Aumenta il numero delle vittime che gli attacchi israeliani contro il territorio libanese stanno causando. La guerra in Libano continua e un attacco aereo contro un villaggio cristiano nel nord libanese ha provocato la morte di almeno 21 persone.

Nel frattempo, l’Unifil per bocca del suo comandante in capo afferma che non lascerà il Libano a meno che sia il Consiglio di Sicurezza dell’ONU a dire altrimenti. Le richieste israeliane affinché l’Unifil lasci il territorio libanese non verranno quindi ascoltate.

Leggi qui le ultime notizie di oggi 15 ottobre 2024 sul conflitto in Libano.

Le ultime notizie della guerra in Libano oggi 15 ottobre: l’IDF attacca un villaggio cristiano nel nord libanese

Le ultime notizie di oggi 15 ottobre 2024 riguardo la guerra in Libano si aprono con un aumento del numero delle vittime. E’ ancora il territorio libanese ad esser rimasto coinvolto, con un attacco aereo israeliano contro un villaggio cristiano ad Aitou.

Questo villaggio si trova non lontano dalle zone colpite abitualmente da Israele nella sua ricerca di basi e miliziani di Hezbollah: l’attacco aereo ha colpito una palazzina abitata da persone sfollate a causa degli scontri al confine fra Libano ed Israele.

Il bilancio indica al momento 21 morti, ignoto il numero dei feriti e la gravità delle loro condizioni: lo ha affermato il ministro della Salute libanese, ripreso da diversi media locali.

Questo è stato il primo attacco che Israele ha portato in una zona diversa da quella colpita dai primi giorni di ottobre. Il Times of Israel ha citato alcune fonti militari dell’IDF (l’esercito israeliano), che indicano come siano stati colpiti 230 obiettivi terroristici a Gaza e in Libano nelle ultime 24 ore.

Come ha affermato in un video in inglese il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, è falso che l’esercito israeliano abbia colpito volontariamente strutture civili in Libano e le basi lì presenti dell’Unifil, ma per la sicurezza di Israele resta problematico il fatto che Hezbollah utilizzi quelle zone per attaccare il territorio israeliano.

L’Unifil resiste: “Non ce ne andremo dal Libano”

Non si spegne nel frattempo l’eco delle accuse che, da un lato all’altro, si lanciano i decisori politico-militari israeliani e le istituzioni politiche italiane ed europee. La missione di peacekeeping dell’Unifil viene accusata in Israele di non aver fatto molto per evitare che Hezbollah usasse il confine meridionale del Libano per progettare attacchi contro Israele.

A tal proposito, il portavoce dell’esercito israeliano ha in un video indicato che proprio nelle zone di confine è stata scoperta una base segreta del gruppo terroristico libanese, probabile base per un attacco alla Galilea. Resta acclarato, comunque, l’interesse israeliano di portare avanti le operazioni militari in Libano, come affermato Netanyahu:

Stiamo combattendo una dura campagna contro l’asse del male dell’Iran che vuole distruggerci completamente. Non ce la faranno. Noi continuiamo a combattere. Paghiamo un prezzo doloroso, ma abbiamo ottenuto risultati straordinari e continueremo a ottenerli.

Citare l’Iran significa dare una sponda a chi teme che Israele possa iniziare operazioni militari anche contro obiettivi sensibili in territorio iraniano, trascinando nel conflitto un altro attore statale di un certo peso.

Come accennato, sia in Italia che in Europa gli attacchi israeliani all’Unifil non hanno riscosso il favore dei decisori politici. Insieme a Francia, Germania e Gran Bretagna, l’Italia ha firmato una nota congiunta che depreca la scelta israeliana di ricorrere alla forza e non alla diplomazia, mancando di rispettare così la risoluzione 1701 dell’ONU:

Chiediamo a tutte le parti di attenersi ai propri obblighi per garantire la sicurezza del personale Unifil e per permettere a Unifil di continuare a condurre il suo mandato. Ribadiamo che l’Unifil ha un ruolo di stabilizzatore nel Libano meridionale e sottolineiamo l’importanza delle Nazioni Unite nella risoluzione dei conflitti armati e nella mitigazione degli impatti umanitari.

Israele dal canto suo bolla come “false” tutte le notizie che indicano un’azione premeditata contro l’Unifil: ne è un esempio lo scambio su X fra Eli Cohen (ministro dell’Energia israeliano) e Antonio Guterres (segretario generale dell’ONU).

Il capo del peacekeeping delle Nazioni Unite Jean-Pierre Lacroix ha assicurato infine che le forze dell’Unifil non lasceranno il Libano, a meno che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU indichi diversamente:

È stata presa la decisione che l’Unifil rimarrà attualmente in tutte le sue posizioni nonostante le richieste delle Forze di difesa israeliane di abbandonare le posizioni che si trovano nelle vicinanze della Blue Line.