Dopo la serie di assoluto successo di Netflix “Monsters”. Lyle ed Erik Menendez, i due fratelli, condannati all’ergastolo per l’omicidio dei genitori, potrebbero vedere una svolta nel loro destino.

La procura di Los Angeles ha annunciato, infatti, di voler dare il via alla revisione di nuove prove che dimostrano gli abusi sessuali subiti dai fratelli da parte del padre, José Menendez.

Tra queste prove, una lettera fotocopiata e testimonianze di ex membri della band Menudo, che potrebbero confermare le accuse di molestia sui fratelli, sin da quando erano bambini.

Con un nuovo processo all’orizzonte, il destino dei fratelli Menendez potrebbe cambiare radicalmente. Scopriamo di più.

Riaperto il caso dei fratelli Menendez

L’incarcerazione dei famigerati fratelli Lyle ed Erik Menendez, come è stato raccontato nela nuova serie Netflix, Monsters, è stata oggetto di acceso dibattito sui social media.

Molti appartenenti alla Generazione Z e ai Millennial hanno messo in discussione il verdetto del 1996 sulla condanna per omicidio di primo grado, ovvero l’ergastolo senza condizionale.

Giovedì, a NBC News, anche Kim Kardashian si è schierata dalla parte dei fratelli e ha affermato che, secondo lei, il caso giudiziario dei fratelli Menendez, dovrebbe essere “riconsiderato. Lo dobbiamo a quei bambini che hanno perso la loro infanzia, che non hanno mai avuto la possibilità di essere ascoltati, aiutati o salvati”.

Le prove esplosive che la procura di Los Angeles vuole riconsiderare, sono state scoperte dall’amico di lunga data di Lyle ed Erik, lo scrittore Robert Rand.

Rand ha parlato al Mirror di come ha trovato le informazioni cruciali e le ha consegnate agli avvocati dei fratelli l’anno scorso. La serie di Netflix, però, sembra aver accelerato le cose a favore dei fratelli. Robert ha dichiarato al Mirror: “Il giudice incaricato della petizione e l’ufficio del procuratore distrettuale esamineranno le nuove prove. Spero che prenderanno una decisione e che Lyle ed Erik saranno rilasciati. Non avrebbero mai dovuto andare in prigione per omicidio”.

A Robert, giornalista investigativo, che ora ha 70 anni, fu consegnata (dalla zia dei fratelli) una lettera del cugino dei Menendez, Andy, venuto a mancare nel 2003.

In questa lettera, Erik scriveva a chiare lettere che erano vittime di abusi da parte del padre.

Ecco perché, come afferma lo stesso Rand, nel 1989, dopo la morte dei genitori, ricorda di averli visti vestiti con abiti bianchi e felici. Perché quello che avevano perso era il loro abusante.

È stata presentata una richiesta di Habeas Corpus, cosa significa

Trent’anni dopo la condanna dei fratelli Menendez, si spera che una nuova udienza possa finalmente prendere in considerazione le accuse di abuso sessuale che entrambi hanno sollevato durante il processo. Gli avvocati di Lyle, 56 anni, ed Erik, 53 anni, hanno presentato una richiesta di habeas corpus (ovvero l’autorità richiede ai giudici di valutare la legittimità della detenzione), sostenendo che i fratelli abbiano già scontato una pena sufficiente.

La richiesta è appoggiata da oltre due dozzine di membri della famiglia Menendez, che credono che sia giunto il momento di rivalutare il caso.

Tra le nuove prove presentate vi è una lettera attribuita a Erik, all’epoca diciassettenne, indirizzata al cugino Andy Cano, che aveva 15 anni.

Nella lettera, si ipotizza che Erik abbia menzionato gli abusi subiti. Purtroppo, Andy è morto nel 2003 a causa di un’overdose accidentale, ma la lettera è emersa nel 2018 grazie alla madre di Andy, che ha chiesto a Robert Rand, un giornalista investigativo che ha seguito il caso sin dall’inizio, di esaminare gli effetti personali del figlio.

Rand ha scoperto la lettera tra gli oggetti di Andy, e ritiene che questo documento sia una prova delle affermazioni di Erik riguardo agli abusi subiti dal padre.

Gli avvocati sperano che questa nuova prova possa concedere ai fratelli un’udienza equa. Vi aggiorneremo sulle novità.