Un pozzo senza fondo, che diventa sempre più inquietante con il passare dei giorni. Il dossieraggio sui conti correnti di esponenti di spicco della politica italiana, emerso da un’inchiesta di Bari su un dipendente del gruppo Banca Intesa, vede oggi, 11 ottobre 2024, aggiungersi il nome di Angelo Bonelli nell’elenco degli spiati.

L’esponente di Alleanza Verdi e Sinistra si dice “sconcertato” dalla notizia e non risparmia accuse alla presidente del Consiglio, a suo dire troppo impegnata a fare la vittima anziché intervenire affinché simili episodi non si verifichino.

Intanto, le indagini proseguono con la procura di Bari che cerca di eventuali complici di Vincenzo Coviello, il dipendente dell’istituto bancario ritenuto responsabile dell’attività illecita i cui scopi restano ancora oscuri.

Dossieraggio Banca Intesa, Bonelli: “Sconcertato ma ho fiducia nell’autorità giudiziaria”

È proprio sul movente ancora sconosciuto di Vincenzo Coviello, il 52enne di Bitonto in provincia di Bari accusato dello spionaggio, che si concentra Bonelli quando i cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Lorenzo Brancati, gli chiedono un commento sulla notizia che anche il suo nome compare nell’elenco dei conti correnti ‘spiati’ dall’uomo.

L’esponente di Avs dichiara di essere “abbastanza sconcertato” dalla vicenda ma di avere “fiducia nell’autorità giudiziaria” sulla quale confida proprio per chiarire “le ragioni e il motivo per cui questo personaggio ha fatto un lavoro di questo genere.

Superato lo sgomento per la gravità del fatto, restano le perplessità su come un simile episodio sia stato possibile, nei confronti di un istituto di credito, Banca Intesa, noto per essere la tesoriera dei parlamentari.

Ecco, allora, che Bonelli si scaglia contro Giorgia Meloni, il cui conto corrente figura anch’esso tra quelli controllati, come da lei stessa denunciato con un post sui social. Un altro esempio del vittimismo della premier, secondo il portavoce dei Verdi, che in un post su X (ex Twitter) la invita a svolgere il suo lavoro per “rendere più sicura la rete informatica“.

L’indagine prosegue alla ricerca dei complici di Coviello, Bankitalia chiede chiarimenti a Intesa San Paolo

Le indagini, dunque, proseguono nel tentativo di mettere un ‘tappo’ a una falla nella sicurezza delle istituzioni che non ha precedenti nella storia d’Italia.

Secondo i dati emersi finora, infatti, Coviello avrebbe effettuato quasi 7 mila accessi non autorizzati (6mila 637) sui conti di 3mila 572 clienti di Banca Intesa, grazie alle credenziali di cui era in possesso in virtù del suo ruolo all’interno della filiale di Bisceglie dell’istituto bancario

I reali scopi dell’uomo restano indecifrabili, ecco perché la procura di Bari che si occupa delle indagini ha reso noto, nel decreto di perquisizione e sequestro ai danni di Coviello, di essere impegnata nella ricerca di suoi eventuali complici, mandanti dell’operazione e destinatari delle informazioni sottratte illecitamente sugli esponenti di spicco della politica italiana e delle istituzioni.

Parallelamente, alcune fonti della Banca d’Italia hanno fatto sapere che l’istituto di via Nazionale si è mosso ufficialmente per chiedere “chiarimenti” a Intesa San Paolo su quanto accaduto e su quali misure intenda adottare.

Le fonti precisano, infatti, che sono le singole banche responsabili della sicurezza dei dati dei propri clienti e che spetta a loro, dunque, “presidiare questi rischi mediante i loro sistemi di controllo interno“. Quella che sembra, insomma, una risposta implicita a quanti chiedevano un’attività più capillare di sorveglianza da parte di Bankitalia.