Alan Friedman, fine esperto di economia e politica, e ultimamente ballerino di spirito, all’alba delle elezioni americane propone uno spaccato sul declino degli USA. Un impero che, come tutti, nasce, cresce, e si avvia al crepuscolo dopo ottant’anni di storia. Un lasso di tempo fulmineo che continua a trascinarci verso un declino destinato a durare, almeno dieci o vent’anni: quali sono gli errori che hanno inchiodato le amministrazioni?
Alan Friedman definisce il libro: “Molto critico, ma scritto col cuore”
“La fine dell’impero americano. Guida al nuovo disordine mondiale” – La Nave di Teseo – “è un libro che aiuta gli italiani a capire cosa sta succedendo in America – ha spiegato il giornalista di New York, in un’intervista in esclusiva a TAG24.IT – il capitolo su Trump e Harris aiuta a capire da dove vengono e cosa fanno, ma la tesi centrale vuole dimostrare che vinca l’uno o l’altra il declino dell’America è realtà.”
Gli errori dei presidenti che si sono succeduti
“La fine dell’impero americano sta vendendo bene, e un libro che ho scritto col cuore: parlo della schiavitù del ‘700/ ‘800 del popolo indigeno, del genocidio, e della creazione di un impero. E’ un libro dalle recensioni sono positive, l’ho scritto col cuore, ma non è facile perché molto critico. E’ una storia dove porto il lettore a capire cos’ha sbagliato Obama durante gli anni della primavera araba; quali sono stati gli errori di Bush; e l’arrivo di Trump che ha smantellato tutto. Attacco i miti principali: Kennedy ha portato l’America al disastro del Vietnam, con Bill Clinton porto nella stanza dei bottoni, alla Casa Bianca, e aiuto a capire cos’ha fatto per la globalizzazione. A lui non importava niente della disuguaglianza di redditi.”
Trump, il peggiore di tutti
“Trump vince il premio come peggiore presidente di sempre: non abbiamo mai avuto un delinquente senza scrupoli alla Casa Bianca, un pregiudicato, un condannato, razzista. Nel libro cito i militari che parlano di Trump come di un uomo che voleva sparassero sulle folle dei concittadini. Tutti gli imperi hanno un loro ciclo, un declino durato qualche secolo, quello dell’impero americano è il più veloce della storia.”
Dalla retorica alla realtà
“La fine dell’impero americano” vuole svelare verità celate dietro una fastidiosa retorica. I vari presidenti hanno voluto farci credere che erano lì per garantire equilibri e democrazia, ma “la verità è che erano lì per rendere sicuri i mercati per l’export americano. Ci sono tante bugie nella storia americana, come quello della schiavitù, dei popoli indigeni. Gli errori, e l’incompetenza di tanti presidenti la metto in rilievo: spiego come Obama ha mal gestito la Libia, come Bush ha fatto guerre inutili, e poi gli errori di Joe Biden nel disastro dell’Afganistan, dell’Agosto 2021.”
A quali prospettive va incontro un mondo senza un’America capace di gestire tutto?
“Vladimir Putin vuol distruggere il sistema che gli americani hanno creato. Nel libro cito il capo della CIA William Burns che ha detto che noi americani non siamo più in grado di plasmare l’ordine mondiale, e nell’ultimo capitolo spiego cosa vuol dire vivere un mondo che per dieci o vent’anni si troverà nel disordine. L’ascesa della Cina è inesorabile, continueranno le guerre e i conflitti. Mia moglie dice che è un libro che può indurre a un suicidio collettivo.”
L’appello di Alan Friedman agli amici del Cusano Media Group
Non solo intellettuale fine, conoscitore e promotore della storia degli Stati Uniti. Alan Friedman è prossimo a un agguerrito spareggio con Sonia Bruganelli, sabato, in occasione della quarta puntata di Ballando con le stelle, su Rai1. Per l’occasione, ha fatto un appello a tutti gli estimatori: “Signore e signori, sabato sera verso le 19.45, escono su Twitter, Instagram e Facebook le carte, devo fare uno spareggio contro Sonia Bruganelli, è importante che votiate per me: chiedo il vostro voto! Bisogna attendere prima delle 20, quando vedete le carte bisogna spingere sulla faccia di Giada Lini, e votare per il vostro Alan Friedman altrimenti sarò squalificato!”