“Dietro l’angolo”, un titolo che inneggia al cambiamento immediato rappresentativo del testo scritto, e voluto, da Paola Boldrini, da sempre in prima linea nella battaglia sul diritto alla salute. Boldrini, questa volte unisce le voci facendo un coro unico. “Sono testimonianze di persone con cui ho collaborato, negli anni, in Parlamento, per le quali mi sono fatta carico di portare avanti istanze, attraverso l’attività legislativa che è la prerogativa dei parlamentari – ha spiegato in esclusiva, la senatrice Paola Boldrini, a TAG24.IT – non ho mai messo in evidenza il mio percorso personale, non volevo che fosse considerato una captatio benevolentiae.”
“Dietro l’angolo” di Paola Boldrini
La fibromialgia, il diabete, la talassemia, sono malattie destinate a durare per sempre, e come per queste anche per altre patologie sono necessarie cure e attenzioni particolari. Dai racconti contenuti nel libro emergono nitide le differenze interne al sistema sanitario nazionale. “La riforma del titolo V per il SSN si è rilevato un errore. Siamo partiti bene, nel 1978 con la legge 833 che ha voluto un sistema unico, poi con la suddivisione in 21 sistemi le cose sono andate peggiorando. Lo spettro dell’autonomia differenziata sarebbe un disastro, soprattutto in sanità. Le testimonianze che raccolgo provengono da realtà diverse, si tratta di presidenti di associazioni nazionali che raccontano il sistema sanitario, dall’interno, nelle varie regioni.”
La pandemia e gli obiettivi raggiunti
“Il periodo del Covid è la punta dell’iceberg del problema, è in quel periodo che ci siamo resi conto della differenziazione che esisteva, non tutte le regioni avevano la stessa presa in carico delle persone: parlo con cognizione conoscendo il sistema sanitario dell’Emilia Romagna. Faccio parte di Europa Donna Italia il cui obiettivo è fare in modo che le Breast Unit funzionino in maniera omogenea a livello nazionale. Ma purtroppo non è così. Ho lavorato molto per far approvare leggi a tutela dei diritti alla salute, come quella sul diritto all’oblio oncologico, lo psicologo di comunità, l’infermiere di famiglia e la Medicina di Genere: ritengo siano risultati importantissimi. Uomini e donne hanno caratteristiche diverse non solo biologiche e per questo devono essere curati diversamente.”