Su almeno tre fronti il mondo del lavoro italiano è giunto al momento della verità. Si tratta di quelli della partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle loro imprese, del diritto alla disconnessione (mail e messaggi WhastApp vietati fuori dall’orario di lavoro) e della settimana breve (32 anziché 40 ore di lavoro spalmabili su quattro anziché cinque giorni a settimana). Tag24.it ne ha discusso con Walter Rizzetto, presidente della commissione Lavoro alla Camera in quota Fratelli d’Italia.
Partecipazione dei lavoratori agli utili, diritto alla disconnessione e settimana breve: le priorità del presidente Rizzetto
Primo punto all’ordine del giorno sull’agenda di Walter Rizzetto, presidente della commissione lavoro presso la Camera dei Deputati, è la proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle loro imprese. Una iniziativa di cui si discute da anni ma che solo nel 2023 ha registrato un passo in avanti definitivo, quando la Cisl si è fatta promotrice di una proposta di legge popolare sottoscritta da ben 400 mila persone. E’ stata depositata in Parlamento a novembre scorso. Sta di fatto che, quasi un anno dopo, è rimasta sostanzialmente in un cassetto di Montecitorio. A Tag24.it, Walter Rizzetto garantisce però che c’è la volontà di riprenderla e portarla avanti:
“In questo periodo, ho cercato di armonizzare la proposta di legge coinvolgendo i due ministeri coinvolti: quello del Lavoro e dell’Economia. Ora, l’obiettivo di tutti è portarla avanti velocemente. Ma per farlo bisognava capire anche l’impatto economico che aveva. La prossima settimana sarà precisato meglio, ma stiamo su qualche decina di milioni di euro”
Non ci sono nè dubbi nè spaccature all’interno della maggioranza di centrodestra per definire la partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili d’azienda, giura Rizzetto:
“Siamo tutti convinti che sia una iniziativa di legge da portare avanti”
Anche con la benedizione di Confindustria?
“Sì, abbiamo organizzato varie audizioni in commissione anche con loro: si trovano sostanzialmente d’accordo, non ci sono problemi. Su base volontaria, le aziende potranno coinvolgere maggiormente i propri dipendenti nella loro gestione, nelle scelte, riservando loro un posto nei consigli di amministrazione e affidando loro un ruolo anche nella redazione dei piani di sviluppo”
Il punto di vista della Cisl
Il modello da seguire, secondo la Cisl, principale promotrice della raccolta firme della proposta di legge sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione e agli utili delle loro aziende, è quello tedesco. Il segretario Luigi Sbarra già nei mesi scorsi ha avuto modo di spiegare:
“La partecipazione attiva dei lavoratori alla vita aziendale è cruciale per migliorare la produttività e il benessere. Questa legge mira a instaurare una cultura aziendale inclusiva e partecipativa, promuovendo salari più alti, maggiore sicurezza e investimenti radicati nei territori. È un passo importante verso una maggiore democrazia economica nelle decisioni aziendali”
In cosa consiste la proposta di legge
Ma, nel dettaglio, cosa c’è nella proposta di legge? In 22 articoli, essa prende piede dall’articolo 46 della Costituzione che promuove e incentiva la democrazia economica e la partecipazione gestionale, finanziaria, organizzativa e consultiva dei lavoratori alle imprese
L’articolo 3 esplicita come possa realizzarsi concretamente la partecipazione. Ad esempio, con l’ingresso dei rappresentanti dei lavoratori nei Consigli di sorveglianza nelle imprese che fanno proprio il sistema dualistico di governance.
L’articolo 4 prevede la partecipazione nel cda sulla base dei contratti.
L’articolo 5 prevede che le società a partecipazione pubblica debbano integrare il cda con almeno un amministratore designato dai lavoratori dipendenti.
E la distribuzione degli utili aziendali ai dipendenti? Se ne parla nell’articolo 6 prevedendo un’imposta sostitutiva su questi redditi del 5% entro il limite di 10 mila euro annui lordi.
Da citare, infine, anche l’articolo 8 perché, sul modello anglosassone, introduce un fondo fiduciario a cui i lavoratori possono affidare le loro quote azionarie al fine di farle pesare nelle assemblee societarie.
Il diritto alla disconnessione e la settimana breve
Sta di fatto che in commissione Lavoro si stanno discutendo anche altre due proposte di legge che potrebbero cambiare il mondo del lavoro italiano. La prima è quella avanzata dal Pd del diritto alla disconnessione: mai più email o messaggi fuori dall’orario di lavoro, a meno che i compiti extra non vengano pagati come straordinario.
“Su questa proposta non credo che siano ancora maturi i tempi, è un tema enorme”
rivela però a Tag24.it il presidente Rizzetto.
Più a portata di mano, invece, è l’intesa sull’introduzione della settimana breve: 32 anziché 40 ore settimanali spalmabili su 4 anziché 5 giorni a settimana. Sempre Rizzetto:
“In molte aziende è già realtà. Su questa proposta, un nodo è rappresentato solo dal bonus che il centrosinistra vorrebbe dare alle aziende per incentivarla: ne vale la pena?”