Il 7 ottobre è un giorno importante per la famiglia di Emanuela Orlandi: coincide infatti con il compleanno della ragazza scomparsa a Roma nel 1983, all’età di 15 anni. Lo stesso anno in cui scomparve anche Mirella Gregori: per anni le due sparizioni sono state legate dalle più disparate teorie, con le due famiglie che in maniera ostinata cercano di rompere quello che loro definiscono un “muro d’omertà“.

A riportare l’occasione all’onore della cronaca è stato l’incontro di oggi 7 ottobre 2024 presso la sala della Protomoteca del Campidoglio, alla presenza di Pietro Orlandi (fratello di Emanuela), ma anche di Andrea De Priamo e Francesco Silvestri, presidente e membro della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze.

Sia De Priamo che Silvestri sono concordi: “La Commissione non è un favore alla famiglia di Orlandi, c’è bisogno di verità sulla vicenda”. Significativa l’assenza del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, cosa di cui Pietro si è detto dispiaciuto: “Mi dispiace che Gualtieri non sia qui, sarebbe stato un bel gesto dopo quanto accaduto per la piazza che ci venne tolta. Mi dissero che il Giubileo si avvicinava…”.

Il suo auspicio però è che altre figure non ascoltate, come Francesca Immacolata Chaouqui, possano al più presto parlare con la Commissione.

De Priamo, presidente della Commissione parlamentare sulla scomparsa di Orlandi e Gregori: “Indaghiamo a 360°, ma non cerchiamo notizie sensazionalistiche”

A fatica, ma si va avanti. Lo affermano chi ci lavora, ma anche dagli stessi parenti di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori c’è attesa e intenzione di non lasciare nulla di intentato. L’audizione di oggi 7 ottobre 2024 di Simona Bernardini, una delle amiche ai tempi della sparizione di Mirella, ha riportato all’attenzione della cronaca il ruolo della Commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa delle due ragazze.

Le due ragazze scomparvero entrambe da Roma nel 1983 e le loro famiglie non si sono mai arrese, chiedendo alle autorità politiche e giudiziarie italiane e vaticane di aiutarle nelle loro ricerche: Emanuela e Mirella sono ancora vive? Cosa successe 41 anni fa e perché si sono allontanate dalle loro abitazioni?

Sono interrogativi, questi, che la politica sembra essersi decisa a rispondere con rigore grazie appunto alla creazione di una Commissione parlamentare, avvenuta alla fine del 2023. Il suo presidente, Andrea De Priamo, ha voluto rassicurare ancora una volta il fratello di Emanuela, Pietro, volendo ricordare che la Commissione non fa notizia perché ha scelto un metodo di lavoro non sensazionalistico:

Posso garantire che questa Commissione indaga a 360 gradi: da parte nostra non ci sono intoccabili o figure che non possiamo indagare. Siamo una cosa seria e lavoriamo in modo serio e siamo convinti di poter portare un contributo utile a una verità che si insegue da tanti anni.

Il nostro dovere è cercare un lavoro condiviso. Fino ad oggi ciò è avvenuto perché la programmazione della Commissione e le audizioni sono state decise sempre all’unanimità. Non c’è stato un punto su cui c’è stata divisione. Il metodo scelto è stato di rigore e sobrietà perché è una Commissione che deve indagare e non continuamente comunicare.

De Priamo è intervenuto per aggiornare sui lavori della Commissione in un incontro pubblico organizzato nella sala della Protomoteca del Campidoglio, occasione promossa da Federica Festa, che ha curato l’allestimento di uno spettacolo sulla scomparsa di Gregori ed Orlandi.

Il senatore di Fratelli d’Italia ha poi affermato che in futuro ci potrebbe essere la possibilità di ascoltare anche Francesca Immacolata Chaouqui, citata in una precedente audizione della Commissione da monsignor Valentino Miserachs Grau, che dirigeva la scuola di canto frequentata dalla giovane Orlandi:

E’ nell’elenco delle persone che potrebbero essere audite.

Chaouqui si era recata insieme a Pietro alla basilica di Santa Maria Maggiore per incontrare Grau, chiedendo di poter vedere il contenuto di una cassa di cui al momento non si conosce l’esatta ubicazione.

Il fratello di Emanuela, Pietro, non si arrende: “Qualcuno nello Stato italiano sa la verità”

Uno degli ultimi aggiornamenti su questa dolorosa vicenda si era registrato agli inizi di luglio, quando il programma televisivo “Chi l’ha visto” aveva trasmesso un audio inedito. Il fratello di Emanuela, Pietro, aveva commentato dicendo che nella telefonata a parlare era proprio la 15enne, forse registrata da quello che i quotidiani italiani hanno definito “l’Amerikano“.

Una persona la cui identità non è stata mai svelata e che forse si era spacciato per un rappresentante dell’azienda di cosmetici Avon. Lo stesso Pietro oggi ha voluto ricordare come la “pista inglese” possa esser ancora valida, ma che serve la collaborazione sincera e fattiva da parte dello Stato italiano per scoprire la verità:

Dopo quarantuno anni qualcuno la verità deve conoscerla per forza, anche all’interno dello Stato italiano. E c’è omertà da parte delle persone che sanno. Questo è quello che penso. Sono anche convinto che c’è qualcuno, adesso, che ha in mano l’oggetto di quel ricatto. Ed è il motivo per cui questa storia continua dopo quarant’anni. C’è la volontà di ostacolare la verità. Ogni volta che si fa un passo in avanti, subentra qualcosa di contrario.

