E’ arrivato anche in Italia I figli della memoria (Children of Memory) per la casa editrice Fanucci, come era già successo per i due romanzi precedenti della stessa saga. Il libro di Adrian Tchaikovsky, uscito originariamente negli Stati Uniti nel 2022, fa parte di una serie affascinante che esplora l’evoluzione di una civiltà di Portia labiata, una specie di ragni geneticamente modificati, su un esopianeta terraformato. La loro guida è un’intelligenza artificiale basata sulla personalità di uno degli esseri umani coinvolti nel processo di terraformazione.
La trama de “I figli della memoria” di Adrian Tchaikovsky
Quando la Terra ha subito un collasso, vennero lanciate delle astronavi con l’obiettivo di fondare nuovi avamposti umani. Una di queste, l’Enkidu, sotto il comando del capitano Heorest Holt, ha portato il suo prezioso carico umano verso un potenziale nuovo mondo, il pianeta Imir. Generazioni più tardi, questa colonia, pur sopravvivendo, conduce un’esistenza difficile e precaria. Ma la loro situazione cambia quando una specie aliena altamente avanzata, dotata di tecnologie incomparabili, arriva su Imir con l’intento di aiutare i coloni umani. Tuttavia, ben presto emergono dubbi: gli alieni perdono progressivamente la nozione del tempo e i loro stessi ricordi, e ciò li porta a scoprire oscuri segreti legati al pianeta. C’è forse un’altra intelligenza, sconosciuta e terrificante, che gioca con i coloni e gli scienziati? Non tutte le domande trovano risposte semplici, e la posta in gioco potrebbe essere la stessa sopravvivenza della colonia e dell’umanità.
Terzo volume della saga “I figli del tempo”
I figli della memoria è il terzo volume della serie I figli del tempo di Adrian Tchaikovsky, una space opera che abbraccia intere generazioni, diverse specie e ampie porzioni di galassie. Questo capitolo della saga prende i temi introdotti nei libri precedenti e li sviluppa ulteriormente, intrecciandoli e portandoli a conclusioni logiche e profonde. Anche se l’autore non ha escluso di tornare in futuro su questo universo narrativo, questo volume si distingue come una solida pietra angolare della serie.
La narrazione inizia in un modo che potrebbe sembrare familiare: vecchi terraformatori umani cercano di ricostruire una nuova Terra, mentre una moderna specie evoluta viaggia attraverso la galassia alla ricerca di nuove forme di vita. Tuttavia, l’autore introduce sottilmente delle anomalie che fanno sospettare che qualcosa non sia andato come previsto.
Il tono del romanzo è diverso rispetto ai capitoli precedenti: mescola elementi di innocenza, sarcasmo e un ironico pessimismo che lo fa somigliare più a una fiaba, con richiami allo stile di Douglas Adams, piuttosto che a un tradizionale romanzo di fantascienza. La lettura richiede una certa concentrazione, poiché uno dei temi principali è l’identità e il concetto di “io”. I dialoghi e le situazioni esplorano idee complesse, che vengono presentate in modo ricorsivo, rimbalzando tra personaggi di origini differenti e spazi fisici o virtuali.
Mentre nel secondo volume della saga, I figli della rovina, i concetti sembravano prevalere sulla trama, qui la narrazione si conclude con una nota potente e carica di emozioni. Il finale, un concentrato di malinconia e speranza, appare perfettamente coerente, come se non ci fosse altro modo possibile per concludere la storia.
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