Emergono nuovi dettagli sull’omicidio della 72enne Letizia Girolami, trovata morta in un terreno di campagna di Foiano della Chiana, in provincia di Arezzo, poche ore dopo la sua scomparsa, datata 5 ottobre 2024: durante l’ultimo interrogatorio, l’ex fidanzato della figlia, il 37enne di origini pachistane Irfan Rana Mohamed, già reo confesso di averla uccisa, ha fatto luce anche sul movente.

Letizia Girolami uccisa a Foiano della Chiana, la ricostruzione del movente da parte del reo confesso

Sembra che alla base del delitto ci sia una lite nata per la sparizione di alcuni pulcini di pavone di cui Letizia Girolami si prendeva cura nel casolare di famiglia. Nella mattinata di sabato, 5 ottobre, insieme all’ex fidanzato della figlia Irfan Rana Mohamed – che, in attesa di trovare un’altra sistemazione, viveva ancora con lei e il marito, occupandosi di diversi lavoretti – si sarebbe recata a controllare come stessero gli animali dopo un violento temporale, non trovandoli al solito posto.

Furiosa, secondo la ricostruzione del 37enne, avrebbe quindi iniziato a prendersela con il marito assente (suo “grande amico”), accusando anche Rana, che a un certo punto avrebbe perso il controllo. “Non ci ho visto più e l’ho colpita”, avrebbe raccontato agli inquirenti durante l’interrogatorio di ieri, 9 ottobre 2024, spiegando di aver utilizzato una vanga trovata nelle vicinanze.

A confermarlo o smentirlo sarà l’autopsia, che il medico-legale incaricato dalla Procura, il professor Mario Gabbrielli, eseguirà in giornata a Siena sulla salma della vittima. Tra i quesiti a cui rispondere, anche quello relativo all’orario del decesso. Subito dopo, per sua stessa ammissione, Rana si sarebbe dileguato, dirigendosi in treno verso Prato con l’intenzione di “cercare lavoro”. Qualche ora dopo, l’arresto per omicidio volontario e la confessione. Al momento si trova in carcere ad Arezzo. È difeso dall’avvocata Fiorella Bennati.

La scomparsa, seguita dal ritrovamento del corpo

L’allarme era scattato sabato sera, quando il marito della 72enne, non vedendola rincasare per cena, si era spaventato, chiamando la figlia, all’estero, e denunciandone la scomparsa. Nel corso della notte, durante le ricerche dei vigili del fuoco e dei carabinieri, il corpo della donna era stato trovato senza vita in un terreno di campagna collegato al casolare di famiglia.

Presentava una profonda ferita alla testa. Ferita compatibile con un oggetto contundente, che aveva subito portato i carabinieri ad ipotizzare che dietro la sua morte ci fosse un fatto omicidiario. Durante l’audizione di coloro che la conoscevano, l’ammissione del 37enne.

Originaria di Roma, Letizia si era stabilita da anni nell’Aretino, dove, con l’aiuto del marito – pittore di origini canadesi -, aveva recuperato la casa del padre, trasformandola nella propria residenza; nella Capitale continuava ad esercitare la professione di psicoterapeuta.

Amava la natura, ma anche la cultura sciamanica, dedicandosi ad attività di diverso tipo. I suoi profili social sono colmi di immagini di piante e fiori, ma anche di foto che la ritraggono in momenti di meditazione. In tanti la ricordano.

Mia dolce e importante psicoterapeuta di anni passati e poi dolce presenza gentile e sottile a distanza. È stato qualcuno a decidere che tu terminassi qui la tua esistenza terrena. È doloroso accettarlo. Ti tengo nel cuore e con te tutti i tuoi preziosi insegnamenti. Buon viaggio… Grazie per la tua gioiosa presenza,

le parole condivise da un’utente. Le indagini condotte dalla pm Laura Masiello, intanto, proseguono serrate. L’obiettivo? Arrivare alla verità. Capire se il movente sia davvero quello ricostruito dal presunto assassino.

Le ultime notizie di cronaca

La notizia della morte della 72enne ha lasciato esterrefatta la comunità locale, seguendo di qualche giorno quella altrettanto tragica di Marco Ricci, l’operaio edile di 39 anni precipitato per oltre dieci metri nel vano ascensore di una palazzina che stava ristrutturando nell’ambito dei lavori volti alla realizzazione del parco dedicato alle vittime del crollo del ponte Morandi, a Genova. Originario di Sansepolcro, sempre in provincia di Arezzo, aveva ancora tutta la vita davanti: in tre sono indagati per ciò che gli è accaduto.