Il Governo sta continuando a incentivare, quasi senza sosta, le Partite Iva ad aderire al concordato preventivo biennale, ma ancora forse non è chiaro a tutti come viene determinato il reddito su cui pagare le imposte.

Il concordato preventivo biennale ha l’obiettivo di razionalizzare gli obblighi dichiarativi e favorire l’adempimento spontaneo. Aderendo a questo nuovo strumento del Fisco, le Partite Iva interessate possono definire per due anni i redditi che derivano dall’esercizio della loro attività.

Quel che rimane da capire a fondo è su quali parametri l’Agenzia delle entrate si basa per determinare quanto un contribuente abbia guadagnato.

A chi è rivolto il concordato preventivo biennale

Il concordato preventivo biennale è rivolto ai contribuenti titolari di Partita Iva che maturano redditi d’impresa o derivanti dall’esercizio di arti e professioni. Rivolto indistintamente ai soggetti ISA e a chi ha aderito al regime forfettario.

In particolar modo, rientrano all’interno del concordato i seguenti redditi:

  • Reddito da lavoro autonomo, che il contribuente matura nell’esercizio di arti e mestieri, a esclusione degli importi relativi a eventuali plusvalenze o minusvalenze e a redditi che derivano dalle partecipazioni in società detenute ai sensi dell’articolo 5 del TUIR;
  • Reddito d’impresa, a esclusione delle eventuali plusvalenze, minusvalenze e sopravvenienze attive o passive, redditi relativi a delle partecipazioni detenute ai sensi dell’articolo 5 del TUIR.

Inoltre, anche l’IRAP è oggetto del concordato. In che modo? Viene considerato il valore della produzione netta.

Cosa comporta accettare la proposta di concordato

I contribuenti interessati possono accettare o meno la proposta di concordato. Accettando la proposta, il contribuente si impegna a dichiarare gli importi concordati per due periodi d’imposta.

L’Agenzia delle entrate, per determinare la base imponibile sulla quale calcolare le imposte predispone una proposta coerente con i dati presenti nella dichiarazione dei redditi.

Le indicazioni su come deve essere strutturata la proposta sono contenute nel decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze datato 14 giugno 2024.

Chi, invece, rifiuta la proposta di concordato, oltre a perdere i vantaggi, rischia anche di incorrere in maggiori controlli e in sanzioni più severe.

Ricordiamo, infine, che da qualche settimana, nel cassetto fiscale è arrivato il concordato preventivo biennale: una comunicazione riportante le informazioni e i benefici del concordato preventivo.

Come viene determinato il reddito del concordato preventivo biennale

Probabilmente, non tutti hanno ancora chiaro come viene determinato il reddito su cui pagare le imposte del concordato preventivo biennale.

L’Agenzia delle Entrate prenderà in considerazione i seguenti parametri:

  • Gli indicatori elementari di affidabilità e anomalia (ISA);
  • I risultati economici nella gestione operativa negli ultimi tre periodi di imposta;
  • I valori di riferimento settoriali;
  • Il criterio formulazione base IRAP;
  • La rivalutazione con proiezioni macroeconomiche per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

Prima di tutto deve essere effettuata una valutazione economica dei risultati che il contribuente ha raggiunto, prendendo come arco temporale gli ultimi otto anni disponibili e facendo riferimento alle principali dinamiche economiche del settore.

Si deve fare un’analisi del reddito realizzato dal contribuente nel corso dell’esercizio dell’attività economica.

Successivamente, il terzo passaggio impone di individuare un parametro di rivalutazione, che viene determinato dal livello minimo di redditività settoriale.

Il decreto prevede che il valore della produzione netta, dichiarata ai fini IRAP, sia sommata alla differenza tra il reddito dichiarato per versare le imposte dirette e quanto viene quantificato.

Infine, per concludere la base della proposta concordata deve essere rivalutata in base alle proiezioni macroeconomiche disponibili. Si devono prendere in considerazione le stime per il PIL italiano, che prospettano una crescita dello 0,6% nel 2024 e dell’1% nel 2025.