Ora si manca poco all’approvazione definitiva del Ddl Lavoro 2024. Sono passati diversi mesi per realizzare un disegno di legge collegato al Lavoro, che di qui a poco farà scattare nuove modifiche all’ordinamento dei lavoratori. Poco più di 30 articoli contengono diverse norme, incluse quelle rivolte allo snellimento dei ricorsi ai contratti di somministrazione e lavoro stagionale. Senza dimenticare l’introduzione di nuove regole per contrastare chi, in modo poco sano, approfitta, con qualche trucchetto, dell’indennità di disoccupazione Naspi. Vediamo insieme le caratteristiche principali delle nuove regole per imprese e lavoratori.

Ddl Lavoro 2024

Ora che stanno per arrivare le nuove regole contenute nel Ddl Lavoro 2024, sul riordino delle tutele dei lavoratori, la questione diventa particolarmente interessante sia per gli stessi lavoratori che per le imprese. A cambiare è la disciplina sul ricorso dei contratti di somministrazione, che diventa molto più snella. Modifiche che coinvolgono anche il lavoro stagionale.

Una vera propria novità riguarda le dimissioni in bianco: senza chiedere conto, il lavoratore che si assenta dal posto di lavoro per oltre 15 giorni può licenziarsi senza dover fornire un “giustificato motivo”. In questo caso, emerge la chiara volontà di dimettersi del dipendente. Attualmente, l’interruzione del contratto di lavoro deve essere comprovata dal licenziamento, rischiando tutte le complicazioni che emergono dalla situazione, come ad esempio l’impugnazione del licenziamento e così via.

Attenzione: le nuove norme non riguardano solo la facilità di dimettersi dal posto di lavoro senza fornire un’adeguata motivazione, ma abbracciano anche la Cassa integrazione. Se dovessero essere approvate, non si metterebbe bene per i lavoratori coinvolti nell’incentivo.

 Al riguardo, il lavoratore perderebbe subito il diritto all’erogazione della Cassa integrazione per tutto il periodo (giornate) in cui ha prestato servizio presso un’altra azienda, a prescindere dalla permanenza al lavoro. In altre parole, nell’immediato scatta la perdita del beneficio economico, se il lavoratore viene inserito in un altro contesto lavorativo temporaneo o di breve durata.

Attualmente, la legge prevede la sospensione per un periodo semestrale se il percettore della Cassa integrazione viene impiegato presso un’altra azienda. Solo successivamente scatta la perdita del diritto al beneficio economico, se sussistono le condizioni.

Come cambia il periodo di prova

In tutto questo, a cambiare sono anche le condizioni del periodo di prova nei contratti a termine. In base alle nuove disposizioni, il periodo di prova previsto prima dell’assunzione del lavoratore sarà pari a un giorno ogni 15 giorni di calendario. Secondo quanto riportato da money.it, il lavoratore coinvolto nel periodo di prova dovrà rapportarsi a una durata strettamente correlata alla tipologia del contratto di lavoro.

Pertanto, il periodo può variare da un massimo o minimo in base alle condizioni del rapporto di lavoro. Se, ad esempio, il rapporto di lavoro è stato improntato per una breve durata, il periodo di prova minimo consentito dalla legge non può essere inferiore a 2 giorni. Diversamente, per i contratti a tempo determinato di oltre sei mesi, la durata del periodo di prova è massima di 15 giorni.

Infine, se il lavoratore sottoscrive un contratto di lavoro della durata tra 6 mesi e 1 anno, il periodo di prova massimo non può superare i 30 giorni.

Di seguito, una panoramica delle principali novità riguardanti la durata del periodo di prova nei contratti a termine:

Durata del Contratto a TermineRegola per il Periodo di ProvaDurata MinimaDurata Massima
Fino a 6 mesi1 giorno di prova ogni 15 giorni di calendario2 giorni15 giorni
Tra 6 mesi e 1 anno1 giorno di prova ogni 15 giorni di calendario2 giorni30 giorni

Ddl Lavoro 2024: novità sui contratti di somministrazione, lavoro stagionale, smart working e contratti Ibridi

Tra le tante novità presenti nel Ddl Lavoro 2024, troviamo anche la variazione per i contratti di somministrazione. Basti pensare che attualmente, in base alla regola ordinaria, le agenzie di somministrazione sono vincolate nel numero di assunzioni dei lavoratori a tempo, che non può superare il 30% dei lavoratori assunti con contratto indeterminato.

L’ultima proposta di rinnovamento nei contratti di somministrazione porta all’abolizione di questo vincolo per specifiche categorie di lavoratori: quelli inquadrati a tempo indeterminato, stagionali o assunti per specifiche esigenze aziendali e per i lavoratori over 50.

Infine, le nuove disposizioni normative portano a un arricchimento della definizione per il lavoro stagionale, nel quale rientrano anche le attività con picchi stagionali. Ma c’è anche l’obbligo per le aziende  di comunicare al Ministero del Lavoro, entro 5 giorni, l’avvio di una modalità lavorativa in smart working.

Una delle ultime proposte riguarda l’istituzione del contratto ibrido, un connubio tra il lavoro dipendente e autonomo (Partita IVA in regime forfettario), che fornisce una risposta significativa in materia di benefici fiscali per coloro che aderiscono a questo nuovo contratto.