Roma blindata per la manifestazione non autorizzata pro-Palestina di oggi – sabato 5 ottobre 2024 – a piazzale Ostiense. Sotto l’iconica piramide di Caio Cestio, fin dalla tarda mattinata area transennata e controlli individuali per chi entrava e usciva dal perimetro della manifestazione. Ma alle 17:25 tutte queste misure non sono bastate a evitare che iniziassero gli scontri, con un violento attacco contro le Forze dell’ordine da parte dell’ala più estremista dei manifestanti che voleva a tutti i costi partire in corteo. La maggior parte si è radunata dietro a uno striscione su cui c’era scritto: “Palestina e Libano unite: fermiamo il genocidio con la resistenza”. E un corteo prima si è mosso solo per fare un giro della piazza. Poi ha tentato di forzare il blocco delle Forze dell’ordine. A questo punto sono iniziati gli scontri, con lancio di oggetti, bottiglie, molotov e petardi contro gli agenti che hanno risposto con gli idranti. Scene da vera e propria guerriglia urbana, con tante persone che si sono sentite male a causa dei lacrimogeni lanciati sebbene le Forze dell’ordine avessero avviato anche una trattativa con gli organizzatori per garantire che l’iniziativa pro-Pal non degenerasse e si concludesse pacificamente.

In ogni caso, la tensione è stata altissima per tutto il giorno dell’iniziativa voluta dalle associazioni pro-Palestina a cui hanno aderito anche diverse organizzazioni studentesche. Questo, alla vigilia del primo anniversario della strage del 7 ottobre 2023 firmata da Hamas con 1194 cittadini israeliani ammazzati e circa 250 fatti ostaggi. E’ stata la strage che ha dato il via all’attuale conflitto mediorientale che ora, oltre Gaza, interessa anche il Libano e l’Iran.

La preoccupazione delle autorità che nei giorni scorsi hanno vietato la manifestazione è che gruppi di antagonisti provino a infiltrarsi per creare disordini. Ma finora le Forze dell’ordine sono riuscite a preservare la sicurezza di tutti.

Manifestazione pro-Palestina, Roma blindata: controlli dalla mattinata ma nel pomeriggio iniziano gli scontri a piazzale Ostiense

Tra le misure messe a punto nel corso del tavolo tecnico di ieri in Questura ci sono controlli alle stazioni e ai caselli autostradali per intercettare eventuali pullman in arrivo nella Capitale da altre città e una serie di controlli a cerchi concentrici man mano che ci si avvicina all’area della manifestazione.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha avuto modo di sottolineare che si tratta di una “manifestazione illegale” che le Forze dell’ordine hanno il compito di gestire con “equilibrio”.

Sulla vicenda non ha voluto rilasciare dichiarazioni, invece, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri che, intercettato dai giornalisti alla riunione del Comitato per il referendum contro l’Autonomia differenziata, si è rifiutato di rispondere alle domande.

C’è da dire, in ogni caso, che lo stop al corteo ha diviso le associazioni pro Palestina: l’Unione democratica arabo-palestinese e i Giovani Palestinesi hanno annunciato la loro partecipazione alla manifestazione, ma la Comunità palestinese ha raccolto l’invito delle autorità e ha annunciato un’altra iniziativa per sabato prossimo, 12 ottobre. Divisa anche la politica. Ma estrema destra e estrema sinistra si sono ritrovate unite, compatte a favore della mobilitazione di oggi.

Piazzale Ostiense: in 6 mila con striscioni e bandiere della Palestina

I manifestanti hanno cominciato a raccogliersi nel piazzale davanti alla Piramide intorno alle 13,00, in attesa dell’inizio del corteo previsto alle 14,00, nonostante la pioggia che per tutta la mattinata ha interessato la Capitale.

Il presidio è stato animato da circa 6mila persone (dati della questura), 7mila secondo gli organizzatori. I manifestanti si sono riuniti all’interno del piazzale ai piedi della Piramide, circondati da un anello di forze dell’ordine, con i blindati di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza.

Il presidio è iniziato intorno alle 14 sotto una pioggia battente che non ha, comunque, fermato le persone che in pochi minuti si sono raccolte – con striscioni e bandiere – nello slargo. La prima parte della manifestazione si è svolta senza problemi di ordine pubblico con i manifestanti che hanno intonato cori per la libertà dello Stato di Palestina e per il Libano, ma anche a favore dell’Intifada e quello provocatorio: “Siamo tutti antisemiti”. Molti anche i cori contro il Governo. In particolare, contro il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente americano Joe Biden e contro il premier israeliano Benjanim Netanyahu.

Slogan e cori contro Meloni, Biden e Netanyahu prima delle violenze. Ci sarebbero 19 persone fermate

“Giorgia Meloni assassina”, “Palestina libera” e “Israele Stato criminale”. Sono stati solo alcuni dei cori intonati dai manifestanti pro-Palestina prima che il tutto degenerasse in violenza. Tante le bandiere palestinesi presenti oltre a quelle dei gruppi e dei movimenti che hanno aderito alla manifestazione, tra cui Osa, Potere al Popolo, Usb. Presenti anche gli universitari di ‘Rete della conoscenza’.

Striscioni e slogan anche contro il Ddl Sicurezza, approvato alla Camera e in questi giorni in discussione al Senato. Ma, come dimostra il video degli inviati Lorenzo Brancati e Thomas Cardinali, se ne sono sentite di tutti i colori.

Il bilancio degli scontri

Ancora presto per stilare un bilancio complessivo del pomeriggio di scontri. Ma almeno tre manifestanti avrebbero dovuto far ricorso alle cure mediche, mentre è ancora in aggiornamento sul versante delle Forze dell’ordine. Prima che si scatenasse la violenza, erano state 1600 le persone controllate e 19 quelle portate preventivamente in questura per valutare eventuale foglio di via. Altre 7 sarebbero state invece fermate in tarda mattinata a bordo di un pullman diretto a Roma presso la barriera di Rieti.