Il certificato medico di malattia retroattivo è un documento che attesta lo stato di salute passato del lavoratore. Nel momento in cui un dipendente deve assentarsi dal lavoro per malattia, capita spesso, che si corra letteralmente contro il tempo per avere tutti i certificati e la documentazione necessaria.

Tra i vari casi, c’è proprio la necessità di doversi dotare di un certificato retroattivo. Un documento cruciale in tutte quelle circostanze in cui sia necessario giustificare un’assenza precedente.

Cos’è e a cosa serve il certificato di malattia retroattivo

Il certificato medico di malattia retroattivo è un particolare documento che si usa per attestare uno stato di salute in un periodo precedente alla sua emissione. Le informazioni principali e le regole da seguire sono state spiegate dall’INPS nella circolare n 157/96.

La sua ratio è giustificare un’assenza dal lavoro, avvenuta per malattia, in date precedenti. Il documento viene richiesto in situazioni specifiche, ovvero nel momento in cui non è stato possibile, per diverse ragioni, procurarsi un certificato medico al momento dell’insorgenza della malattia.

Si distingue dal certificato di malattia standard per diversi motivi. Prima di tutto, è differente la stessa formula utilizzata nel documento. Il certificato standard riporta lo stato di salute rilevato dal medico nel giorno della visita; invece, quello retroattivo contiene una sorta di dichiarazione.

È proprio questa formulazione ad è essere cruciale: non va ad attestare quanto rilevato dal medico, bensì quanto dichiarato dal paziente.

La seconda differenza sostanziale tra i due certificati riguarda proprio la validità degli stessi ai fini dell’indennità di malattia. Quello standard riconosce l’indennità a partire dal giorno di rilascio del certificato, mentre quello retroattivo prevede alcune limitazioni.

Quali tempistiche rispettare per presentare il certificato retroattivo

Un fattore anch’esso cruciale per la retroattività dei certificati medici riguarda le stesse tempistiche di emissione. Proprio qui ci ricolleghiamo alle limitazioni di cui sopra.

Il certificato ha effetto retroattivo solo di un giorno dalla data del rilascio. Ciò vuol dire che la visita domiciliare da parte del medico può estendersi solo al giorno precedente.

Il lavoratore deve prestare molta attenzione alle suddette limitazioni, in quanto non può pretendere di ottenere un certificato che copra tutti i giorni precedenti. Un aspetto fondamentale perché i giorni non coperti da certificato possono essere tranquillamente considerati come assenza ingiustificata.

Inoltre, la retrodatazione ha valore solo per i giorni feriali. Quindi, nei giorni festivi e prefestivi occorre rivolgersi al medico Continuità assistenziale o al pronto soccorso per il rilascio del certificato di malattia.

Sanzioni per uso improprio del certificato medico

Si badi bene che il certificato retroattivo non può essere sempre richiesto, ma occorrono valide motivazioni.

Quali sono le motivazioni alla base della richiesta?

  • Il medico non ha potuto effettuare la visita domiciliare lo stesso giorno della richiesta;
  • La gravità della condizione del paziente che ha impedito di contattare immediatamente il medico;
  • L’insorgenza della malattia in orari in cui era impossibile contattare il medico.

La legge prevede conseguenze molto salate per uso improprio del certificato medico retroattivo.
Intanto, la contribuzione che era stata pagata diventa una corrispondente copertura contributiva per effetto del disconoscimento di compensazione. Parliamo di un ammanco contributivo e, per questo, l’INPS potrebbe applicare sanzioni civili.

Anche lo stesso datore di lavoro deve prestare particolare attenzione. Prendiamo, per esempio, un datore di lavoro che ha pagato giornate di malattia del giorno prima della visita. L’Istituto può chiedere anche la copertura assicurativa di quelle giornate di assenza. Ovviamente, parliamo sempre dei casi in cui il certificato sia stato utilizzato impropriamente e senza le motivazioni di cui abbiamo parlato.