Preoccupazione, incredulità e frustrazione sono i sentimenti prevalenti nel raduno di oggi, 14 ottobre 2024, a piazzale Clodio a Roma. Qui, di fronte al Tribunale di Roma, i militanti di Ultima generazione si sono ritrovati per dare sostegno all’attivista Giacomo Baggio, tornando a esprimere i loro timori per il ddl sicurezza fortemente voluto dal governo Meloni.

Una misura che va a colpire duramente anche forme di resistenza passiva, proprio come quelle messe in atto dagli attivisti per il clima, che accusano il provvedimento di avere come reale obiettivo la repressione di qualsiasi forma di dissenso.

Ddl sicurezza, il raduno degli attivisti di Ultima generazione a sostegno di Giacomo Baggio

La norma è stata denominata, non a caso, ‘anti-Gandhi’, proprio perché va a colpire forme di protesta finora ritenute pacifiche come i blocchi del traffico (punibili fino a due anni di carcere) oltre a manifestazioni di dissenso come le rivolte nelle carceri (reclusione fino a cinque anni) e nei Cpr (pene fino a vent’anni di prigione).

Dopo esser stato approvato alla Camera lo scorso 18 settembre, il disegno di legge è ora in discussione al Senato. Un iter parlamentare accompagnato dalla protesta delle opposizioni, scese in piazza il 25 settembre, e guardato con rabbia dai militanti che si sono ritrovati oggi a Roma per dare supporto al loro compagno Giacomo Baggio, per la decisione del giudice sulla richiesta di sorveglianza speciale da parte della questura.

Per uno di loro, raggiunto dall’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, si tratta di una misura pensata per “colpire in maniera molto mirata un certo tipo di lotte non violente che prima non riuscivano a criminalizzare a sufficienza“.

Lo stesso sconforto caratterizza anche una ragazza che ammette la sua paura di fronte alla norma e a ciò che questa comporterà, confessando di essere sempre più convinta “che non siamo più in democrazia. Secondo lei, il ddl sicurezza non riguarda, però, solo i militanti per il clima ma anche “le donne, i migranti, le persone in carcere“, attaccando, dunque, chi protesta in generale:

“È come se loro avessero messo insieme tutte le categorie sociali che escludono dalla società. Tutte insieme in un unico decreto”.

A questi timori subentra, però, la rabbia. Perché proprio per questi motivi, lei e tutti gli attivisti radunati oggi sono convinti che la loro protesta debba continuare e andare avanti. È proprio il momento di non fermarsi perché è quello che vogliono, dichiara convinta mentre un suo compagno le fa eco, sostenendo che, magari, la protesta cambierà ma non la loro determinazione a portarla avanti.

L’attivista Giacomo Baggio all’uscita del tribunale: “Pericoloso è questo governo, non noi”

Urla e applausi accolgono l’uscita dal tribunale di Giacomo Baggio, che con un ampio sorriso va a salutare e abbracciare coloro che hanno voluto mostrargli il loro affetto e la loro solidarietà.

Anche il suo sorriso si spegne, però, quando l’inviato di TAG24 gli chiede un commento sul ddl sicurezza:

“Pensare che comportamenti come i nostri, non violenti e che si limitano solo a bloccare il traffico per qualche minuto, vengano considerate pericolose, fa paura”.

Per Baggio pericoloso è questo governo che non si occupa dei suoi cittadini. Una convinzione che, insieme alla vicinanza della società civile, rappresenta per lui e per gli altri militanti la conferma di dover andare avanti, perché quello che stiamo facendo va nella direzione giusta.