Non c’è pace per il governo Meloni. Più la presidente del Consiglio prova a tener dritta la barra della linea politica dell’esecutivo, più i suoi alleati sembrano impegnarsi per sabotare i suoi sforzi. Lega e Forza Italia, infatti, continuano la loro campagna elettorale permanente per guadagnare consensi persi negli ultimi anni e, di conseguenza, a scontrarsi sulle questioni che li vedono più distanti. L’ultima, in ordine di tempo, è la tassa sugli extraprofitti delle banche, con Matteo Salvini che torna a spingere con parole inequivocabili affinché venga inserita nella prossima manovra finanziaria, nonostante il parere decisamente contrario degli Azzurri guidati da Antonio Tajani.
Il leader del Carroccio non indietreggia nemmeno di fronte alla cittadinanza per i cittadini stranieri, sbattendo la porta di fronte allo ius Italiae proposto da Forza Italia, che rischia di provocare un’altra lacerazione all’interno del governo.
Extraprofitti banche, Salvini vuole la tassa nella manovra finanziaria: “Non sono stato eletto per difendere le banche”
Sarà l’aria di Pontida, dove nei giorni scorsi si è tenuto l’annuale raduno del popolo leghista, ma quello che parla oggi, 8 ottobre 2024, dalle pagine de ‘Il Giornale’ è un Salvini decisamente battagliero. Un furore che, però, trova il proprio bersaglio nei suoi alleati e non negli avversari politici.
Pur stigmatizzando gli striscioni e i cori rivolti contro Antonio Tajani durante la manifestazione, il leader della Lega conferma la sua posizione nettamente a favore della tassa sugli extraprofitti delle banche, invisa proprio al segretario di Forza Italia.
Il ministro delle Infrastrutture sottolinea che, nella loro attività, “le banche non rischiano niente“ in quanto “coperte dallo Stato“. Salvini sottolinea che, a fronte di questa tutela e grazie a una congiuntura favorevole fornita dall’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce in contrasto all’inflazione, “hanno guadagnato 40 miliardi di euro più del previsto“, e che una parte di questi andrebbero messi a disposizione dell’interesse pubblico.
“A qualcuno in maggioranza non piace? Mi dispiace. Non sono stato eletto per difendere le banche“.
Il vicepremier sullo ius Italiae: “Surreale, proporremo di togliere la cittadinanza a chi delinque”
Sulla questione, Salvini respinge anche le ipotesi di possibili contrasti con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, lasciando intendere che la misura potrebbe trovare spazio nella prossima legge di bilancio.
Al di là delle dichiarazioni di facciata, si profila dunque un nuovo muro-contro-muro all’interno della maggioranza, dal momento che, da Forza Italia, le posizioni sembrano altrettanto nette, sebbene di segno diametralmente opposto.
Scontro che, però, non pare limitarsi solamente alle faccende economiche, con il tema della cittadinanza a provocare una nuova spaccatura tra i due partiti. Dibattito che Salvini definisce “surreale“, liquidando la proposta dello ius Italiae avanzata da Forza Italia dichiarando di non voler nemmeno prenderla in considerazione. Anzi, rilancia con un ulteriore inasprimento, avanzando la proposta di “togliere la cittadinanza agli immigrati che delinquono“.
“Io quando ti do la cittadinanza è come se ti dessi il duplicato delle chiavi di casa mia. Se poi tu mi fai il festino a base di droga sesso e mi sfasci casa io te le tolgo le chiavi”.
I toni del segretario della Lega restano duri quando, infine, replica a una domanda della giornalista Hoara Borselli sulla possibile condanna nel processo per il caso Open arms che, a suo dire, rappresenterebbe “un rischio per la democrazia“.