Non solo il salario minimo. Ieri al Senato, Italia Viva, ha votato ancora un volta con il centrodestra e lo ha fatto su un tema molto controverso, ovvero, la stretta sulle intercettazioni. Un voto in accordo con la matrice garantista che da sempre viene rivendicata dal leader Matteo Renzi, che però non è piaciuto ai possibili alleati del campo progressista di centrosinistra.

In gioco naturalmente non c’è solo un voto, per quanto determinate, bensì la definizione del perimetro nazionale della coalizione di centrosinistra, il fu campo largo, oggi Campo progressista, o, Alleanza che si candida tra due anni a rappresentare l’alternativa a Giorgia Meloni e al centrodestra.

Un perimetro che il Pd, o almeno la parte più vicina alla segretaria Elly Schlein, vorrebbe allargare anche all’ex presidente del Consiglio, oggi leader di Italia Viva. Di diverso avviso Movimento 5 Stelle e Avs che se potessero sbarrerebbero e chiuderebbero a tripla mandata la porta della coalizione pur di non farvi entrare il ‘rottamatore’ per eccellenza.

Il voto di ieri al Senato naturalmente non ha aiutato la causa, anche in vista degli appuntamenti elettorali in Umbria ed Emilia Romagna, come si evince dalle dichiarazioni al vetriolo del leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli intervistato dall’inviato di Tag24.it Michele Lilla.

Intercettazioni, Renzi vota con la destra. Era successo anche con il salario minimo

Nella seduta di ieri – mercoledì 9 ottobre – al Senato è stata approvata la proposta di Forza Italia di limitare le intercettazioni telefoniche a un termine di 45 giorni per i reati che non riguardano la criminalità organizzata e il terrorismo. L’approvazione è stata resa possibile anche dal voto di Italia Viva e Matteo Renzi ha spiegato così la scelta:

“Non è criminale dire che ci vogliono dei limiti nel tempo dell’infosfera dei diritti. Il tema del rispetto dei diritti è un tema di diritti umani. Chi chiede di mettere dei limiti alle intercettazioni non sta facendo un regalo alla criminalità sta difendendo la Costituzione della Repubblica italiana”.

Il voto di ieri è il secondo nel giro di una settimana in disaccordo con la maggioranza. La scorsa settimana, infatti, lo ‘strappo’ era intervenuto alla Camera dei Deputati in merito all’emendamento unitario delle opposizioni sull’introduzione del salario minimo a 9 euro. In quell’occasione Italia Viva non votò contro ma si astenne, contribuendo alla bocciatura del provvedimento.

Bonelli a Schlein: “Prendiamo atto che Renzi si è schierato con la destra”

Giustizia e lavoro sono due temi su cui Italia Viva sembra avere idee in disaccordo con le altre forze di centrosinistra. In un’intervista a Tag24.it, il deputato del Partito Democratico Arturo Scotto aveva sottolineato come all’interno del perimetro del campo progressista dovrebbero rientrare solo le forze politiche che condividono la linea su alcuni temi fondamentali.

Intanto questa mattina il leader di Avs, Angelo Bonelli, non ha perso occasione per sottolineare le implicazioni della scelta di Renzi di votare insieme alla destra.

“Prendiamo atto che Renzi si è schierato con la destra e a questo punto penso che chi aveva dei dubbi, mi auguro che questi dubbi se li sia chiariti.”

Un riferimento a Elly Schlein?

“Un riferimento a chi pensa che si possa costruire un’alleanza insieme a Renzi. Ieri è stata la dimostrazione che questo non è possibile.”

ha concluso Bonelli.

Sulla stessa lunghezza d’onda il collega Nicola Fratoianni.

“Nuovamente. Renzi ha nuovamente votato con la destra. Basterebbe questo per finirla qui. Per essere alternativi alla destra in modo credibile è difficile essere alternativi.”