Il rapporto tra il bonus anziani e l’indennità di accompagnamento è attualmente oggetto di discussione, anche a causa della confusione generata dalla recente riforma dell’indennità. A partire dal 1° gennaio 2025, entrerà in vigore la riforma della prestazione universale per le persone anziane. Tuttavia, permane l’incertezza su un aspetto fondamentale: la possibilità di beneficiare contemporaneamente di entrambe le misure senza correre il rischio di perdere il diritto a una delle due.
È importante ricordare che la riforma della prestazione universale si inserisce in un piano dettagliato, volto non solo a garantire una distribuzione più tempestiva delle risorse, ma soprattutto a migliorare concretamente le condizioni di vita quotidiana di una fascia di popolazione fragile e bisognosa di assistenza costante. Pertanto, è essenziale approfondire le caratteristiche principali delle due misure.
Bonus anziani e indennità di accompagnamento
Il governo italiano continua a sostenere la distribuzione di nuovi aiuti alle famiglie, avendo, infatti, come raccontato da Tag24.it, inserito nuove risorse nella legge di Bilancio 2025 rispetto all’anno precedente. Ciò ha permesso di ridisegnare la mappa dei benefici, agevolazioni e contributi a favore dei nuclei familiari con nuovi nati, ma anche per la presenza di persone anziane over 80.
Così, pur sostenendo la crescita economica del Paese guardando alla redditività delle aziende, si mantiene stabile il flusso dei contributi in favore delle persone fragili. Un dato certo è che dal 1° gennaio 2025 entrerà a regime la nuova prestazione universale per gli anziani, in aggiunta all’indennità di accompagnamento.
Chi prende l’accompagnamento ha diritto al bonus?
Le persone non autosufficienti che superano gli 80 anni potranno ottenere una somma di denaro aggiuntiva rispetto alle prestazioni assistenziali già in essere.
Pertanto, coloro che percepiscono l’indennità di accompagnamento pari a 531,76 euro e che risultino beneficiari della nuova prestazione universale pari a 850 euro al mese, avranno diritto a un aumento complessivo pari a 1.381,76 euro.
Per quanto riguarda i requisiti previsti per l’erogazione delle due misure, è indispensabile considerare almeno due punti:
- la nuova prestazione universale è condizionata sia dai requisiti sanitari che da quelli reddituali. La commissione medica ASL–INPS viene chiamata a valutare le condizioni di gravità e necessità assistenziale previste per l’accesso al nuovo contributo. Tuttavia, nonostante un verbale positivo della commissione, chi possiede un reddito superiore a 6.000 euro non avrà diritto alla prestazione;
- l’indennità di accompagnamento viene rilasciata sulla base del requisito sanitario. Ciò significa che la commissione medica ASL–INPS deve accertare le condizioni di vita del richiedente, in particolare l’impossibilità di deambulare o l’incapacità di compiere le azioni quotidiane senza l’aiuto di un accompagnatore.
Quanto prende un invalido al 100% con l’accompagnamento nel 2025?
Per il 2025, sono previste diverse novità per quanto riguarda l’importo dell’indennità di accompagnamento, che sarà rivalutato. Si prevede quindi un aumento dell’importo pari a 531,76 euro per le dodici mensilità dell’anno prossimo.
Tuttavia, se non si soddisfano i requisiti reddituali per il bonus anziani, non sarà applicata la prestazione universale, e quindi non si avrà diritto agli 850 euro mensili.
Se, invece, si soddisfano tali condizioni, che prevedono un reddito ISEE fino a 6.000 euro, si avrà diritto a un aumento complessivo fino a 1.381,76 euro, ovvero la somma delle due prestazioni assistenziali.
Bonus anziani: quando l’INPS toglie l’indennità di accompagnamento?
Attualmente, l’INPS sospende l’erogazione dell’indennità di accompagnamento in caso di un ricovero superiore a 29 giorni a carico dello Stato.
Tuttavia, dopo la fase sperimentale della prestazione assistenziale universale, è possibile che la misura venga rimodulata accorpando anche l’indennità di accompagnamento.
L’obiettivo del governo italiano è quello di rafforzare le prestazioni assistenziali attraverso l’introduzione di una misura unica, di carattere universale, capace di rispondere alle esigenze della popolazione fragile.
La scelta finale sarà condizionata dai dati sul cambiamento demografico, dalla sostenibilità della misura e, soprattutto, dalla semplificazione della procedura di assistenza. Si mira a un sistema di prestazioni più personalizzato, pronto a reagire con rapidità ed efficacia per soddisfare le esigenze degli anziani, garantendo la disponibilità tempestiva di contributi assistenziali.