Ancora stallo. In Vigilanza Rai per la ratifica del presidente del servizio pubblico, in Parlamento sul dossier Consulta, e adesso anche nella Giunta per le autorizzazioni della Camera. Tra maggioranza e opposizione si procede a colpi di ‘Aventino’.In attesa di capire come finirà il nono scrutinio per l’elezione di un giudice della Corte costituzionale – in agenda martedì 29 ottobre alle 12.30 nell’Aula di Montecitorio – il centrodestra decide di disertare nel giro di poche ore sia la seduta convocata al mattino a San Macuto per esprimere il parere vincolante per la nomina di Simona Agnes a presidente del Consiglio di amministrazione della Rai (ratifica su cui il centrosinistra non intende procedere) sia la seduta della Giunta per le autorizzazioni convocata per l’elezione del nuovo presidente dopo le dimissioni presentate da Enrico Costa in seguito al passaggio da Azione a Forza Italia. Un’assenza, quest’ultima, per Avs “ingiustificata e ingiustificabile”, e da leggere “più come dispetto che posizione politica”.
Si lavora per sbloccare l’impasse
Secondo i rumors, a prendere il posto di Costa dovrebbe essere l’attuale vicepresidente della Giunta Devis Dori, deputato proprio di Avs. “Non sono venuti per lanciare un segnale, un segnale sbagliato perché lì non è prevista nessuna maggioranza qualificata – spiega Angelo Bonelli -. Spero che la maggioranza rifletta e che la prossima volta si presenti”.Per quanto riguarda la Consulta, prosegue il deputato di Avs, “è necessario costruire un percorso condiviso. Noi come opposizione non possiamo determinare le scelte, però se c’è una volontà si definisce questo percorso. C’è un irrigidimento più di principio che di sostanza”. “Per la Rai vale lo stesso discorso – aggiunge quindi Bonelli -, se è prevista in Vigilanza una maggioranza qualificata (per ratificare la nomina del presidente, ndr) significa che deve esserci un percorso condiviso. Noi chiediamo una presidenza di garanzia, non capisco quindi cosa c’entra la presidenza della Giunta per le autorizzazioni, ruolo molto delicato che spetta all’opposizione”.