Ironie, meme, rappresentazioni in miniatura finanche tra i pastori di San Gregorio Armeno: a Napoli, non si parla altro che dell’ultima installazione di arte moderna firmata da Gaetano Pesce. Dal 9 ottobre, giorno dell’inaugurazione, fa bella mostra di sè nella centralissima piazza Municipio, all’ombra del Maschio Angioino. Ma più che un Pulcinella, a napoletani e turisti sembra un grande fallo. E quindi: apriti cielo. L’opera, costata circa 200 mila euro al Comune, da “Tu sì ‘na cosa grande” è diventata per tutti “Tu sì ‘na cosa glande”. E soprattutto è diventata un caso politico.
Pulcinella a forma di fallo può dare il la alla nomina di Sgarbi assessore alla cultura a Napoli?
Il Pulcinella di Gaetano Pesce (sì, si chiama proprio così l’artista che l’ha concepito: molti napoletani non ci credevano), probabilmente anche complice la domenica di sosta della Serie A, è diventato l’argomento più dibattuto a Napoli. Del resto, non è certo la prima volta che l’arte fa quest’effetto sotto al Vesuvio: c’è chi lo difende strenuamente (per la curatrice dell’opera, Silvana Annicchiarico, “è un inno alla vitalità in un momento arido, di stringente calo demografico in Italia”) e chi lo attacca: addirittura, un gruppo di femministe sta raccogliendo le firme per rimuoverlo o, quantomeno, sistemarlo in un posto meno a vista della città.
Ma tant’è: il Pulcinella fallico potrebbe aprire anche un nuovo scenario politico portando a Napoli un nuovo assessore alla cultura: Vittorio Sgarbi, ormai da otto mesi, da quando ha lasciato il suo incarico di sottosegretario alla cultura, senza un incarico politico di primo piano.
Perché Vittorio Sgarbi potrebbe diventare il nuovo assessore alla cultura di Napoli
Perché Sgarbi, candidato alle scorse europee in quota Fratelli d’Italia e da sempre uomo di centrodestra, potrebbe diventare un assessore in una giunta di centrosinistra come quella che regge Napoli? Ci sono almeno tre ragioni che portano a pensarlo.
La prima è il post che ieri, 12 ottobre, ha lasciato lui stesso sui social:
In pratica, il critico d’arte promuove l’installazione di Pesce e si mette dalla parte dell’amministrazione comunale guidata da Gaetano Manfredi, ex rettore della Federico II, ex ministro dell’Università del Conte II, dal 2021 sindaco targato centrosinistra di Napoli. Ora, però, prossimo a giocarsi la partita che dovrebbe di nuovo dargli un ruolo nazionale: quella per diventare presidente dell’Anci, l’associazione dei Comuni.
Proprio in questo si rivelano le altre due ragioni che potrebbero portare Vittorio Sgarbi a rivestire il ruolo di assessore alla cultura a Napoli.
Dal 2021, da quando è stato eletto primo cittadino napoletano, Manfredi non ne ha mai nominato uno preferendo tenere per sè la delega (come Vincenzo De Luca a livello regionale) e organizzando al suo posto una sorta di staff tecnico capitanato dal professor Vincenzo Trione. “Ogni cosa che si fa a Napoli è inerente la cultura – è stato il ragionamento che finora ha fatto Manfredi – quindi deve essere per forza il sindaco, che per ruolo ha uno sguardo d’assieme sulle cose della città, ad avere questo compito”.
Ma tant’è: tre anni dopo, le cose possono cambiare. Manfredi potrebbe decidere di riempire la casella in giunta del ruolo di assessore alla cultura chiamando Vittorio Sgarbi perché la nomina di quest’ultimo gli garantirebbe una ulteriore proiezione politica nazionale e lo farebbe uscire dal recinto della sua maggioranza, che è vastissima sulla carta andando dall’estrema sinistra a Italia Viva e a un gruppo di ex Forza Italia. Ma che da qualche mese in qua, una volta su due, non gli garantisce il numero legale nei consigli comunali. La nomina di Sgarbi, a tal proposito, potrebbe sparigliare il tavolo.
E, soprattutto, potrebbe consolidare l’asse con Forza Italia in vista dell’elezione del presidente dell’Anci.
Fulvio Martusciello, numero uno degli azzurri campani, gli ha già garantito il sostegno dei suoi sindaci. Anche per questo, quindi, da Palazzo San Giacomo, potrebbe arrivare una nomina che suggelli il Manfredi ecumenico, come conviene a un presidente di un’ente nazionale chiamato a rappresentare tutti i partiti. Del resto, il sindaco di Napoli si è sempre professato un tecnico prestato alla politica. E non avrebbe problemi a dimostrarlo una volta di più, prendendo a pretesto anche un Pulcinella fallico.