Elogia in pubblico correggi in privato, un leader corregge senza offendere e insegna senza umiliare: è la regola d’oro della leadership, e vale nel rapporto coi figli, che a scuola, che al lavoro. In tutte le relazioni. Se così non è l’interlocutore potrebbe essere un cretino, cioè una persona che si comporta così per il gusto di ferire, o un narcisista, e in questo caso non si accorge di se stesso. In entrambe le circostanze ebbene mantenere le dovute distanze: l’umiliazione è una ferita, un trauma, a seconda dell’interlocutore e dell’età del malcapitato, e dice molto di chi la infligge e poco di chi – eventualmente – ha commesso errori.
Umiliazione, cos’è e perché ha a che fare col narcisismo?
“L’umiliazione in pubblico è una forma di aggressività passiva, ferisce profondamente chi la subisce, dà informazioni su chi la mette in atto: chi umilia in pubblico ha un bisogno smisurato di affermare il proprio valore e di sentirsi superiore agli altri – ha spiegato la psicoterapeuta Marilena Menti, in esclusiva a TAG24.IT – è una strategia per alimentare il proprio ego, sminuire gli altri e sentirsi meglio con se stessi.”
Definizioni di una persona che umilia
I motivi per cui si umilia sono diversi: “Chi lo fa non ha empatia, non è in grado di comprendere il dolore che le proprie parole, o azioni, possono provocare, ha bisogno di controllare persone e situazioni o lo fa per invidia: tutte caratteristiche correlate al narcisismo.”
Ecco quali sono le conseguenze delle umiliazioni
L’umiliazione non è soltanto un’esperienza mortificante, ma un episodio che può avere conseguenze a lungo termine:
- 1. Blocca l’apprendimento: chi viene umiliato per un errore, si sentirà giudicato, e inadeguato, e avrà meno voglia di mettersi in gioco in futuro.
- 2. Abbassa l’autostima: soprattutto nei bambini e negli adolescenti, un’autostima bassa può portare a difficoltà relazionali, problemi di apprendimento e a un generale senso di insoddisfazione.
- 3. Lede la dignità della persona: è una mancanza di rispetto. Ogni individuo, indipendentemente dai propri errori, merita di essere trattato con dignità e rispetto.
Come affrontare e reagire ad un’umiliazione: ecco alcuni consigli della psicoterapeuta Menti
Il senso di colpa è la prima sensazione, oltre ad una forte rabbia, ma saper reagire in certe circostanze è – forse – più importante dell’episodio stesso, se di mezzo ci sarà l’impulso il rischio di ingigantire il problema è alto. Che fare?
- Concediti del tempo per elaborare: è normale sentirsi feriti o confusi, il tempo necessario per elaborare le emozioni ti permette di evitare di prendere decisioni importanti subito dopo l’accaduto.
- Parlane con una persona di fiducia: un amico, un familiare o un terapeuta, possono essere utili a mettere in prospettiva l’accaduto e ricevere il supporto emotivo di cui hai bisogno.
- Non colpevolizzarti: l’umiliazione è un comportamento scorretto di chi l’ha inflitta.
- Prenditi cura di te: dedica tempo alle attività che ti piacciono e che ti fanno stare bene, pratica attività rilassanti come lo yoga, la meditazione o l’esercizio fisico.
- Sviluppa l’autostima: ricorda quali sono i tuoi punti di forza e i tuoi successi. Credi in te stesso e nelle tue capacità.
- Impara a gestire le emozioni negative: la rabbia, la tristezza e la vergogna, sono molte le tecniche di gestione dello stress che possono aiutarti a superare i momenti difficili.
- Fissa dei limiti: impara a dire di no, e a stabilire dei limiti sani nelle tue relazioni. Non permettere agli altri di trattarti con mancanza di rispetto.
- Trasforma l’esperienza in crescita: Bisogna trarre un insegnamento positivo da questa esperienza. L’umiliazione può essere un’opportunità per diventare più forte e resiliente.
Evita di:
- Rimuginare sul passato, non aiuta.
- Cercare vendetta: non risolverà il problema, potrebbe peggiorare la situazione.
- Isolamento: non isolarti, cerca il supporto sociale.
Se ad umiliare è una persona di famiglia l’impatto sarà diverso dagli episodi inflitti da estranei
“L’impatto emotivo dell’umiliazione varia significativamente a seconda di chi la infligge: l’umiliazione di un estraneo, anche se più dolorosa perché malevola e pubblica, può essere più facilmente elaborata razionalizzando l’accaduto. Se proviene da un parente può lasciare ferite profonde e durature. La relazione di parentela implica un legame affettivo e un’aspettativa di sostegno e protezione. Il senso di tradimento e la fiducia verranno meno, sarà difficile ricostruire il rapporto e fidarsi.” L’altro fattore importante è l’età: umiliare una persona adulta, con una cultura e un senso critico diversi da un bambino, o un adolescente, è diverso. Anche se rimane un’esperienza che segna la psiche e il processo di ricerca di identità della persona.
Le differenze risiedono principalmente nel:
- Legame emotivo: più il legame è profondo, più l’umiliazione fa male.
- Aspettativa: da un parente ci si aspettano comportamenti diversi rispetto a quelli degli estranei.
- Difficoltà a elaborare: l’umiliazione di un parente mette in discussione la propria identità e il proprio valore all’interno del sistema familiare.