Ciclone in casa Repubblica, dopo gli scioperi dei giornalisti per le intromissioni “spropositate” dell’editore, John Elkann, pioggia di dimissioni proprio da quest’ultimo e dal (ora ex) direttore Maurizio Molinari, e una nuova nomina, oggi 3 ottobre 2024, quella di Mario Orfeo: ecco chi è e cosa sappiamo sul suo orientamento politico, la vita privata e l’età.

Mario Orfeo, ecco chi è il nuovo direttore di Repubblica: età e vita privata del sostituto di Molinari

“Solo” 58 anni e una carriera già lunga alle spalle per Mario Orfeo, nominato proprio oggi, 3 ottobre 2024, nuovo direttore di Repubblica. Sicuramente Torino non avrà il mare come la sua bella Napoli, dove è nato nel 1966, ma la Mole farà di certo compagnia al giornalista.

Nato in pieno territorio Democristiano, Orfeo frequenta il liceo classico Pontano, governato con mano ferrea dai gesuiti. Il più timido e riservato fra i compagni di classe, il giornalista, però, si fa notare rapidamente nel mondo lavorativo della carta stampata, guadagnandosi l’appellativo di “enfant prodige che vive in redazione”.

Della sua vita privata circolano poche informazioni. Fra queste, una risalente al 2017, che lo ha visto legato da una frequentazione romantica alla conduttrice Francesca Fialdini, volto de “Le Ragazze“, in onda su Rai3 dallo scorso 1 ottobre.

All’epoca, a dare la notizia la penna di Alberto Dandolo del settimanale Oggi. Il giornalista, infatti, scriveva che “tutti in Rai sapevano della loro relazione“, versione smentita, poi, dalla stessa conduttrice solamente un anno dopo, etichettandola come una “bella intesa professionale trasformata da una mentalità retrograda e paleolitica” sulle pagine di Grazia.

Al momento, quindi, Orfeo non risulta avere al fianco alcuna donna.

Dall’orientamento politico al ritorno a Repubblica

Fanno giri immensi e poi ritornano“, direbbe qualcuno, leggendo il curriculum di Mario Orfeo. La sua carriera nel mondo dell’editoria periodica, infatti, comincia proprio nella neonata redazione partenopea di Repubblica, già nel 1990.

È grazie al giornale che si trasferisce a Roma per scrivere di sport, finché non arriva a ricoprire la carica di vice redattore capo. Solo l’intervento dell’editore Francesco Gaetano Caltagirone a farlo tornare a Napoli, come direttore del Mattino, in sostituzione di Paolo Gambescia nel 2002.

Nel 2009, invece, inizia la sua avventura in Rai, quando viene nominato direttore del Tg2, su proposta del direttore generale Mauro Masi. La vita sul secondo canale italiano, però, si intreccia e si scontra con la politica. A scatenare le polemiche, alcune critiche di Orfeo all’allora direttore del Tg1, Augusto Minzolini, definendo il telegiornale “filogovernativo” e al partito berlusconiano Popolo della Libertà (PDL).

Il PDL, secondo Orfeo, si sarebbe macchiato di aver voluto dare un indirizzo potenzialmente lesivo alla Vigilanza Rai, che avrebbe impedito “di fare giornalismo a molti professionisti e trasmissioni“. Ma le battaglie politiche non si sono fermate qui.

Nel 2014, a muovere contro il neo-direttore di Repubblica anche Beppe Grillo, leader dei M5s. Il motivo? Un servizio del Tg1 con “solamente” 15 secondi di video messaggio del fondatore del Movimento. Nel mirino di Grillo sia la giornalista Claudia Mazzola, che il conduttore Alberto Matano (che ha introdotto il reportage) e il direttore Orfeo. Per loro i Cinque Stelle avevano chiesto le dimissioni.

In difesa del giornalista napoletano, invece, PD, Forza Italia, SEL, Nuovo Centrodestra e solidarietà da parte delle maggiori testate: La Repubblica e Il Mattino. Due anni dopo, nel 2016 è la volta dell’attacco di Nicola Porro. Il conduttore di Quarta Repubblica ha accusato Orfeo di averlo “scacciato” dal programma Unomattina, evitando di fatto di invitarlo in trasmissione e averne addirittura censurato un intervento a Tv7.

Con la direzione del Tg3, presa nel maggio del 2020, Orfeo diventa il primo giornalista ad aver ricoperto il ruolo di direttore in tutti e tre i telegiornali di casa Rai. La nomina di oggi segna, così, il ritorno ufficiale di Mario Orfeo a Repubblica. Tuttavia, il suo precedessore, Maurizio Molinari, non andrà via dalla testata, ma rimarrà come editorialista.