Per la prima volta dopo giorni, l’esercito israeliano ha bombardato il sud del Libano. L’attacco è avvenuto un’ora dopo l’ennesimo ordine di evacuazione. Il conflitto, che continua ormai da settimane, sta avendo un impatto significativo sui civili. La crisi umanitaria in corso in Libano si aggrava ogni giorno.

Unhcr: “Il 25% del Libano è soggetto agli ordini di evacuazione di Israele”

Israele e Hezbollah continuano a scambiarsi attacchi senza sosta e a subirne maggiormente le conseguenze sono i civili soprattutto donne e bambini. Le operazioni militari colpiscono gravemente le aree abitate e costringono molte persone alla fuga. La crisi umanitaria si aggrava con i civili intrappolati in condizioni sempre più precarie.

Il rappresentante dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati in Medio Oriente, Rema Jamous Imseis, ha dichiarato che i recenti ordini di evacuazione in Libano hanno colpito oltre un quarto della popolazione del paese.

Le reazioni agli avvisi

Amnesty International ha recentemente criticato gli avvisi emessi da Israele agli abitanti del sud del Libano e della periferia meridionale di Beirut. Finora l’esercito israeliano ha emesso 25 avvisi. L’organizzazione ha definito questi avvertimenti “inadeguati e fuorvianti”. Secondo il segretario generale di Amnesty International, Agnes Callamard, gli avvisi emessi erano “spesso di natura generica e con pochissimo preavviso, a volte meno di 30 minuti prima degli attacchi, nel cuore della notte e tramite social media”. Callamard ha sottolineato che molte persone erano “offline o non seguivano i media in quei momenti” e in alcuni casi le mappe utilizzate risultavano fuorvianti. Ha affermato che, per essere efficaci, gli avvisi devono fornire indicazioni chiare sui percorsi sicuri e devono essere emessi in modo tempestivo. In questa modalità possano garantire alla popolazione il tempo necessario per mettersi in salvo.

I bombardamenti stanno causando un grave numero di vittime tra i civili, tuttavia, le forze israeliane affermano di concentrare le loro operazioni contro le strutture di Hezbollah e di adottare le precauzioni necessarie, simile a quanto avviene a Gaza. Un attacco del 14 ottobre su un villaggio che ospitava sfollati interni ha provocato la morte di 22 persone tra cui 12 donne e 2 bambini. Questo evento ha suscitato forti preoccupazioni riguardo al rispetto delle “leggi di guerra” in particolare sulla necessità di evitare o quantomeno limitare le perdite civili. Jeremy Laurance, portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i diritti umani, ha chiesto un’inchiesta sull’attacco.

La crisi umanitaria in Libano

Le preoccupazioni riguardanti gli effetti degli attacchi sui civili, sulle infrastrutture essenziali e sulla proporzionalità e distinzione degli obiettivi continuano a crescere. Amnesty International ha dichiarato:

Indipendentemente dall’efficacia degli avvertimenti, essi non significano che Israele possa trattare i civili rimasti come obiettivi. Israele deve sempre rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto internazionale, anche adottando tutte le precauzioni possibili per ridurre al minimo i danni ai civili, ovunque si trovino.

L’Unicef e il Wfp hanno lanciato, il 15 ottobre, un appello per un aumento dei finanziamenti per affrontare la crescente crisi umanitaria in Libano. In una dichiarazione congiunta, le agenzie delle Nazioni Unite hanno avvertito che gli attacchi hanno già “innescato una catastrofe”. Centinaia di migliaia di libanesi sono stati costretti a fuggire dalle proprie case. Molti di loro attraversano il confine verso la Siria, un paese già gravemente colpito dalla guerra. Ancora oggi, milioni di siriani necessitano di assistenza umanitaria.

La generazione perduta

L’Unicef ha lanciato un allerta, segnalando che circa 400mila bambini sono stati sfollati dall’inizio delle recenti ostilità. Questa situazione solleva gravi preoccupazioni per la sicurezza e il benessere dei minori coinvolti nel conflitto:

Le famiglie vivono in circostanze pericolose. E mentre il conflitto peggiora, il pedaggio psicologico sulla popolazione, in particolare tra bambini e giovani, sta aumentando. Quasi ogni bambino in Libano è stato colpito in qualche modo. Molti sono stati vittime di bombardamenti, hanno perso i propri cari, le loro case, l’accesso all’istruzione e stanno affrontando un futuro incerto in una povertà forse ancora più profonda.