Nella mattinata di oggi – mercoledì 16 ottobre – la nave Libra della Marina Militare Italiana con a bordo i 16 migranti provenienti da Lampedusa è arrivata in Albania. La nave adibita al trasferimento dei migranti ha attraccato al porto di Shengjin, la località costiera albanese dove sorge uno dei due hotspot italiani.

È solo l’inizio, fanno sapere dal Governo che, però, è incalzato dall’opposizione che chiede conto dei numeri dell’intera operazione. Il primo trasferimento ha coinvolto solo 16 migranti su 1000 presenti nel centro di accoglienza di Lampedusa. In totale l’intera operazione dovrebbe coinvolgere un numero massimo di 3000 persone su circa 160mila migranti sbarcati nell’ultimo anno sulle nostre coste. Il costo totale dell’accordo tra Italia e Albania sarebbe di 800 milioni di euro.

Numeri su cui si stanno concentrando le principali polemiche tra maggioranza e opposizione e a cui si aggiunge il mezzo passo indietro dell’Ue che, questa mattina, attraverso una portavoce della Commissione avrebbe frenato sull’apprezzamento della Presidente Ursula von der Leyen.

Migranti in Albania, Balboni (FdI): “Si sottovaluta il potere deterrente della misura”

Mentre non si placano le polemiche sul caso Libra e sul numero di migranti trasportati nel corso del primo trasferimento nel centro italiano in territorio albanese, il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato per Fratelli d’Italia, Alberto Balboni – intervenuto alla trasmissione di Radio Cusano Campus, Calibro 8 condotta da Francesco Borgonovo – ha sottolineato come l’Albania rappresenti solo un tassello di un più ampio piano per il contrasto dell’immigrazione.

“L’Albania è uno dei tanti tasselli che il Governo ha messo insieme per contrastare l’immigrazione illegale. L’altro sono gli accordi con i paesi di partenza o di transito come la Tunisia, come l’Egitto, come il Bangladesh, solo da queste tre nazioni arriva più del 50% degli immigrati illegali. E un altro è il piano Mattei per fare in modo che ci sia il diritto a rimanere oltre che a emigrare. Quindi è un insieme di misure.”

Il senatore di Fratelli d’Italia evidenzia il dato statistico della diminuzione degli sbarchi che rispetto all’anno scorso sono diminuiti di oltre il 60% e che rispetto a due anni fa sono scesi di oltre il 30%.

Balboni ha sottolineato anche il potere di dissuasione che un provvedimento come questo può avere, capovolgendo, a suo dire, il paradigma promosso per anni dall’ ‘immigrazionismo’ incontrollato della sinistra, in base al quale, se si riusciva ad arrivare in Italia, poi, non si sarebbe stati più mandati via.

“Stiamo ottenendo dei risultati. La gente continua ad arrivare perché per anni l’immigrazionismo incontrollato della sinistra ha diffuso in tutto il Terzo Mondo l’idea che chi riesce a mettere piede in Italia non se ne va più. Chi ha ironizzato sui 16 migranti portati dalla marina militare in Albania non si rende conto dell’enorme potere di dissuasione che ha questa misura: oggi chiunque parta per arrivare in Italia sa che c’è una buona probabilità che in Italia non ci arrivi mai, perché chi arriva dai paesi considerati sicuri va in Albania e da lì torna da dove è venuto.”

Polemiche sui ‘numeri’, Roggiani (Pd): “I fatti parlano chiaro, un fallimento”

Sinistra che naturalmente non ci sta ad abbandonare il punto e batte dove il dente duole, ovvero, sui numeri di un’operazione che la matematica sembrerebbe condannare. Silvia Roggiani, deputata e segretaria Pd Lombardia, sottolinea come i numeri parlino chiaro e come anche sulla questione rimpatri da parte del Governo in questi anni si sia fatta solo propaganda.

“Penso che i numeri parlino chiaro. Non conosco le motivazioni che hanno spinto von der Leyen a fare quelle dichiarazioni, ma, sicuramente non è stato per l’efficacia di questo provvedimento. Un provvedimento che costerà 800 milioni e riguarderà 3000 migranti al massimo su 160 mila migranti sbarcati nel nostro paese nell’ultimo anno. L’Europa si deve porre il tema a livello europeo di come possiamo accogliere in modo legale le persone che fuggono dalle guerre e dalle violenze anche con una ridistribuzione delle quote.”

Ha dichiarato Roggiani che poi è intervenuta sulla questione dei rimpatri, altro tasto dolente con numeri ben al di sotto delle intenzioni manifestate dal Governo.

“Oggi la quota di clandestini è molto alta perché non ci sono canali regolali perché questo è il decreto che ha reso più difficili gli ingressi regolari. Certamente servono misure di rimpatrio più efficaci. Lo scorso anno sono stati rimpatriati solo 5mila”.

Numeri che sembrerebbero fallimentari e su cui il Governo dovrà presto dare delle risposte.