La manovra 2025 è pronta e da ieri 15 ottobre 2024 è diventata ufficiale. Basta con le ipotesi e le voci incontrollate che hanno animato il dibattito politico: ora maggioranza ed opposizione discutono su quanto le nuove norme economiche possano o no essere efficaci per l’economia italiana.

Se Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono soddisfatti, Movimento 5Stelle e Orizzonti Liberali lo sono poco e nulla.

Il leader pentastellato Giuseppe Conte definisce il dibattito sugli extraprofitti (mai stabiliti con certezza) come una manfrina senza senso, mentre il fondatore del neo movimento Luigi Marattin vorrebbe uno sciopero di politici e giornalisti, che dovrebbero commentare le norme e non le ipotesi di norme.

Manovra 2025, Conte chiede risposte concrete: “Il governo ha chiesto prestiti alle banche che restituiremo nel 2027”

La manovra 2025 è diventata realtà ieri 15 ottobre 2024, ponendo fine allo stillicidio di ipotesi e voci che da fine agosto in poi avevano caratterizzato gran parte della cronaca politica sull’argomento. Il ministro Giorgetti ha tenuto fede alla sua proposta di “tagli lineari” ai ministeri, con il governo che da par suo ha fatto in modo di tenere il taglio del cuneo fiscale fra gli argomenti migliori da offrire ai suoi elettori.

Il resto, però, deve ancora esser assimilato per bene e nei prossimi giorni si conosceranno meglio diverse delle misure contenute nella manovra. Le opposizioni, però, sembrano non aver tutto questo tempo e nemmeno vogliono aspettare che le nuove misure economiche facciano il loro corso: sottolineare che questa maggioranza non ha aiutato a proteggere determinate categorie sociali è il mantra che circolava di più a Montecitorio.

E proprio di fronte ai palazzi della politica uno dei più duri verso la manovra è stato il leader del Movimento 5Stelle, Giuseppe Conte. L’ex presidente del Consiglio non ritiene che i tagli ai vari ministeri siano la risposta migliore per ridurre il deficit rispetto al Pil secondo le promesse fatte alle istituzioni economiche europee.

Anzi, l’aspetto peggiore per Conte è che l’indebitamento italiano rischia ancora di aumentare nel corso del tempo, erodendo poi risorse che a fasi alterne vengono richieste a gran voce, come nella sanità o nell’istruzione. Si parlava di tassa sugli extraprofitti, ipotesi osteggiata da Forza Italia e caldeggiata da Lega e Fratelli d’Italia: per Conte tutto un imbroglio.

La tassa sulle banche non esiste, è un imbroglio, diciamolo chiaramente, il governo sta chiedendo un prestito alle banche che noi contribuenti restituiremo nel 2027, quando questo governo non sarà più in carica. La vera tassa sugli extraprofitti ce l’abbiamo noi e la porteremo in Aula alla Camera dei deputati e speriamo che questa maggioranza ce la faccia discutere e votare.

Marattin: “Questa manovra contiene solo chiacchiere, impossibile aspettare sempre così tanto”

Tornando al fatto che fino a ieri la manovra 2025 era più descritta secondo ipotesi e voci, e senza idee concrete alla base, Luigi Marattin di Orizzonti Liberali ha ricordato quello che secondo lui è un malcostume dei vari governi succedutisi in questi anni, non soltanto dell’attuale.

L’ex renziano si riferisce al caos che magari dallo stesso governo viene generato per non dover descrivere nei dettagli cosa conterrà la prossima manovra politica, ma anche al fatto che accontentare partner ed alleati diversi espone il testo finale ad un lungo lavoro di rifinitura.

Lavoro talmente lungo che si rischia sempre di consegnare i documenti finali in ritardo rispetto alle scadenze italiane ed europee, rendendo concreta la paura dell’esercizio provvisorio:

E’ da anni che i governi usano questo trucco: arriva il 15 ottobre, fanno una conferenza stampa, vi dicono un po’ di chiacchiere, per 2-3 settimane tutti parliamo di chiacchiere perché voi (giornalisti, NDR) le rilanciate, poi con calma arriva l’unica cosa che conta: le norme, spesso diverse dagli annunci fatti. In un mondo normale il governo deve presentare le norme il 15 ottobre, anzi il 20 per legge che non rispetta nessuno.

Il modo per risolvere questa situazione sarebbe, secondo Marattin, un silenzio totale da parte di politici e giornalisti finché non si ha fra le mani l’insieme reale ed esatto delle norme economiche:

Ci vuole uno sciopero di politici e giornalisti, dal 15 ottobre al 20: finché non mi porti le norme io non ti commento un cavolo! E non ti metto in tv, in agenzia! Lo vogliamo cambiare o no il paese? Sennò questi ti dicono “tassa sulle banche”, poi guardi le norme e ti accorgi che non è tasse sulle banche!

Continua il caso dei dossieraggi, Conte: “Indegno attaccare due persone come Scarpinato e De Raho”

Nel frattempo non si placa l’eco delle polemiche sui dossieraggi, che in ambienti di FdI (compresa la stessa premier Meloni) vengono indicati come smaccati tentativi di piegare il governo e di provocarne la caduta.

Mentre continuano le indagini sul dipendente di Banca Intesa San Paolo, per capire se abbia passato a terzi informazioni sensibili, FdI ha avuto modo di criticare anche la presenza di Roberto Scarpinato e Federico Cafiero De Raho in Commissione Antimafia. Destano sospetti per alcuni delle telefonate intercettate in cui Scarpinato parlerebbe di indagini in corso ad una persona oggetto delle suddette.

Dossieraggi e antimafia, quindi, sono al centro del pensiero di Conte, il cui M5S ha fatto sempre vanto della sua idea di onestà in politica e di lotta alla criminalità organizzata.

È uno scandalo, questa la sintesi del leader pentastellato, che FdI si permetta di gettare ombre sull’operato di De Raho e Scarpinato: non c’è nulla di illecito nella loro condotta e l’idea della presidente della Commissione Antimafia, Chiara Colosimo, di proporre una legge di incompatibilità è soltanto l’ennesimo bavaglio che il governo vuole imporre a chi non fa parte della sua maggioranza:

Assolutamente sono inaccettabili gli attacchi che questo governo sta facendo a Scarpinato e gli attacchi che questa maggioranza sta facendo, ancora prima, a Cafiero de Raho. Qui si sta ribaltando completamente l’ordine razionale delle cose. Addirittura in commissione Antimafia, nei confronti di due campioni dell’antimafia, che offrono competenze e una vita specchiata a combattere la mafia, adesso hanno preparato un emendamento anti Scarpinato e anti De Raho per buttarli fuori dalla commissione antimafia.

In una nota il M5S ha poi sottolineato ancora di più il pensiero di Conte, indicando che sarebbe un danno alla dialettica democratica imporre (da parte della maggioranza) una legge o un certo funzionamento delle commissioni solo perché si hanno i numeri per farlo:

Il paradosso sfocia in farsa: con un Governo e un Parlamento imbottiti di conflitti di interesse tra attuale ruolo pubblico e ruoli privati del recentissimo passato e anche del presente, si pensi ai casi Crosetto, Santanchè e Renzi, si inventano conflitti privi di fondamento per colpire avversari politici scomodi. Siamo  di fronte a un’azione pericolosissima per la nostra democrazia