La crescente tensione in Medio Oriente solleva preoccupazioni su una possibile escalation del conflitto nella regione. La guerra tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza ha ormai raggiunto il primo anniversario e nelle ultime settimane si è intensificato il conflitto tra Hezbollah e Israele. Inoltre, non mancano attacchi da parte dell’esercito israeliano contro la Siria e gli Houthi dello Yemen. Questo scenario amplia ulteriormente il panorama di instabilità nella regione.
Gli Stati Uniti hanno assunto un ruolo di mediatore tra le delegazioni di Hamas e Israele e hanno cercato di negoziare un accordo di cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Nonostante gli sforzi, non si è raggiunta un’intesa tra le parti. Washington ha avvertito più volte riguardo ad un’escalation delle tensioni tra gli attori mediorientali. Allo stesso tempo, l’amministrazione statunitense ha deciso di fornire un significativo supporto al suo storico alleato, Israele, autorizzando l’invio del sistema antimissile Thaad e di truppe. Questa mossa è considerata insolita, anche se gli Stati Uniti avevano già una presenza militare in Israele con la base Site 512.
Cos’è il Site 512? La base segreta americana in Israele
Washington ha da mesi cercato di contenere le tensioni in Medio Oriente e ha assunto un ruolo chiave come mediatore nella guerra a Gaza, insieme a Egitto e Qatar. Gli Stati Uniti hanno sostenuto gli sforzi volti al raggiungimento di una tregua e, nel mese di maggio, il presidente Joe Biden ha presentato un piano per il cessate il fuoco.
L’amministrazione statunitense ha annunciato, domenica 13 ottobre, l’invio del sistema antimissile Thaad in Israele. Questa decisione riflette il legame storico tra i due paesi che si estende su diversi settori. Anche se il presidente Biden non si è apertamente schierato con le decisioni del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, il sostegno degli Stati Uniti a Israele rimane evidente. Secondo quanto riportato da The Hill, gli Usa avevano già inviato a Israele una batteria Thaad, una volta nel 2019 per scopi di addestramento e un’altra volta dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023.
Ciò che rende particolarmente significativa la recente decisione di Washington è l’invio aggiuntivo di circa 100 soldati statunitensi insieme al sistema antimissile Thaad in un momento in cui gli Usa non vogliono essere direttamente coinvolti nel conflitto. Questo dispiegamento evidenzia ancora una volta il sostegno strategico a Israele pur mantenendo una posizione diplomatica.
Gli Stati Uniti hanno una base militare in Israele chiamata Site 512. Questo sito strategico è stato costruito in collaborazione con gli israeliani negli anni 2000. La base si trova a Her Qeren, nel deserto del Negev, a circa 30 chilometri dalla Striscia di Gaza. Ha un ruolo chiave nelle operazioni di difesa.
L’importanza strategica del Site 512
La base statunitense è una struttura radar che monitora i cieli per rilevare e prevenire attacchi missilistici contro Israele. È una componente chiave del sistema di difesa missilistico israeliano e, grazie alla sua capacità di intercettazione e monitoraggio avanzato, viene considerata una “struttura di supporto vitale.” Questo ruolo è diventato ancora più cruciale dopo il lancio di 180 missili balistici da parte dell’Iran contro Israele l’1 ottobre scorso.
Secondo un’indagine di The Intercept, che ha esaminato documenti del bilancio del Pentagono, il Site 512 è stato creato per fronteggiare la minaccia rappresentata dai missili iraniani a medio raggio. Il recente invio del sistema antimissile Thaad da parte degli Stati Uniti, capace di intercettare e distruggere missili a corto, medio e intermedio raggio, rafforzerà ulteriormente le difese già esistenti in Israele. Le opinioni su questa decisione sono contrastanti. Da un lato, alcuni ritengono che possa contribuire a ridurre le tensioni in Medio Oriente. Dall’altro, c’è chi teme che la presenza di ulteriori truppe statunitensi possa esporle a rischi maggiori.
In risposta, Teheran ha ribadito più volte la sua posizione avvertendo che risponderebbe con forza in caso di un attacco da parte di Israele.