Gli spari dell’IDF contro due basi italiane dell’Unifil in Libano diventano un caso politico internazionale. In Italia il ministro della Difesa Guido Crosetto ed il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno chiesto alle autorità israeliane una riposta chiara ed inequivocabile su quanto accaduto ieri 10 ottobre 2024.
Un attacco deliberato o un incidente? L’ambasciatore israeliano ha promesso a Tajani e Crosetto l’apertura di un’inchiesta, ma nel frattempo l’esercito di Israele continua i suoi attacchi nel Libano. Morto un comandante supremo della Jihad islamica palestinese, mentre continua a salire il numero delle vittime civili libanesi.
Vediamo in quest’articolo cosa succede oggi 11 ottobre e quali sono i prossimi sviluppi della guerra in Libano.
Guerra in Libano, le forze dell’IDF attaccano 2 basi italiane dell’Unifil: cosa succede ora?
Il Libano, stato la cui prosperità politica ed economica si è persa dopo la sanguinosa guerra civile terminata nel 1990, è stato invaso da Israele nei primi giorni di ottobre ed il rischio di trovarsi in un’altra sanguinosa guerra è ormai una certezza.
L’attacco dell’IDF a 3 basi dell’Unifil, avvenuto ieri 10 ottobre 2024 nel sud del Libano, ha coinvolto anche le due gestite da contingenti italiani. Non risultano feriti gravi, se non due soldati indonesiani che hanno necessitato di cure leggere: resta comunque un atto militare e politico molto grave da parte di Israele, che invadendo il Paese dei Cedri si è attirata molte critiche da parte della comunità internazionale e dell’ONU.
In molti di domandano cosa succederà ora, ma è difficile prevedere nel lungo futuro le intenzioni da parte degli apparati politico e militare israeliano. L’intenzione del premier Benjamin Netanyahu è quella di chiudere una volta per tutte la partita con Hezbollah, attendendo il momento giusto per colpire anche l’Iran.
Nelle prime ore di oggi 11 ottobre 2024 l’esercito israeliano ha attaccato altre basi del gruppo terroristico libanese, affermando di aver ucciso il comandante supremo della Jihad islamica palestinese Mohammad Abdullah, in un raid aereo ieri a Tulkarem in Cisgiordania. L’IDF ha affermato anche che Abdullah è stato responsabile in passato di diversi attacchi terroristici.
Come afferma il ministero della Salute libanese, i bombardamenti israeliani hanno causato la morte di 2.141 persone e ne hanno ferite altre 10.099. Dal lato dell’IDF, invece, fonti dell’esercito indicano in 12 il numero di soldati caduti.
Altri spari dell’IDF contro le basi dell’Unifil
La situazione resta tesa e vengono segnalati altri spari dell’esercito israeliano contro le forze dell’Unifil. Un rapporto delle Nazioni Unite ha segnalato che nella mattinata di oggi un punto di osservazione Unifil nella sua base principale a Naqoura, nel Libano meridionale, è stata colpita dall’IDF.
Due soldati sarebbero rimasti feriti, ma non ci sono notizie al momento sulle loro condizioni di salute. L’esercito israeliano non ha voluto commentare la relazione presentata dall’ONU.
Le reazioni della politica internazionale, da Crosetto e Michel: “Quello che ha fatto Israele è inaccettabile”
Considerata la nazionalità delle 2 basi colpite le reazioni maggiori si sono sviluppate in Italia. Sia il ministro della Difesa Guido Crosetto che il ministro degli Esteri Antonio Tajani hanno parlato in momenti diversi della giornata di ieri, ma entrambi sono concordi nell’esigere spiegazioni formali da parte dell’esercito e dell’apparato politico israeliani.
Ciò che però ha fatto storcere il naso ad alcuni è che Crosetto, nella conferenza stampa di ieri a Palazzo Chigi, abbia usato un condizionale (“gli atti ostili computi e reiterati delle forze israeliane contro la base 1-31 potrebbero costituire crimini di guerra“) che pur in un momento in cui mancano informazioni sul campo, sembrano concedere un generoso beneficio del dubbio all’IDF.
Il ministro della Difesa ha comunque ricordato che la situazione è attualmente sotto controllo e che i soldati italiani presenti nelle 2 basi attaccate non sono rimasti feriti. Crosetto ha poi aggiunto, rifiutando l’idea di spostare le missioni italiane dell’Unifil più a nord suggerita da Israele:
Ho detto all’ambasciatore di riferire al governo israeliano che le Nazioni Unite e l’Italia non possono prendere ordini da Israele. Le Nazioni Unite e l’Italia sono lì in attuazione di una risoluzione delle Nazioni Unite e l’unico modo con cui si può discutere quello che facciamo è ponendo formalmente il tema alle Nazioni Unite, e non sicuramente dando ordini alle nazioni libere che sono lì per difendere il diritto internazionale. Non è accettabile, perché noi difendiamo il diritto internazionale sempre e comunque, in ogni paese e da chiunque.
Come accennato, anche il leader di Forza Italia e vicepremier Antonio Tajani ha avuto modo di commentare la vicenda non appena rientrato da un viaggio diplomatico in Argentina. Anche senza usare i termini perentori di Crosetto, Tajani ha voluto ricordare che il diritto all’autodifesa di Israele non deve esulare dal rispetto del diritto internazionale in ogni circostanza:
Israele può difendersi militarmente, ha tutto il diritto di rispondere al barbarico assalto del 7 ottobre. Ma le sue operazioni devono rispettare in ogni momento il diritto internazionale, i civili e in questo caso i contingenti delle Nazioni Unite. Mi hanno sempre risposto che comprendevano pienamente i nostri messaggi, che avrebbero garantito le nostre indicazioni a chi opera sul campo.
Infine, tocca anche alle istituzioni europee far sentire la propria voce con Charles Michel. Il presidente del Consiglio europeo ha definito, come già accaduto in altre circostanze, “inaccettabile” il comportamento dell’esercito israeliano, con un attacco ad un corpo (l’Unifil) i cui scopi sono prettamente umanitari:
Un attacco contro una missione di pace delle Nazioni Unite non è responsabile, non è accettabile ed è per questo che invitiamo Israele e tutte le parti a rispettare pienamente il diritto umanitario internazionale.
Renzi chiede risposte a Tajani: “Situazione grave, il ministro riferisca immediatamente”
L’attacco israeliano alle basi Unifil italiane è diventato ben presto argomento di scontro politico fra i vari partiti. Matteo Renzi, leader di Italia Viva, ieri ai giornalisti presenti fuori Montecitorio ha chiesto che Tajani riferisca il prima possibile alla Camera e al Senato riguardo la situazione in Libano.
L’ex premier lamenta una mancanza di comunicazioni tanto più cruciale quanto più la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente:
Chiediamo che il ministro Tajani ci relazioni immediatamente. Non abbiamo conferme ufficiali da parte del governo ma leggiamo sui giornali di questo doppio o addirittura triplo intervento contro le strutture Unifil. Ricordo che Tajani aveva detto di avere la certezza che nessuno avrebbe toccato il nostro contingente. A maggior ragione è doveroso per Tajani venire a spiegare cosa sta accadendo.