Correva il 4 marzo del 2018 quando il capitano della Fiorentina Davide Astori è stato trovato senza vita nella sua stanza d’albergo a Udine mentre era in ritiro con il club viola per la partita contro l’Udinese. Una notizia terribile che ha sconvolto tutto il mondo del calcio e non solo. Per la morte di Davide Astori fu subito avviato un processo. Il decesso, infatti, fu provocato da una cardiomiopatia aritmogena ventricolare. Patologia che non venne diagnosticata. Per questo motivo venned subito indagato il medico sportivo Giorgio Galanti, il quale aveva effettuato sul difensore le visite per l’idoneità agonistica del luglio del 2016 e del 2017.

Dai risultati delle prove di sforzo emersero alcune asistolie che avrebbero dovuto allertare il medico e meritato ulteriori accertamenti. Accertamenti che Galanti non fece. Ma qual è stato l’esito del processo in secondo grado al medico Galanti? Dopo 3 anni, il verdetto del primo processo tenuto nel 2021 emanò la condanna a un anno di reclusione con l’accusa di omicidio colposo al consulente medico della Fiorentina. A luglio di quest’anno c’è stata la conferma della sentenza, e nelle ultime ore è arrivato l’esito del processo in secondo grado.

Davide Astori, il verdetto del processo in secondo grado a Giorgio Galanti

Dopo 7 anni dalla morte del capitano della Fiorentina e della Nazionale Italiana Davide Astori si ha la risposta alla domanda che familiari, amici, tifosi, tutto il mondo del calcio e non si è posta: Davide Astori si poteva salvare? La risposta è affermativa. Il 3 ottobre 2024 si è svolto il processo in secondo grado al medico Giorgio Galanti che ha confermato il verdetto di luglio: un anno di reclusione con l’accusa di omicidio colposo per l’ex consulente del club toscano. Accolta, dunque, la richiesta della procura generale. Secondo l’accusa mossa nei suoi confronti, il decesso del difensore viola fu provocato da una cardiomiopatia aritmogena ventricolare. Questa patologia non gli fu diagnosticata dal dottor Galanti, che gli rilasciò addirittura due certificati di idoneità sportiva.

Nelle motivazioni della sentenza riportate da La Nazione si legge che il comportamento di Galanti è stato “in netto contrasto con le linee guida del settore e con le buone pratiche clinico assistenziali“. Questo perché secondo gli esperti, una volta scoperta la cardiomiopatia aritmogena, Astori si sarebbe potuto salvare attraverso l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Con le dovute precauzione, il calciatore sarebbe stato in grado di continuare la sua carriera professionistica e rimanere in vita.

4 marzo 2018: quando il mondo del calcio si fermò per Davide

Era domenica 4 marzo 2018, e in programma a Udine c’era la ventisettesima giornata di Serie A. La Fiorentina, all’epoca allenata da Stefano Pioli, era pronta a scendere in campo contro l’Udinese. Poco prima del fischio d’inizio appare un comunicato che fa scendere un brivido a tutti i tifosi viola e non: “La Fiorentina profondamente sconvolta si trova costretta a comunicare che e’ scomparso il suo capitano Davide Astori, colto da improvviso malore. Per la terribile e delicata situazione,  e soprattutto per rispetto della sua famiglia si fa appello alla sensibilità di tutti.”

La notizia fa subito il giro del mondo. Tutte le gare di Serie A, B e C vengono sospese. Cordoglio, commozione e commemorazione anche nei campionati esteri, che gli dedicano subito un minuto di silenzio. Cagliari e Fiorentina ritirano subito la maglia col suo numero 13, il numero che Astori aveva indossato per tutta la carriera. Un giorno che difficilmente il mondo dello sport dimenticherà. Il giorno in cui è venuto mancare, oltre che a un grande calciatore, un grande uomo, marito e padre.