I beneficiari possono fruire di 1500 euro mensili, erogati in dodici mensilità dall’INPS.

Quali sono le compatibilità dell’Ape sociale

Una caratteristica rilevante dell’Ape sociale è la sua compatibilità con altre attività lavorative. Sono consentite, in alcune forme, seppur con alcune limitazioni.

Al momento della presentazione della domanda, è obbligatorio aver cessato qualsiasi forma di attività lavorativa di tipo subordinato, autonomo o parasubordinato. È prevista, però, una deroga per chi svolge attività di lavoro autonomo occasionale.

È possibile percepire l’Ape sociale, a condizione che il reddito derivante da tali attività non sia superiore a 5000 euro lordi annui. Superata tale soglia, il beneficiario delle prestazioni perde inevitabilmente il diritto a ricevere l’indennità. Inoltre, il beneficiario sarà chiamato a restituire quanto percepito fino a quel momento.

Quali sono le incompatibilità dell’Ape sociale? Lo strumento della pensione anticipata non è compatibile con i trattamenti di sostegno al reddito legati alla disoccupazione involontaria. Questo, forse più che gli altri, è un aspetto che rende l’Ape sociale molto circoscritta e particolarmente mirata solo a determinate categorie di potenziali beneficiari.