“Una serie splendida e una decisione ridicola”. Si fanno sentire così, a suon tweet, i fan di KAOS, la serie Netflix sulla mitologia greca in chiave moderna con Jeff Goldblum nei panni di Zeus, uscita il 29 settembre 2024.

Sembrava una certezza, e invece…

Seppure con un successo non dichiarato per tutti, è rimasta in top 10 per quattro settimane e ha soddisfatto tanti appassionati di mondo antico sui social: adesso è stata cancellata, perché?

Perché Kaos è stata cancellata?

L’entusiasmo non è bastato e il colosso dello streaming non ha ritenuto abbastanza ampio il successo di KAOS in termini di “tempo dal momento dell’uscita”. È arrivata ad una curva di picco altissima, si, raggiungendo la terza posizione in classifica durante la seconda settimana d’uscita, ma non abbastanza a lungo (come la serie sui fratelli Menendez, per fare un esempio di boom a lungo termine).

KAOS è arrivata a 5,9 milioni di visualizzazioni, ma non sono stati ritenuti sufficienti per un rinnovo e, perciò, non avremo una stagione 2.

La notizia ha iniziato a diffondersi dopo un post sfogo (poi prontamente eliminato) pubblicato da una delle attrici protagoniste della serie tv Aurora Perrineau, che ha interpretato il ruolo di Euridice.

Tra quelle righe ha aperto il cuore ai fan, spiegando quanto fosse addolorata: nostalgia, momenti belli passati con tutto il cast, un sogno che sfuma. Tutto ha fatto pensare alla fine di KAOS dopo una stagione sola.
Poi, la conferma, mentre risponde ad un utente che chiede in modo diretto se è stato deciso di fermare la serie:

“Purtroppo si.”

Ha scritto l’attrice, col cuore spezzato.

E per i fruitori che erano rimasti soddisfatti all’idea di divertirsi imparando qualcosa di più sul mondo classico, è l’ennesimo attacco alla cultura.

KAOS, con i suoi toni moderni, leggeri, irriverenti e affatto banali, ha trasposto in chiave attualissima temi che risalgono all’antichità con punti di vista accurati, riferimenti precisi, unioni, tra mito e storia, con scelte intelligenti e affatto scontate, sicuramente anche rischiose in fatto di marketing.

“Kaos” e tutti i suoi riferimenti alla cultura classica

La riscrittura dei miti non è cosa nuova: ad Atene la conoscevano bene. Quando gli antichi tragediografi li portavano in scena, rileggevano gli avvenimenti salienti, apportando, talvolta, delle variazioni. Celeberrimo – e lo ricordano bene quanti hanno studiato letteratura greca al liceo- è il fatto che Euripide abbia scelto di far compiere a Medea il gesto estremo dell’infanticidio all’interno dell’omonima tragedia dedicata alla maga della Colchide.

E KAOS è una riscrittura intelligente di miti, ben tessuti insieme e modernizzati, affinché ne possa emergere l’universalità e l’attualità. Non mancano, tra l’altro, degli squisiti riferimenti letterari, che rendono questa serie tv un vero e proprio gioiello. Vediamone alcune insieme.

Dioniso: il dio alla ricerca del suo posto

Dioniso (magistralmente intepretato da Nabhaan Rizwan) viene mostrato nella serie tv desideroso di far conoscere il suo nome come dio e di poter divenire più importante, per quanto Zeus si mostri inizialmente ben poco interessato al potenziale del figlio. Questo desiderio si trova anche in una tragedia euripidea, Le Baccanti. Al suo interno, il dio Dioniso giunge a Tebe e cerca di far riconoscere il suo culto, nonché di ottenere vendetta sulle sorelle della madre. Per quanto il personaggio di KAOS sia decisamente meno cruento, in entrambe le raffigurazioni del dio emerge il bisogno di affermarsi e di dimostrare il proprio valore a quanti non sono ancora riusciti a scorgerlo.

Dioniso e l’oltretomba

Dioniso è legato all’oltretomba. Non soltanto è protagonista di una singolare e comica catabasi (discesa nel regno dei morti) all’interno di una commedia di Aristofane (Le Rane), ma la sua figura si ricollega al mito della “resurrezione del Dio ucciso”: è un re sacro, secondo l’interpretazione di James Frazer. Egli, infatti, sarebbe morto e rinato tre volte. Questo, almeno, è uno dei miti tramandati dalla religione misterica dell’Orfismo. Non stupisce, allora, che nella rielaborazione di KAOS egli sia accostato al cantore tracio (per l’appunto, Orfeo), del quale incoraggia il viaggio nell’oltretomba.

Zeus, Prometeo e Eschilo

In KAOS Prometeo mostra di conoscere una profezia in grado di rovesciare il potere di Zeus. La storia non è nuova: è la trama di una tragedia di Eschilo, il Prometeo incatenato, un’opera particolarmente amata dai Romantici per l’opposizione strenua e decisa al potere del padre degli dei: Prometeo, infatti, sceglie di aiutare gli umani, pur essendo consapevole del supplizio cui verrà sottoposto.

All’interno della tragedia, Zeus viene raffigurato come un dio crudele, tanto che non sono mancati studiosi che hanno pensato alla tragedia come non autentica, dal momento che per Eschilo Zeus aveva sempre rappresentato l’ideale massimo della giustizia.

Per quanto sia necessario valutare con attenzione una tale osservazione (non ci sono rimaste le tragedie che avrebbero dovuto accompagnare l’Incatenato nella tetralogia eschilea), non vi sembra familiare una visione a tratti tirannica di Zeus? Ebbene, è quella che KAOS propone all’interno della sua rielaborazione.

Ebbene, questi sono solo alcuni esempi, ma si potrebbe andare avanti all’infinito. Se una serie accurata e originale come questa, sviluppata e scritta da Charlie Covell, con tanto materiale utile, disparato per una stagione 2, (considerato la vastità dei miti che possiede la cultura antica) viene cancellata, come può non aprirsi una polemica?

Tra le serie tv più amate dell’anno, poi improvvisamente cacellate, c’è anche Prisma, teen drama di Amazon Prime.