Riparte la stagione artistica del Teatro di Villa Torlonia con Giovanna D’Arco, in scena, dal 3 al 13 ottobre. Giovanna D’Arco è un’opera scritta vent’anni fa da Maria Luisa Spaziani, poetessa e scrittrice, candidata per tre volte al premio Nobel per la letteratura nel corso degli anni 90. Quest’anno ricorre il decennale della sua morte e, Luca De Fusco decide di riportare in scena la sua opera teatrale. Il Teatro di Villa Torlonia è un edificio del 1841, dove il principe Alessandro Torlonia commissiona la realizzazione all’Architetto Quintiliano Raimondi, per festeggiare le sue nozze con Teresa Colonna
Teatro di Villa Torlonia: Mersila Sokoli è l’attrice protagonista
La protagonista è la giovane attrice Mersila Sokoli. La produzione è del Teatro di Roma con il Teatro Stabile di Catania. Qui, la figura di Giovanna D’Arco appare in scena sotto un’altra luce, in una versione alternativa, in cui la Pulzella D’Orleans non perisce sul rogo ma si salva sposando Robert des Armoise, per poi vivere nel Castello Di Jaulny. Una donna che cambia il mondo, ribellandosi a leggi e convenzioni.
Come fu inventato lo spettacolo? Parla il direttore Luca De Fusco
Luca De Fusco, direttore artistico del Teatro Stabile di Catania e, da gennaio 2024, della Fondazione Teatro di Roma, racconta che “lo spettacolo fu inventato in un bellissimo Castello di Vittorio Veneto, nel 2004, per il Teatro stabile del Veneto. Maria Luisa non lo aveva scritto per il teatro ma aveva dimestichezza con le scene e accettò con entusiasmo l’idea di portare in scena questo suo gioiello. Lo pensammo come un colloquio intimo, quasi sommesso, antiretorico. Quasi come se alcune decine di persone si ritrovassero attorno ad un fuoco ad ascoltare una storia.”
Il connubio teatro – poesia
“Ci ponemmo subito una domanda cruciale: chi è colei che ci parla? Una pazza che si crede Giovanna d’Arco? Il fantasma della pulzella? Lasciammo volutamente nell’ambiguità la risposta. Una volta andati in scena posi più volte la domanda alla Spaziani, che ci seguì al debutto, poi a Venezia e Napoli. All’inizio lei non mi rispose, poi un giorno disse semplicemente che ‘è Giovanna’.” L’opera promette di celebrale il sacro connubio tra teatro e poesia, immergendo lo spettatore in ascolto della leggendaria protagonista, scoprendola in una chiave più intima e introspettiva