Una tragica notizia ha colpito il mondo del giornalismo politico e di guerra. Oggi 11 ottobre 2024 è stata resa ufficiale la morte di Victoria Roshchyna, reporter ucraina che era stata catturata in circostanze poco chiare dalle forze armate russe nell’agosto 2023 e poi portata in prigione.

Roshchyna si trovava nei territori occupati dell’Ucraina orientale per realizzare alcuni reportage. Vediamo in quest’articolo chi era.

Chi era Victoria Roshchyna, la reporter ucraina morta in una prigione russa: qual è la causa del decesso?

Anche se la speranza è stata tenuta viva fino all’ultimo, oggi 11 ottobre 2024 è arrivata la conferma di una notizia che nessuno avrebbe voluto ricevere. E’ morta in una prigione russa Victoria Roshchyna, reporter dell’Ukrainska Pravda, dell’Hromadske e di Radio Free Europe

Roshchyna avrebbe compiuto 28 anni giusto questo mese ed era stata catturata dalle forze armate russe mentre attraversava, nell’agosto 2023, i territori occupati al confine con l’Ucraina. Dal quel momento in poi c’erano state pochissime notizie, molto frammentarie ed ottenute dagli amici, dai familiari e dai colleghi della reporter in modo non ufficiale.

Le autorità giudiziarie e militari russe, infatti, avevano negato fino a maggio 2024 di esser stati i responsabili della scomparsa di Roshchyna, per poi affermare che era stata messa in custodia in una non meglio specificata prigione russa.

Le cause della sua morte sono al momento ignote e non è ancora disponibile la versione ufficiale da parte della Russia, che ha solo affermato che il decesso sarebbe avvenuto il 19 settembre 2024. Sono altresì ignote anche le circostanze del suo arresto.

In una nota dell’International Women’s Media Foundation (IWMF) si ricorda la figura di Roshchyna e la sua passione per il lavoro di giornalismo. Nel 2022 proprio quest’associazione le aveva conferito il premio Courage in Journalism per i suoi reportage dall’Ucraina orientale:

La scomparsa di Victoria non è solo la perdita di una donna straordinaria, ma di un’intrepida testimone della storia. Indipendentemente dalla causa della sua morte, possiamo dire con certezza che la sua vita è stata tolta perché ha osato dire la verità. Ci auguriamo che la sua morte non sia vana: la comunità internazionale deve fare pressione sulla Russia affinché cessi di prendere di mira i giornalisti e di mettere a tacere la libertà di stampa.

Secondo alcune informazioni provenienti dall’Ucraina, la reporter sarebbe dovuta tornare presto nel suo paese natale grazie ad uno scambio di prigionieri.

Perché Putin attacca i giornalisti e la libertà di stampa? Tanti colleghi ricordano Roshchyna

Non appena avuta conferma della notizia, molti colleghi giornalisti hanno espresso la propria rabbia verso una morte ritenuta ingiusta e palesemente legata a dinamiche di potere che nulla avrebbero a che fare con la libertà di stampa.

Roshchyna, pur trovandosi dall’altra parte della barricata nel conflitto fra Russia ed Ucraina, era comunque lavorava mettendo a rischio la propria vita per offrire testimonianze dirette di quanto stava e sta accadendo. Il fatto che fosse stata arrestata e poi portata in prigione rappresenta l’ennesimo campanello d’allarme sulla precarietà del lavoro dei reporter di guerra.

Stefania Battistini, giornalista della Rai, è stata recentemente inserita in una lista di reporter da arrestare in contumacia insieme al collega Simone Traini: il suo omaggio su X per ricordare Roshchyna è tanto più sentito quanto le sue attuali circostanze impongono un’attenzione maggiore su quanto il rapporto fra politica e giornalismo sia difficile.

Anche RSF (Reporter Senza Frontiere) ha espresso le proprie condoglianze alla famiglia della reporter ucraina, chiedendo urgentemente un’inchiesta sulla circostanza del suo decesso. Difficile però che dalla Russia abbiano il tempo e la voglia di rispondere, dato che le autorità locali preferiscono etichettare qualunque giornalista a loro non allineato come “agente straniero”.