Si dice fiduciosa Roberta Carassai, che dal 2020 cerca il figlio Alessandro Venturelli, scomparso in circostanze misteriose all’età di 21 anni da Sassuolo. Nella giornata di ieri, 7 ottobre, la giudice per le indagini preliminari di Modena Carolina Cló ha respinto la richiesta di archiviazione delle indagini che riguardano il ragazzo presentata dalla Procura, chiedendo che si continui a cercarlo. Lei all’udienza non c’era. Era in Romania, dove, nei giorni scorsi, qualcuno avrebbe avvistato il suo “Alle”. Da poco tornata in Italia, ha parlato delle sue sensazioni su questa nuova pista con Tag24.
La madre di Alessandro Venturelli sugli avvistamenti in Romania e il “no” all’archiviazione delle indagini
D: Signora Roberta, si è opposta con forza, negli scorsi mesi, all’archiviazione delle indagini sulla scomparsa di Alessandro. Il suo slogan è stato: ‘Il dolore non si archivia, un figlio non si archivia’. Ora è ufficiale: è arrivato il ‘no’. Come ha preso la notizia?
R: “Non posso che essere felicissima. Ora però mi aspetto che qualcuno lo cerchi. Il fatto che io sia andata via proprio la settimana dell’udienza è stato un caso, non avevo programmato nulla. È successo tutto insieme e questo mi fa pensare che qualcosa si stia muovendo, che il cerchio possa finalmente chiudersi”.
D: Si riferisce ai presunti avvistamenti del figlio in Romania?
R: “Sì. La segnalazione importante è stata una. Quando sono andata là però ho avuto la conferma da diverse persone. Persone che dicono di averlo visto. Non parlo solo di senzatetto. A un tabaccaio abbiamo chiesto in inglese se lo riconoscesse, mostrandogli una foto, lui ci ha risposto: ‘Sì, ma è italiano, è del nord Italia’. Magari pensava che noi stessimo cercando un inglese, l’ha subito ricondotto a un ragazzo italiano. Questo mi fa ben sperare. Va tutto valutato, assolutamente, non posso permettere che una pista piuttosto che un’altra venga scartata con leggerezza”.
D: Rispetto a quest’ultima, di pista, come si sente?
R: “Mi sento fiduciosa. Spero veramente che sia la conclusione di una situazione che non auguro a nessuno, perché il non sapere è devastante”.
La nascita dell’associazione “Nostos International Italia Odv” per la ricerca degli scomparsi e non solo
D: In questi giorni è successo anche qualcos altro. Avete presentato a Roma l’associazione Nostos, dal greco ‘ritorno a casa’, pensata per aiutare le persone scomparse e le loro famiglie. Da dove viene l’idea e quali obiettivi vi siete prefissati?
R: “L’idea nasce dalla mia esperienza personale, dal mio dolore, ma con i migliori propositi. Ho la fortuna di avere al mio fianco Marc Di Maggio (di professione ipnoterapista, perse la madre Anna Costanzo in un femminicidio, ndr) e Claudio Falleti (uno degli avvocati che assiste la signora Carassai e il marito Roberto Venturelli, ndr), vicepresidenti: l’associazione era un progetto che ognuno di noi aveva in mente e che si è concretizzato, in un certo senso, con la nostra unione.
Cercheremo di raccogliere dei fondi per aiutare tutte le persone che in qualche modo hanno bisogno di un sostegno, di offrire loro aiuto in maniera totalmente gratuita: famiglie che stanno cercando qualcuno ma anche persone che vivono situazioni diverse. Sa, in questi anni io ho dovuto affrontare molte spese (autonomamente ha cercato il figlio in lungo e in largo, in Italia e all’estero, ndr). E spesso mi sono chiesta ‘E se non avessi avuto la possibilità di farlo?’. Quante famiglie ci sono che non possono permettersi queste cose? Vorrei aiutarle. Vorremmo aiutarle”.
Da tempo chiede sul caso del figlio un ordine di indagine europeo: segnalazioni arrivarono anche dall’Olanda. La sua speranza è che le acque si siano finalmente smosse. Che se davvero, come si dice a volte, le “cose non succedono mai per caso”, la concatenazione di eventi degli ultimi giorni sia il segno di qualcosa, di un disegno che possa riportare a casa Alessandro.