Che malattia ha Diana Del Bufalo? In una recente intervista Diana Del Bufalo ha pubblicamente dichiarato di soffrire di coprolalia, un disturbo che modifica il proprio comportamento in determinate circostanze.

L’attrice ha pertanto spiegato che la natura delle sue gaffe è spesso causata da questa malattia, che la porta involontariamente a proferire commenti fuori luogo.

Nell’intervista la stessa Diana Del Bufalo ha spiegato che la coprolalia è un disturbo molto simile alla più famosa sindrome di Tourette e si innesca in specifici contesti.

Per l’attrice, le uscite verbali inadeguate si attiverebbero in maniera involontaria nei momenti di noia.

Diana Del Bufalo ha poi spiegato che le accade quando si trova in un ambiente eccessivamente formale. Il suo organismo reagirebbe dunque alla strana sensazione di noia con una serie di produzioni verbali del tutto fuori contesto.

Tuttavia, per gli interlocutori ignari del suo disturbo, il suo comportamento viene scambiato per gaffe.

La coprolalia è un disturbo già noto nel mondo dello spettacolo. Anche l’attore Alessandro Borghi e la cantautrice statunitense Billie Eilish hanno ammesso di soffrire della stessa malattia.

Che malattia ha Diana Del Bufalo: cos’è la coprolalia

La coprolalia di cui soffre l’attrice Diana Del Bufalo è una specifica condizione derivante dalla sindrome di Tourette. Tuttavia si manifesta soltanto in una piccola percentuale di pazienti affetti dalla malattia principale e, ad oggi, la scienza medica non ha ancora una risposta sul suo sviluppo e sulla sua insorgenza.

Se però la sindrome di Tourette porta il soggetto a esprimere involontariamente parolacce e insulti osceni, la coprolalia induce il paziente ad un impellente e irrefrenabile bisogno di proferire frasi inappropriate non necessariamente offensive.

L’impulso anormale è un comportamento compulsivo patologico al quale comunemente sono associati anche tic involontari. Spesso il disturbo si manifesta in risposta ad una situazione di grave imbarazzo.

Quando il soggetto non è affetto da altre condizioni mediche, la coprolalia diventa così una forma involontaria di espressione del proprio disappunto e protesta alla situazione che si sta vivendo in quel momento.

Nel caso di Diana Del Bufalo la malattia si attiva quando l’attrice è posta in un contesto da lei ritenuto estremamente noioso.

Se in alcuni casi l’espressione verbale può essere confusa come una banale gaffe, nelle situazioni più gravi l’esternazione di frasi sconnesse o parole insulse generano una profonda condizione di imbarazzo.

Recenti studi hanno escluso che la coprolalia sia correlata alla sfera emotiva ma non hanno comunque individuato quale sia la causa scatenante. Non è infatti derivante dall’attitudine comportamentale, non scaturisce da traumi in età infantile o adolescenziale né è correlabile alla propria educazione. Nemmeno la repressione sessuale o l’estrema frustrazione sembrerebbero avere un ruolo.

Il Center for Disease Control and Prevention ha individuato come la coprolalia si manifesti maggiormente tra gli adolescenti, tendendo però a sparire in maniera naturale con l’avanzare dell’età.

Sintomi e come si cura

Fino ad un terzo dei pazienti che soffrono di coprolalia manifestano anche tic motori, in prevalenza repentini e involontari movimenti di arti superiori o del capo.

Il sintomo principale rimane tuttavia l’esternazione di frasi inadatte al contesto, spesso anche prive di significato e in alcuni casi anche volgari.

Non necessariamente i commenti proferiti dal soggetto rispecchiano il reale pensiero.

Lo stato emotivo non è una causa della malattia ma può aumentare l’intensità dei sintomi e la frequenza della loro manifestazione. Una piccolissima porzione dei pazienti affetti da coprolalia presenta anche coproprassia, ovvero un istinto anch’esso ingovernabile di eseguire atti osceni e volgari, non limitandosi così alla produzione verbale.

La coprolalia deve essere diagnosticata da un medico specializzato, che analizzerà accuratamente la storia pregressa del paziente e valuterà singolarmente i sintomi.

Perché si sospetti di coprolalia il soggetto deve presentare più comportamenti involontari tra azioni motorie e verbali da almeno un anno e con manifestazione ripetuta quasi quotidianamente.

Si dovrà poi appurare che i sintomi siano affiorati prima del compimento dei 18 anni e che essi non siano la conseguenza indesiderata dell’assunzione di farmaci.

Solo a quel punto il medico specialistico assegnerà una terapia adeguata al singolo caso.

In alcuni casi si ricorre al trattamento farmacologico mentre negli episodi più lievi la malattia scompare in maniera autonoma con l’avanzare dell’età del paziente.