Nei giorni scorsi la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva ironizzato con un post sui suoi canali social sulla notizia della violazione dei propri conti bancari.

“Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano”

aveva scritto nelle primissime ore di quello che poi sarebbe diventato il secondo probabile ‘caso dossieraggi’ italiano nel giro di un anno, ovvero la vicenda relativa ai conti correnti di politici e vip ‘spiati‘ da parte di un insospettabile dipendente bancario di una remota filiale pugliese della Banca Intesa San Paolo. Vincenzo Coviello, questo il suo nome, nega qualsiasi accusa di dossieraggio e sostiene, con tanto di presentazione di certificato medico, di aver agito spinto solo da curiosità.

Pochi mesi prima c’era già stato lo scandalo degli accessi abusivi ai data base della Direzione nazionale Antimafia con migliaia di file scaricati su personaggi della politica e dello spettacolo e sul quale sta indagando la Procura di Perugia e la Commissione Parlamentare Antimafia di Camera e Senato.

In entrambi i casi una costante: il fatto che le vittime degli ‘spioni’ siano per la maggior parte esponenti di spicco del Governo di centrodestra, arrivando addirittura a violare dei conti correnti bancari della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dei suoi familiari.

Ma chi c’è dietro questa presunta attività di dossieraggio? È un po’ la domanda che si stanno facendo tutti. Tag24.it lo ha chiesto all’ex magistrato ed esponente politici di Alternativa Popolare, Luca Palamara che denuncia l’esistenza in Italia di ‘cordate’ che si occupano di ‘veicolare notizie riservate’ per colpire personaggi scomodi e sottolinea anche come questo tipo di episodi si registrino quando la ‘sinistra non è al Governo’.

Conti correnti spiati, Palamara: “Magistrati e giornalisti diffondono notizie riservate per colpire personaggi scomodi”

D: Cosa pensa di quello che sta emergendo negli ultimi giorni in relazione al cosiddetto scandalo dossieraggi?

R: E’ un fenomeno tipico e ricorrente del palazzo del potere. Oramai il re è nudo: in Italia esistono cordate all’interno delle quali gravitano magistrati, polizia giudiziaria, uomini dell’intelligence e giornalisti di riferimento che veicolando notizie riservate riescono a creare la gran cassa mediatica così determinando la caduta di personaggi scomodi. L’inchiesta di Perugia e quella di Bari stanno plasticamente disvelando questo scenario.

Palamara: “Non si può parlare di mitomani. Nel mirino c’è la destra. Crosetto ha avuto coraggio a denunciare”


D: Crede sia plausibile la tesi secondo cui sia opera di curiosi o mitomani? O dietro c’è un disegno come sostengono in molti anche nella maggioranza di Governo?

R: Non mi pare che, dalla lettura delle carte pubblicate dagli organi di stampa, si possa fin qui dire che quanto accaduto sia l’opera di mitomani o di curiosi. Al contrario, il dato che emerge è che vengono ricercate notizie che prevalentemente riguardano esponenti dell’attuale maggioranza di Governo. Tutto questo normalmente accade quando tutto ciò che non è sinistra è al Governo. Bisogna dare atto al Ministro Crosetto di aver avuto il coraggio per primo denunciare all’autorità giudiziaria.

L’esponente di AP: “Non spegnere i riflettori sul caso, ma attendere lo sviluppo delle indagini”

D: Se c’è un disegno, quale potrebbe essere secondo lei e soprattutto chi potrebbe essere il regista?

R: A me non piacciono i complotti e soprattutto non sono mai piaciuti quei magistrati che, ricorrendo alla dietrologia, hanno ipotizzato scenari apocalittici privi di reali riscontri soprattutto quando si è parlato di stragi di mafia. Bisogna prudentemente attendere lo sviluppo delle indagini e poi comprendere tutto quanto è dietro questa vicenda. Non bisogna spegnere i riflettori ma consentire all’autorità’ giudiziaria competente di svolgere tutti gli accertamenti.

Dossieraggi: “E’ necessario rendere più sicuri i sistemi informatici”

D: Dov’è la falla, perché in Italia sembra così facile violare i conti bancari delle persone?

R: A proposito della fuga di notizie verificatisi all’interno della Direzione Nazionale Antimafia, Gianni Melillo, attuale procuratore di quell’ufficio, ha più volte lamentato la necessità di rendere più sicuri sistemi informatici. Penso che questo sia un punto di partenza che possa valere anche per il sistema bancario considerando che la normativa europea sul punto è molto rigida e inflessibile.

Open Arms, Palamara: “Salvini? A Catania è stata chiesta assoluzione per fatti analoghi”

D: Il 18 ottobre ci sarà la conclusione del processo Open Arms a Matteo Salvini, cosa ne pensa della richiesta di condanna a sei anni? Come si concluderà?

R: Dopo che l’accusa ha espresso le sue ragioni, io penso che mai come in questo momento sia necessario attendere le argomentazioni difensive. Non dimentichiamo che un altro ufficio giudiziario quello di Catania su fatti analoghi (caso della nave Gregoretti, ndr) ha chiesto l’assoluzione di Salvini.