Chi è Carmelo Miano, il giovane che nei giorni scorsi è riuscito a violare i server del Ministero della Giustizia accusato di essere l’hacker che ha messo a dura prova la cybersicurezza del sistema giudiziario italiano.
Assistito dall’avvocato Gioacchino Genchi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia Miano ha ammesso gli addebiti contestati e si è reso disponibile a fornire ai pubblici ministeri ulteriori elementi sulle incursioni informatiche ai sistemi informativi del ministero della Giustizia, del ministero dell’Interno, della Guardia di finanza e della Tim, commessi dal 2021 fino alla data a pochi giorni fa, prima dell’arresto.
Chi è Carmelo Miano: età, studi e origini
Carmelo Miano ha 24 anni che compirà tra pochi giorni, è figlio di un funzionario sanitario e ha una sorella minore che studia medicina. Durante la sua adolescenza ha frequentato il liceo scientifico di Gela in provincia di Caltanissetta, sua città d’origine, dando subito prova delle sue importanti capacità e dei suoi talenti informatici.
Proprio durante gli anni del liceo a Gela il giovane ha subito, per un lungo tempo atti di bullismo talmente gravi da decidere di abbandonare per un certo periodo la scuola. Dopo aver conseguito il diploma si è laureato poi in ingegneria informatica.
Il ragazzo, originario della Sicilia ma domiciliato a Roma lavorava da un paio di anni con la NttData, una società specializzata in consulenza, cybersecurity e system integration, in cui prima di essere assunto aveva fatto uno stage di sei mesi. La NttData oggi dichiara di aver preso provvedimenti nei suoi confronti dopo l’arresto e di non essere coinvolta nell’inchiesta, precisando anche Miano non ha mai utilizzato i sistemi informatici della società per portare avanti le sue incursioni informatiche.
L’errore che lo ha tradito
Prima di riuscire ad arrestare il giovane hacker la polizia postale lo ha cercato per ben quattro anni. Oltre a violare i sistemi di sicurezza del Ministero di Giustizia ed altri, ha violato anche le mail e le piattaforme social dei magistrati, costringendoli a non utilizzarle.
Il suo legale ha infatti chiesto la trasmissione degli atti a Perugia per competenza poiché avrebbe violato anche la posta elettronica di pubblici ministeri di Brescia, Gela, Roma e Napoli. L’hacker ha però categoricamente escluso, fornendo anche elementi dettagliati, di avere arrecato qualsiasi tipo di danno ai sistemi informativi istituzionali violati.
In base alle indagini della Polizia postale, la Procura di Napoli guidata dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, sostituti Claudio Orazio Onorati e Mariasofia Cozza gli contestano i reati di abusivo aggravato a strutture informatiche e di diffusione di malware e programmi software.
Tra i suoi accessi gli agenti hanno inoltre riscontrati anche quelli al portale Russia Market 99, che vende informazioni sensibili.
A portare la Polizia postale sulle sue tracce un errore banale. Il giovane infatti avrebbe lasciato traccia del suo Ip, navigando su un sito porno e ciò lo avrebbe incastrato.
Carmelo Miano si trova ora in isolamento a Regina Coeli e rischia fino a 30 anni di galera. In queste ore però il suo avvocato ha chiesto al gip di Napoli che ha emesso l’arresto in carcere, l’attenuazione della misura cautelare con gli arresti domiciliari. Cambiamento che per il momento non è ancora arrivato.
Il dubbio più grande, che Miano dovrà chiarire agli inquirenti, è infatti quello di scoprire dove siano finite quelle informazioni sensibili che il giovane ha rubato allo Stato. Il timore, al momento non da escludere, è quello che il 24enne possa aver collaborato con la Russia.