Identificata per la prima volta in Germania lo scorso giugno, la nuova variante del coronavirus, denominata XEC, si sta rapidamente diffondendo in Europa e a livello globale. Secondo gli esperti, questa variante potrebbe diventare prevalente con l’arrivo dell’inverno.

Questa nuova variante è stata inizialmente individuata dai ricercatori a Berlino e, da allora, si è diffusa in almeno 27 Paesi. Gli scienziati ritengono che la XEC sarà la principale variante con cui dovremo confrontarci nei prossimi mesi, ma attualmente non desta particolare preoccupazione. Appartenendo alla famiglia delle varianti Omicron, sembra provocare sintomi simili a quelli già noti, senza un aggravamento particolare. L’unico fattore di attenzione è la sua elevata capacità di trasmissione, che ha portato questa variante a soppiantare altre sottovarianti in alcune aree d’Europa, con un incremento più rapido del numero di contagi.

Covid, variante Xec: diffusione

Anche in Italia è stata rilevata durante l’estate, a partire da luglio insieme alla variante Kp3, e da allora i contagi sono aumentati costantemente, sebbene al momento non sia stato emesso alcun allarme specifico. Il Ministero della Salute, attraverso l’ultimo bollettino settimanale relativo al periodo tra il 26 settembre e il 2 ottobre, ha riportato un totale di 13.073 nuovi casi di Covid nel Paese, di cui il 10% attribuiti alla variante XEC. Tuttavia, la situazione appare sotto controllo, senza ripercussioni sugli ospedali né emergenze sanitarie. In previsione dell’inverno, è comunque consigliato adottare misure preventive, specialmente per proteggere le persone più vulnerabili da forme severe della malattia.

Sintomi

I sintomi rimangono pressoché invariati rispetto a quelli già conosciuti:

  • febbre,
  • dolori muscolari,
  • affaticamento,
  • tosse e mal di gola.

Anche il grado di severità dell’infezione e l’efficacia del vaccino contro le forme gravi della malattia sono stabili, secondo quanto riferito dall’ECDC. Tuttavia, occorre prestare attenzione agli asintomatici, che inconsapevolmente possono diffondere il virus, rappresentando un rischio per le persone fragili.