Dal ‘3-0 e Governo a casa’ a ‘cerchiamo di vincerne almeno una’. La parabola del campo largo, che si è trasformato in campo progressista per volere di Giuseppe Conte, ha intrapreso una china discendente mettendo seriamente a rischio il risultato alle Elezioni Regionali in Liguria e nelle altre due regioni al voto in autunno, Umbria ed Emilia Romagna.

L’esclusione di Matteo Renzi, sempre per volere del leader del Movimento 5 Stelle, al momento non sembra pagare. I sondaggi starebbero di fatto smentendo il ‘dogma’ pentastellato secondo il quale ‘Matteo Renzi farebbe perdere più voti di quanti ne porterebbe’. I primi sondaggi, successivi all’esclusione di Italia Viva dalla coalizione sostegno dell’ex Ministro della Giustizia Andrea Orlando, infatti, danno il centrosinistra sotto di 3 punti percentuali smontando un altro dogma, ovvero: ‘I voti di Italia Viva non sono determinanti‘ per la vittoria.

A quanto pare non sarebbe così, poiché in questo momento il circa 2% di preferenze accordate al partito di Renzi farebbe la differenza. Come lo farebbe in Umbria, dove il testa a testa tra la governatrice uscente Donatella Tesei, candidata unica del centrodestra e la sindaca di Assisi Stefania Proietti, si deciderà per poche preferenze e in Emilia Romagna dove, più solida è la posizione del candidato Michele De Pascale sulla sfidante Elena Ugolini, ma a cui sicuramente non giova l’immagine di scarsa unità della coalizione, soprattutto se rapportata all’immagine di compattezza del centrodestra.

Regionali 2024, i sondaggi in Liguria ‘puniscono’ la sinistra: a Orlando manca il 2% di Italia Viva

I risultati degli ultimi sondaggi in Liguria, dove tra meno di due settimane – il 27 e 28 ottobre – si eleggerà il nuovo Presidente della Regione, preoccupano la coalizione di centrosinistra che continua a perdere terreno nonostante il grande vantaggio di partenza, dopo macerie lasciate nel centrodestra dall’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto l’ex Governatore Giovanni Toti. Le intenzioni di voto premiano il centrodestra, o, forse premiano l’immagine di maggiore unità che riesce a trasmettere.

Secondo i sondaggi, il candidato unico della coalizione di maggioranza, Marco Bucci, è al 49% mentre quello del campo progressista Andrea Orlando, si sarebbe fermato al 46%. Un risultato che solo poche settimane fa sarebbe stato impensabile. Al momento la scelta di escludere dalla coalizione Italia Viva, assecondando i veti del Movimento 5 Stelle, non ha pagato nè da un punto di vista meramente matematico, né da quello dell’immagine.

Matematico, perché Italia Viva avrebbe portato alla coalizione almeno un 2% in più che, in un testa a testa serrato, come quello in Liguria è evidentemente determinante come determinante sarà la decisione di includere Italia Viva nelle coalizioni in Umbria ed Emilia Romagna che andranno al voto il 18 e 17 novembre.

Sondaggi Umbria e Emilia Romagna, Italia Viva determinante?

L’eventuale esclusione di Italia Viva in un Umbria potrebbe costare alla coalizione a sostegno di Stefania Proietti più del 3%. Attualmente i sondaggi danno in vantaggio la governatrice uscente Donatella Tesi al 49%.

In Emilia Romagna il contraccolpo potrebbe essere soprattutto di immagine dal momento che a oggi la posizione del candidato di centrosinistra Michele De Pascale, nei sondaggi oltre il 56%, sembra solidissima. L’immagine di un centrosinistra diviso, però, rappresenta un grande regalo al centrodestra che sta guadagnando terreno in tutte e tre le regioni soprattutto per l’immagine di compattezza che sa veicolare all’esterno.
Il caso Liguria è emblematico, qui il centrodestra ha assorbito il colpo, ha saputo serrare le file, individuare un candidato credibile, ovvero, il sindaco di Genova Marco Bucci, e poi aprire le porte a nuovi alleati come ad esempio Alternativa Popolare del sindaco di Terni Stefano Bandecchi. Un lavoro a sommare e non a sottrarre.

Fregolent: “In Liguria una follia. Italia Viva ha più del 2%, ma noi esclusi dalla partita”

Ma allora il 2% dei voti di Italia Viva è fondamentale o no? A quanto pare lo sarebbe e, mentre in Liguria ormai i giochi sono chiusi, in Emilia Romagna e Umbria si sta lavorando per includere i candidati renziani nelle liste a sostegno dei due candidati presidenti, senza simbolo, sempre per i veti degli altri alleati, M5s e in Umbria anche Azione.

Secondo la senatrice di Italia Viva Silvia Fregolent, intervistata da Tag24.it quanto fatto in Liguria per la definizione del perimetro della coalizione con l’esclusione di Italia Viva è stata ‘una follia’.

“In Liguria noi abbiamo lasciato libertà di scelta al nostro elettorato, ma non è una questione di libertà di scelta, la questione che se si accettano i diktat del Movimento 5 Stelle non si è più credibili. Se passa il messaggio che valgono di più i giochetti di Conte per fare le liste, allora i cittadini non si sentono così tutelati.”

Spiega Fregolent che, poi, sottolinea come la sfida in Liguria sia molto complessa anche per la credibilità di cui gode il candidato del centrodestra.

Inoltre in Liguria ci troviamo di fronte a un candidato, Marco Bucci, che comunque il sindaco lo ha fatto bene e ha dimostrato di avere fatto delle cose positive e il centrosinistra non può contare su tutta la squadra perché ha deciso di non avere tutta la squadra. Una follia.”

La senatrice, infine, sottolinea come l’apporto di Italia Viva al 2% è comunque sottostimato poiché non tiene conto del progetto e soprattutto della capacita di attrarre i consensi del leader Matteo Renzi.

“Noi non abbiamo il 2% di voti ma di più. Dipende innanzitutto dal progetto che abbiamo. Dipende sempre con chi ti candidi e come ti candidi. In più c’è anche un altro elemento, noi siamo un partito fortemente identitario, noi siamo il partito di Matteo Renzi e Matteo Renzi ha più del 2% di voti. Quindi anche ponendo il caso che abbiamo solo 2% – che non è così perché ci sono elettori moderati che di volta in volta scelgono di votarci perché si riconoscono in noi – nel momento in cui non ci siamo, la partita non si gioca e non si potrà mai sapere quanto valiamo. “

ha concluso Fregolent.