Quello che si temeva è successo. La manifestazione pro Palestina indetta a Roma da varie associazioni e proibita prima dalla Questura e poi dal Tar del Lazio è sfociata in un pomeriggio di guerriglia urbana che ha messo sottosopra l’area di via Ostensie. Il bilancio, alla fine, parla di 30 agenti contusi e di 3 feriti tra i manifestanti. Ma l’area attorno alla piramide di Caio Cestio è stata letteralmente devastata dall’ala più violenta degli attivisti scesi in piazza nonostante il divieto delle autorità. Tag24.it, grazie ai due inviati Thomas Cardinali e Lorenzo Brancati, è in grado di testimoniare anche con delle immagini inedite un pomeriggio di ordinaria follia.

La guerriglia dei pro Palestina a Roma: il bilancio

La manifestazione era stata proibita dalla Questura perché la piattaforma ideologica sulla base della quale era stata convocata si poneva fuori dai recinti della nostra Costituzione e minava l’ordine pubblico. Le associazioni che l’hanno indetta, infatti, l’hanno fatto ritenendo quella che è stata la strage più efferata subita dal popolo ebraico dai tempi della Shoah, il 7 ottobre dello scorso anno, con 1194 cittadini israeliani ammazzati e circa 250 fatti ostaggi, fosse solo l’inizio di una “rivoluzione”. Dato che in Italia non si può inneggiare all’odio razziale, i responsabili delle Forze dell’ordine non avevano dato l’ok alla manifestazione. E il Tar del Lazio, subito dopo, aveva confermato questa scelta. Ma, nonostante tutto, oggi, 5 ottobre 2024, a due giorni dal primo anniversario del pogrom targato Hamas, le Forze dell’ordine hanno assunto un atteggiamento molto pacato davanti all’adunata che c’è stata nell’area di via Ostiense. Circa 6 mila manifestanti, dalle due del pomeriggio, dietro lo striscione “Palestina e Libano unite: fermiamo il genocidio con la resistenza” hanno inneggiato all’Intifada e contro lo stato d’Israele. Per oltre tre ore, la situazione sembrava in ogni caso sotto controllo, così come auspicato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. Si era imbastita anche una trattativa tra le Forze dell’ordine e i promotori della manifestazione per renderla pacifica fino al termine, senza alcun corteo, così come previsto, ma in ogni caso con il proseguo della manifestazione. Invece alle 17:25 la situazione è precipitata di colpo.

Gli scontri dalle 17:25

A quell’ora le frange più violente dei manifestanti pro Palestina hanno iniziato ad attaccare le Forze dell’ordine lanciando pietre, bombe carta, bottiglie e molotov contro i blindati. A questo punto, gli agenti hanno dovuto per forza controbattere. E l’hanno fatto anche con gli idranti e i lacrimogeni, come testimoniano le immagini di Lorenzo Brancati

Anche il nostro inviato è stato ferito. Ma a un fotografo è andata ancora peggio: è stato preso a bastonate da persone col viso coperto.

La telefonata del ministro Piantedosi al capo della Polizia Vittorio Pisani

In serata, quando i manifestanti sono stati dispersi, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha telefonato al capo della Polizia Vittorio Pisani. Gli ha chiesto delle condizioni di salute degli agenti contusi e si è complimentato in ogni caso per il loro comportamento. Solo un atteggiamento molto responsabile ha fatto sì che il bilancio non fosse ancora peggiore mentre si registrano 4 attivisti bloccati, due dei quali denunciati per resistenza, violenza e lesioni.

Sta di fatto che i timori della vigilia si sono avverati tutti: sempre dal Viminale confermano che nei giorni scorsi il no al corteo tra le vie di Roma da parte della Questura è stato dovuto anche al pericolo di infiltrazioni da parte di frange violente che sarebbero state difficilmente controllabili in pieno centro di Roma. Questo a discapito anche delle tante persone pacifiche intervenute in piazza, come quelle che ha intervistato Thomas Cardinali