Brocche per il vino e ornamenti funebri risalenti all’epoca etrusca lasciati per sessant’anni in soffitta come fossero normali souvenir. La famiglia danese Sondergaard ha deciso di restituire all’Italia alcuni reperti etruschi acquistati dal padre Bent negli anni ’60. L’uomo comprò la serie di ornamenti spacciati come souvenir da un abitante di Cerveteri, dove sorge la Necropoli etrusca, e per quasi sessant’anni li ha tenuti nascosti nella propria soffitta. I figli di Bent Sondergaard, al momento della sua morte, hanno deciso di restituire questa serie di reperti all’Italia dopo averne appurato l’autenticità.

Non è il primo caso di restituzione di reperti archeologici. Di recente, secondo quanto riportato dal quotidiano inglese The Guardian, sempre più persone restituiscono oggetti storici spacciati come souvenir.

Una famiglia danese vuole restituire reperti etruschi all’Italia

Quelli che ha acquistato Bent Sondergaard nel 1960 durante un viaggio in Italia non erano delle riproduzioni ma veri e propri corredi funebri sottratti dalla Necropoli di Cerveteri, a nordovest di Roma. Secondo quanto riportano i figli di Bent, il padre avrebbe comprato i reperti da un abitanti del posto che probabilmente gli ha sottratti dalla ‘Città dei morti‘ per racimolare qualche soldo dai turisti. Sondergaard pagò molto poco gli oggetti pur sapendo del loro valore storico.

I corredi funebri sono stati portati dall’Italia alla Danimarca e sono rimasti nella polverosa soffitta della casa di Bent. Dopo 60 anni, la famiglia ha portato gli insoliti ‘souvenir‘ dall’archeologo Christos Tsirogiannis che è riuscito a risalire alla loro origine ed ha confermato di conseguenza la loro autenticità.

Secondo l’archeologo la sola brocca di vino – il cui nome greco è ‘oinochoe‘ – che fa parte della piccola collezione di reperti varrebbe intorno ai 6000 euro.

Le difficoltà nella restituzione dei beni

Bent Sondergaard è morto nel mese di aprile di quest’anno e ha chiesto tra le sue ultime volontà che i reperti venissero restituiti. La famiglia dell’uomo sapeva che gli oggetti acquistati in Italia hanno un grande valore storico e anche per questa ragione non li hanno mai esposti ed hanno preferito conservarli. I figli di Bent ora vorrebbero esaudire il suo ultimo desiderio ma hanno chiesto una consulenza legale per capire come riportare i corredi funebri nel loro luogo d’origine.

Per ora Mads Herman e sua sorella hanno inviato un messaggio all’ambasciata italiana in Danimarca per capire come poter restituire i corredi funebri che nel frattempo saranno custoditi all’interno di un magazzino.

Qualche anno fa lungo il letto del fiume Po, durante un periodo di secca, sono ricomparsi alcuni oggetti risalenti a otto secoli fa.

Due casi simili

Acquistare reperti storici spacciati per souvenir per poi pentirsi e restituirli, questo è un copione che negli ultimi anni si è ripetuto più volte. Solo un anno fa una donna irlandese si è accorta di avere in casa oggetti appartenenti agli aborigeni africani risalenti al XIX secolo e li ha rispediti nel loro luogo d’origine.

Un secondo caso riguarda sempre reperti acquistati in Italia, più esattamente a Napoli. Un cittadino statunitense ha restituito vasi e statuette risalenti al VI e al III secolo a.C. trovati nella casa del padre defunto.

In Italia un caso analogo si è verificato a Terni dove un uomo ha trovato nella propria casa dei reperti storici e li ha restituiti.