Ci sono persone mai ascoltate neppure dalla procura vaticana. Loro si sono trovati ad indagare su qualcosa di nuovo rispetto alle procure, ma sono fiducioso che qualcosa stavolta emerga. Ma bisogna fare in tempo perché la commissione ha due anni e mezzo, fino al termine della legislatura.

41 anni senza arrendersi” non è stato soltanto il titolo dell’incontro di oggi (coincidente con il compleanno di Emanuela), ma anche la migliore descrizione di quanto la famiglia Orlandi (insieme a quella Gregori) ha dovuto affrontare per cercare di capire cosa sia successo.

Reticenze, omissioni e periodi di silenzio sono gli ingredienti che purtroppo Pietro e gli altri parenti di Emanuela si sono trovati ad affrontare con armi spuntate, dovendo puntare per forza sul sensibilizzare l’opinione pubblica per non far dimenticare tutto.

Riguardo la figura di Chaouqui, sfuggente e le cui parole non sono state ancora verificate dalla giustizia e dagli investigatori, Pietro auspica che venga chiamata il prima possibile:

Monsignor Valentino Miserachs Grau, l’insegnante di canto di Emanuela, la settimana scorsa ha detto delle cose importanti in Commissione, anche rispetto a Francesca Immacolata Chaouqui. Presumo che lei dovrà essere ascoltata, anche si avvarrà sicuramente del segreto pontificio. Faccio un appello a Papa Francesco: le togliesse il segreto pontificio. Lei mi dice: “Se il Papa mi toglie il segreto pontificio, dico tutto quello che so”. Anche se poi aggiunge di non sapere più di quello che mi ha detto.

Avendo a che fare con figure apicali della Chiesa cattolica, la mente corre anche al caso di Elisa Claps, scomparsa a Potenza nel 1993 e i cui resti furono rivenuti nel sottotetto di una chiesa nel 2010. Anche i parenti di Claps negli anni hanno adombrato un’interesse delle autorità religiose nel nascondere una parte della verità, così come potrebbe esser accaduto con Orlandi:

Sicuramente è una realtà terribile per qualcuno sennò uscirebbe la verità. io sono convinto che qualunque ricatto ad un certo punto sia finito. Solo che qualcuno è venuto in possesso di prove famose che c’erano allora, io non posso non pensare al furto della banca all’interno della procura di Roma ordito da Carminati non si sa per quale mandante. Sono state scassinate delle cassette numerate tra cui quella di Sica che aveva indagato sul caso di mia sorella.

Silvestri (M5S), membro della Commissione: “Non è un favore alla famiglia Orlandi, nessuno si sottragga alla ricerca della verità”

Verità ed omertà sono i due termini che più hanno avuto spazio nell’incontro romano di oggi, non soltanto espressi da chi legittimamente cerca risposte ma anche di chi lavora all’interno della Commissione parlamentare.

Ne fa parte Francesco Silvestri, esponente del M5S che ricorda quando sia indegno per uno Stato di diritto negare a due famiglie devastate dal dolore una collaborazione che per alcuni è dovuta:

La Commissione d’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi non è un favore fatto alla famiglia Orlandi, come forse ha pensato qualcuno che l’ha osteggiata per quarant’anni, ma è un preciso dovere di un Paese che abbia gli elementi della dignità. Abbiamo accettato troppa omertà e troppo silenzio. Vogliamo la verità e ci batteremo per averla.

L’avvocata di Pietro Orlandi, Laura Sgrò: “Serve una rogatoria per indagare sulla pista di Londra, basta ritardi”

Come accennato, la presenza di figure estere ed esterne a quello che potrebbe essere il mondo malavitoso italiano (o addirittura di una copertura da parte dello Stato italiano) costringe la famiglia di Orlandi a spostare lo sguardo anche all’estero.

Ad assisterla c’è l’avvocata Laura Sgrò, che parlando della “pista inglese” ricorda che se non si muovono le procure italiane con le richieste ufficiali è complicato immaginare che le eventuali nuove prove cadano dal cielo. Sgrò indica che le azioni private da parte della famiglia Orlandi alla fine possono arrivare fino ad un certo punto, ma serve l’ausilio ufficiale della legge:

Ci sono elementi nuovi molto importanti, che con i nostri mezzi abbiamo potuto verificare fino a un certo punto. Parlo della questione Londra. Noi chiediamo che vengano finalmente fatte quelle verifiche che possono essere fatte soltanto tramite rogatorie internazionali. E’ ora di fare chiarezza ed è necessaria una rogatoria per accertare se effettivamente Emanuela è stata a Londra o se questa pista sia invece frutto di mitomani e debba essere scartata.

Sulla stessa linea di ragionamento si è espresso Pietro, la cui richiesta è che le nuove informazioni passino al vaglio degli inquirenti senza esser confinate in teorie del complotto più o meno plausibili:

La Commissione di inchiesta o la procura dovrebbero risalire e convocare l’uomo che diceva di essere una persona vicina ai Nar con il quale ebbe uno scambio di messaggi e non posso farne il nome. Ho consegnato tutti gli scambi di messaggi alla Commissione. Lui mi ha detto che Emanuela è stata fatta salire su un volo in estate e portata a Londra, tutto era legato a un ricatto. Sì approfondisca questa pista.