Dopo l’audizione dell’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares presso le Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato, la politica italiana è tornata a discutere di automotive: un settore strategico della nostra industria che va preservato e rilanciato con la nuova rivoluzione tecnologica in atto, quella che, in primis, si propone di sostituire i motori termici con quelli elettrici.

Non è un percorso facile. Bisogna salvare un pò capre e cavoli: migliaia di posti di lavoro da una parte e il futuro ambientale dall’altro. E la transizione da un mondo all’altro ha, inevitabilmente, dei costi. Ma tant’è: la strada è di fatto già segnata. L’Europa ha fissato il 2035 come l’anno zero emissioni: da quella data potranno essere immatricolate solo vetture a emissioni zero. Oggi, 15 ottobre 2024, ai microfoni di Tag24.it, ne ha parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

La mossa del Governo Italiano per salvare Stellantis e l’industria automobilistica: il piano automotive europeo

Che Stellantis non stesse passando un gran momento lo si sapeva da tempo. L’audizione parlamentare dell’ad del gruppo della famiglia Agnelli, Tavares, ha avuto l’effetto solo di mettere il dito nella piaga. Le reazioni di Carlo Calenda e del ministro Matteo Salvini, giusto per citarne due, una di opposizione, una di maggioranza, sono state emblematiche da questo punto di vista. Ma anche il fatto che John Elkann sia stato costretto a smentire una fusione con Renault la dice lunga.

Che fare allora? Oggi, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto riferimento a un documento del Governo italiano che propone un piano automotive europeo che vuole prendere il toro per le corna.

Il ministro del Made in Italy, Urso: “Stellantis deve rimanere e investire in Italia”

Cosa ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sulla crisi Stellantis? Dopo l’audizione di Carlos Tavares, la priorità di tutti è quanto mai chiara:

“Stellantis deve restare e investire in Italia: noi, come Governo, ci siamo”

Che significa? Che Palazzo Chigi è ancora una volta disposta a aprire i cordoni della borsa a favore dell’azienda (privata) che per eccellenza rappresenta l’automotive del nostro Paese con tutti i rischi annessi e connessi? Con il divieto di dare aiuti di Stato ad imprese private, come potrebbe agire?

Urso, a tal proposito, ha fatto subito riferimento alla gigafactory in progetto a Termoli ad opera di Acc, il gruppo nato in Francia nel 2020 e partecipato anche da Mercedes “concepito – come si legge sul suo sito – per adattarsi a un ambiente altamente tecnologico e in continuo cambiamento come è oggi il settore automotive e dell’energia”.

La specialità di casa è presto detta:

“La nostra specialità sono le batterie per veicoli elettrici”

E quindi: a Termoli, in provincia di Campobasso, l’operazione è questa:

“Non è stato il nostro amore per la Dolce Vita il motivo principale che ci ha spinto a fare le valigie per l’Italia. Dopo aver studiato le nostre opzioni, abbiamo accolto la proposta di Stellantis di sviluppare il nuovo stabilimento sul sito di produzione FCA nato nel 1972 e specializzato nella produzione di motori e trasmissioni”

Acc, poi, ha sottolineato quanto segue:

“Analogamente a Douvrin Billy Berclau e Kaiserslautern, ACC persegue il suo approccio brown-field sostenendo la riconversione di siti industriali esistenti, e limitando, così, il suo impatto ambientale”

Come dire: due piccioni con una fava. E comunque: secondo Urso, già la trasformazione della fabbrica di Termoli garantirebbe il mantenimento dei livelli occupazionali e darebbe una boccata d’ossigeno all’indotto, la parte industriale dell’automotive che più sta soffrendo il passaggio all’elettrico.

Il piano proposto dal Governo italiano

Urso poi ha fatto riferimento a un vero e proprio piano che il Governo italiano propone a livello europeo:

“Bisogna modificare delle scelte fatte in passato in sede europea. E lo dobbiamo fare assieme agli altri Paesi…”

ha detto il rappresentante del Governo Meloni mettendo nel mirino la scelta presa in nome del Green Deal dalla stessa presidente della Commissione in carica oggi: Ursula von der Leyen, esponente di spicco del Ppe, uno dei partiti di centrodestra alleato in Italia (tramite Forza Italia) a quello di Urso, Fratelli d’Italia. L’obiettivo è bene chiaro:

“Bisogna modificare le tappe per arrivare alla decarbonizzazione”

ha avvertito Urso, facendo anche riferimento al recente report di Mario Draghi sul futuro della competitività europea:

“Bisogna investire risorse ingenti puntando su incentivi e innovazione”

L’obiettivo del Governo italiano, quindi, è quello di giungere a un piano automotive europeo che sottrai il continente dal rischio di diventare dipendente dalla Cina sul fronte energetico con le forniture delle batterie elettriche. Un altro rischio che, anche dopo l’audizione di Tavares, Urso e Giorgia Meloni vedono, evidentemente, sempre più concreto.