Giornata caotica in Medio Oriente. L’ennesima. Anzi, da un certo punto di vista, la più frenetica e con tante novità sul fronte della diplomazia o presunta tale, almeno è quella che definiscono tale Biden e Harris che nella lunga telefonata con Netanyahu hanno definito quanto si dovrà fare da qui alle prossime ore. Ma la vera novità della giornata arriva proprio dagli Stati Uniti dove si ha la certezza che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, sia, non solo vivo, ma che continui a dettare le strategie direttamente dal sottosuolo di Gaza.
Si dice che sia nascosto in un tunnel sotterraneo di Gaza, perfino con degli ostaggi nelle vicinanze che gli garantiscono una certa sicurezza, anche perché con loro vicino, Israele non attaccherà più come sta facendo in modo sistematico da sempre. Ad avere la sicurezza che il leader di Hamas sia ancora vivo e più che determinato è il delegato della Casa Bianca per il Medio Oriente, Brett McGurk.
Dagli Usa “Sinwar è vivo”, ma l’esercito israeliano avvisa Netanyahu: accordo sugli ostaggi o ci fermiamo
Per gli americani e soprattutto per il delegato alla Casa Bianca McGurk “Yahya Sinwar rimane colui che prende le decisioni. Rimane, crediamo, vivo e in un tunnel sotto Gaza, tenendo in ostaggio, e probabilmente con ostaggi nelle sue vicinanze“. E non l’ha detto in una dichiarazione alla stampa, bensì durante una telefonata con i rabbini americani e si tratta di un dettaglio importante, anche perché è l’aggiornamento più dettagliato sullo stato di Sinwar da parte di un alto funzionario statunitense da settimane, se non mesi. Un dettaglio da non trascurare, anche perché non c’è stata alcuna smentita in questo senso.
C’è da dire che negli ultimi giorni, Sinwar avrebbe perfino ristabilito i contatti con altri e altri funzionari di Hamas che non si trovano a Gaza e lo sta facendo in maniera sistematica, nonostante si pensasse fosse morto in uno degli ultimi attacchi di Israele. Al di là di tutto, c’è la grande convinzione che la guerra a Gaza potrebbe finire immediatamente se Sinwar accettasse di rilasciare i restanti 101 ostaggi che ancora sono detenuti dai terroristi di Hamas.
E su questo c’è il diktat dell’esercito israeliano che ha inviato una richiesta non negoziabile al premier d’Israele Netanyahu, ovvero si tenti di trovare un accordo sugli ostaggi anche perché i militari dell’Idf non andranno più avanti nell’offensiva.
Il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, Matthew Miller, ha affermato che anche il Segretario di Stato, Antony Blinken, ha partecipato alla conversazione tra il Presidente, Joe Biden, la Vicepresidente Kamala Harris e il Primo Ministro israeliano, Benjamin Netanyahu.
Miller ha anche fatto riferimento ai combattimenti nel Libano meridionale e ha osservato che “ciò a cui stiamo assistendo oggi sul campo sono azioni limitate dell’IDF lungo il confine, senza addentrarci nel territorio”. Secondo lui, “questo è il modo in cui definiamo le attività limitate, in base al territorio. Ma siamo consapevoli della lunga storia di Israele che inizia con operazioni limitate che si trasformano in operazioni più estese e che si trasformano in un’occupazione, e ci opponiamo fermamente a ciò”