Intercettazioni, dossieraggi e conti correnti sotto controllo: più che quelle delle istituzioni, Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi oggi, 10 ottobre 2024, sembrano essersi trasformate nella casa del Grande Fratello. Facendo vittime illustri, a cominciare dalla premier Giorgia Meloni, la quale ha appreso dal quotidiano Domani che a Bari c’è un’inchiesta perché i suoi conti correnti, quelli della sorella Arianna, dell’ex compagno Andrea Giambruno, del presidente del Senato Ignazio La Russa, dei ministri Guido Crosetto e Daniela Santanché, del neo commissario europeo Raffaele Fitto e ancora di altri politici (ci sono anche i Governatori della Puglia Michele Emiliano e del Veneto Luca Zaia) sarebbero stati spiati da un dipendente di Banca Intesa, già licenziato nelle scorse settimane. Tutto questo, il giorno dopo che il Senato ha votato una riforma delle intercettazioni che già rischia di far deflagrare ciò che resta del Campo largo.
Il Grande Fratello nelle istituzioni con intercettazioni, dossieraggi e conti correnti dei politici spiati
La centrale del 007 (si fa per dire) che ha messo a soqquadro la politica italiana era a Bitonto: è dalla filiale Banca Intesa della cittadina in provincia di Bari che il funzionario infedele avrebbe messo nel mirino i conti corrente di politici e uomini delle istituzioni, da quelli di Giorgia Meloni a quello del procuratore dell’Antimafia Giovanni Melillo. Sarebbero stati addirittura 7 mila gli accessi abusivi che avrebbe effettuato tra il febbraio del 2022 e l’aprile del 2024.
Non si conosce il motivo per il quale il funzionario avrebbe spiato continuamente questi conti (Banca Intesa è la tesoriera dei parlamentari), ma Giorgia Meloni, nel commentare l’inchiesta, più esplicita non poteva essere sui social
“Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano” a cosa si riferisce? Beh, fin troppo facile pensare a un’altra inchiesta: quella della Procura di Perugia guidata da Raffaele Cantone per accesso abusivo alle banche dati legate all’Unità di Informazione Finanziaria istituita presso la Banca d’Italia. Ieri, 9 ottobre, proprio per questa vicenda è stato ascoltato dal Copasir il ministro Crosetto.
La riforma delle intercettazioni
Ma tant’è: nelle stesse ore in cui è scoppiato il caso dei conti correnti spiati che vedrebbe ben 3500 vittime illustri, compreso uomini delle Forze dell’ordine, vip e sportivi, la politica si è infiammata anche sulla riforma delle intercettazioni che ieri, 9 ottobre, è passata al Senato. Di cosa si tratta? In pratica, di una modifica dell’articolo 267 del Codice di procedura penale che fissa a 45 giorni il periodo massimo in cui è possibile ascoltare le conversazioni degli indagati, a meno che non emergano “elementi specifici e concreti” che possono far scattare delle proroghe.
Questa novità ha fatto subito salire sulle barricate Movimento Cinque Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e Pd. Mentre la parte riformista del centrosinistra rappresentata da Italia Viva, Azione e Più Europa ha votato assieme alla maggioranza: la norma, che non vale per i reati più gravi di criminalità organizzata e terrorismo, in attesa dell’esame della Camera, è passata con 83 sì, 49 no e un astenuto.
Matteo Renzi: “Il Pd non è più un partito garantista”
Ieri, a difendere le ragioni della riforma a Palazzo Madama c’è stato anche Matteo Renzi, che da parlamentare venne intercettato illegalmente. Il leader di Italia Viva ha ricordato i limiti fissati a tal proposito già dalla Cassazione oltre che il diritto alla privacy da tutelare ed è stato applaudito dal centrodestra. La qual cosa subito ha fatto scattare l’ulteriore scomunica dei duri e puri del centrosinistra che, tanto più per questo, non lo vogliono più vedere nel loro campo.
In ogni caso, l’ex premier, oggi, si è presentato davanti alla telecamera di Tag24 con queste parole
Per dire come lo scontro sia duro attorno alla riforma delle intercettazioni, se Renzi ha evocato la Costituzione, il garantismo e i diritti umani, il senatore del Movimento Cinque Stelle, il magistrato Roberto Scarpinato, citato dallo stesso Renzi al microfono di Lorenzo Brancati, in Aula è arrivato a dire:
“E’ un atto politico con gravi ricadute sulla nostra convivenza civile, un lucido disegno politico per smantellare selettivamente i presidi dello Stato e favorire affaristi spregiudicati e colletti bianchi legati da matrimoni di interesse con le mafie”
Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto: “Nuove norme per prevenire il dossieraggio”
E il Governo? Come è intervenuto nella vicenda intercettazioni? L’ha fatto con il passo felpato del viceministro targato Forza Italia Francesco Paolo Sisto, anche lui al microfono di Tag24:
“La riforma è equilibrata, media tra il sacrosanto diritto alle indagini e quello alla riservatezza. Bonelli dice che senza le intercettazioni non si sarebbe preso Matteo Messina Denaro? Le intercettazioni sono prorogabili se il giudice ritiene che ci sono gli estremi per farlo. Non abbiamo inserito alcun blocco”
In ogni caso, Sisto è intervenuto anche sul capitolo dossieraggi, annunciando anche in questo campo dei nuovi interventi normativi:
“Il dossieraggio è diventato uno sport nazionale: bisogna avviare una riflessione per colpirlo preventivamente. Se lo si fa solo dopo, il danno è già stato fatto”
Il Grande Fratello è avvisato.