Tra pochi giorni ricorre il primo anniversario della guerra a Gaza. Il mondo sembra distogliere lo sguardo dal conflitto tra Hamas e Israele, mentre le forze israeliane hanno avviato un’offensiva nel Libano meridionale. Nel frattempo, l’emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza prosegue. Il bilancio delle vittime si aggrava ogni giorno: finora sono oltre 41.700 i morti e più di 96.600 le persone rimaste ferite. Nell’enclave è in corso anche una preoccupante crisi sanitaria. Alla fine di agosto è stato accertato il primo caso di poliomielite nella Striscia dopo 25 anni, facendo scattare l’allarme a livello globale. L’Agenzia delle Nazioni Unite ha risposto prontamente all’emergenza, dopo che Israele ha concesso una tregua umanitaria di alcuni giorni per permettere la campagna di vaccinazione antipolio in tutta Gaza. Nei prossimi giorni è prevista la seconda fase della campagna per garantire una copertura vaccinale adeguata.
La seconda fase della vaccinazione antipolio a Gaza
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato, venerdì 4 ottobre, di aver presentato una richiesta formale alle autorità israeliane per avviare il secondo ciclo della campagna di vaccinazione antipolio nella Striscia di Gaza. L’Oms prevede l’inizio della nuova fase per il 14 ottobre. L’obiettivo è quello di proteggere i bambini vulnerabili di Gaza in un contesto di emergenza umanitaria aggravata dal conflitto in corso da circa un anno. La campagna mira a contenere il rischio di diffusione del virus in una zona già sotto pressione per la carenza di risorse sanitarie.
Come inizialmente annunciato, la campagna di vaccinazione nella Striscia di Gaza prevede la somministrazione di due cicli di vaccino a quattro settimane di distanza. La nuova fase, che dovrebbe avere inizio il 14 ottobre, sarà organizzata in centri ubicati in tre zone: nord, centro e sud. Questa organizzazione è pensata per facilitare la distribuzione del vaccino e gestire l’accesso alle diverse aree colpite dai combattimenti.
Cosa era accaduto?
Lo scorso 23 agosto, a Gaza, un bambino di 10 mesi ha contratto il virus della poliomielite che gli ha causato la paralisi. Si tratta del primo caso registrato nella regione negli ultimi 25 anni. La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la diffusione di questo virus altamente contagioso. Le precarie condizioni igieniche e sanitarie nella zona di guerra, densamente popolata, possono favorirne una rapida diffusione, soprattutto tra i bambini non immunizzati. Per affrontare questa emergenza, gli attori internazionali hanno negoziato con la leadership israeliana una tregua umanitaria mirata a consentire la campagna di vaccinazione. L’obiettivo è immunizzare oltre 640mila bambini sotto i 10 anni per garantire loro protezione.
Il primo ciclo di vaccinazione contro la poliomielite era iniziato l’1 settembre grazie a pause giornaliere dei bombardamenti di 9 ore per permettere lo svolgimento delle operazioni in sicurezza. L’Unicef ha annunciato che, entro il 12 settembre, circa 540mila bambini sono stati vaccinati in tre fasi. Nonostante il successo della campagna, i media locali hanno riportato le preoccupazioni delle famiglie riguardo alla propria sicurezza. Non sono comunque stati segnalati incidenti nei pressi dei centri vaccinali.