Svolta storica per l’Italia: il Senato ha approvato definitivamente ieri, 16 ottobre 2024, il disegno di legge per la modifica all’articolo 12, comma 6, della Legge 40 del 2004, che renderà la maternità surrogata un “reato universale“. A volerlo Fratelli d’Italia, a prima firma della deputata Carolina Varchi, che si è detta soddisfatta: “È stata messa la parola fine a una barbarie“.
Di fatto, il disegno di legge prevede che il cosiddetto “utero in affitto” diventi illegale nel nostro Paese. Ciò prevede una pena detentiva da tre mesi a due anni per qualsiasi cittadino che ne faccia ricorso, anche all’estero, in Stati in cui la procedura per avere figli è legale. Oltre al carcere, però, il reato si accompagna anche di una multa da 600mila euro a 1 milione di euro.
Perché si è arrivati a questa proposta? E soprattutto, cosa è un reato universale?
Reato universale, cosa significa?
La Giurisprudenza non è materia facile, tuttavia, i suoi effetti impattano fortemente sulla vita quotidiana dei cittadini. O, almeno, sulle fasce di popolazione interessate da questa o quella norma in particolare. Esattamente come accadrà per tutte le coppie che desiderano un figlio, ma non riescono ad averlo.
Infatti, non sono pochi i casi di infertilità nel Bel Paese, con una percentuale che raggiunge i 15 punti, mentre nel resto del mondo si abbassa al 10-12%. Questo secondo i dati stilati nel 2019 dall’Istituto Superiore di Sanità.
Cosa fare allora? Per tanti uomini e donne la risposta è semplice: ricorrere a metodi alternativi. Fra questi, appunto, la gestazione per altri (GPA) o anche maternità surrogata, volgarmente etichettata come “utero in affitto“. La pratica consiste nell’inseminare una donna fertile, che si prenderà la responsabilità della gestazione per conto della coppia. A sua volta, quest’ultima si prenderà la potestà genitoriale sul neonato. Il tutto, ovviamente, viene regolamentato da un vero e proprio contratto fra le parti, con oneri e doveri di entrambi.
Il fatto di rendere la GPA un reato universale, significa che in qualsiasi parte del mondo la coppia decide di andare per usufruire di questa pratica sarà punita. Quindi, sarà passibile di condanna. Dunque, anche i Paesi in cui la maternità surrogata è legale, saranno costretti a punire i cittadini provenienti dall’Italia che ne fanno ricorso. Questo grazie a un altro importante concetto: la territorialità.
Uno Stato, infatti, può punire chi commette un reato sul proprio territorio, ma se il colpevole si reca in un altro Paese non potrà essere condannato per il medesimo crimine. Tuttavia, esiste la gravità dei delitti, che permette di espandere la territorialità, come nel caso degli omicidi o dei crimini di guerra.
Volendo fare un esempio concreto, si potrebbe dire che se Luca ruba una maglia in un centro commerciale in Francia, Parigi può punirlo con la pena più adeguata al furto, perché è avvenuto in territorio francese. Se, però, Luca commette il reato e va in Germania, quest’ultima non può punirlo. Diversamente, se Luca uccide Laura, allora potrà essere perseguito per omicidio ovunque egli vada.
Esempio di reato universale: la legge italiana sulla maternità surrogata
Certo, appare chiaro che la gestazione per altri e l’omicidio siano su due piani completamente diversi. Sopratutto se consideriamo che una non lede, né ferisce qualcuno, mentre l’altro è una volontaria – e non – soppressione della vita di un uomo da parte di un altro soggetto.
Tant’è che l’aula del Senato, dove ieri si è svolta la votazione (84 voti favorevoli e 58 contrari) del disegno di legge di FdI, ha visto apri dibattiti. Non solo, a complicare le cose anche il fatto che la GPA è vietata in Italia, ma in altri Paesi è perfettamente possibile.
Con la modifica del comma 6 della Legge 40/2004, di fatto, si è innalzata la gravità del ricorso alla maternità surrogata alla stessa attribuita ad altri reati universali, come la pedopornografia e quelli sopracitati.
Questo crea un nodo, perché solitamente i reati universali sono tali in quanto considerati da tutti estremamente gravi. E, inoltre, che il crimine sia tale anche nell’altro Stato dove è avvenuto, oltre che nel Paese d’origine.
La questione è da lungo tempo oggetto di scontro, dall’approvazione della proposta in Commissione Giustizia della Camera a luglio 2023. Sui due fonti – a voler semplificare – Destra e Sinistra. Se la prima batte il punto sulla riaffermazione dei diritti e degli interessi dei minori, impedendo che siano trattati come “merce di scambio“. La seconda, invece, replica che questo sia un vero e proprio “volgare attacco alle coppie omosessuali” e una “negazione dei diritti“.
Il dibatto è aperto e quantomai scottante, considerando che le ripercussioni potrebbero essere potenzialmente catastrofiche. Da un lato, tante coppie omosessuali, si vedranno negato il loro desiderio di diventare genitori. Dall’altro fra le coppie eterosessuali si creerà una spaccatura fra chi può economicamente permettersi di fruire la maternità surrogata all’estero – e, forse, rimanerci – e chi no. Oppure, ancora, che si sviluppi un mercato nero di madri in affitto.
Tutti questi scenari possibili, però, sono sovrastati da un’ombra: che ne sarà dei bambini?