L’Argentina è nel pieno delle discussioni sul bilancio per il 2025. Il presidente Javier Milei, in carica dal dicembre 2023, aveva promesso fin dall’inizio del suo mandato drastici tagli al bilancio, una misura che sta generando ampio dissenso. La sua decisione di porre il veto sul finanziamento alle università ha scatenato un’ondata di massicce proteste con preoccupazioni per le gravi ripercussioni sul futuro del sistema universitario argentino.

Proteste in Argentina contro i tagli al bilancio per il 2025

Centinaia di migliaia di studenti, professori e personale delle università pubbliche argentine sono scesi in piazza mercoledì 2 ottobre per protestare contro i drastici tagli all’istruzione previsti dal bilancio. La Camera, ad agosto, e il Senato, il mese successivo, hanno approvato un disegno di legge che prevede aumenti salariali bimestrali per il personale universitario, concessi per contrastare l’inflazione galoppante.

La protesta è esplosa in seguito all’annuncio dell’imminente veto del presidente argentino, Javier Milei, sul disegno di legge che prevede un aumento degli stipendi universitari. Sebbene il veto non sia ancora stato ufficialmente posto, la promessa di Milei è percepita come un attacco diretto alla comunità scientifica ed educativa del paese. La proposta mirava ad aumentare il potere d’acquisto del personale universitario, che secondo l’Università di Buenos Aires, ha visto un calo di circa il 40 per cento da dicembre scorso a causa dell’inflazione.

Le tensioni con il settore accademico hanno raggiunto un nuovo picco con questa seconda grande manifestazione di massa contro i tagli all’istruzione superiore. Ciò avviene dopo l’ondata di simili proteste dello scorso aprile. In quell’occasione, il governo non aveva aumentato gli stipendi del personale universitario, limitandosi a compensare solo i costi operativi delle università, lasciando in sospeso le richieste salariali.

Milei tra tagli drastici e crisi economica

All’inizio del mandato di Milei, il 10 dicembre 2023, alcuni analisti vedevano nelle sue misure drastiche un possibile rimedio per risollevare l’economia argentina. Milei ha scelto di ridurre al minimo la spesa pubblica e ha svalutato il peso argentino di circa il 55 per cento. Tuttavia, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (Indec), questa politica ha avuto un impatto pesante sulla popolazione: nella prima metà del 2024, il 52 per cento degli argentini viveva al di sotto della soglia di povertà con un aumento dell’11,2 per cento rispetto al semestre precedente.

Nonostante un leggero miglioramento del bilancio, gli stipendi continuano a crescere lentamente in termini reali. L’Argentina sta attraversando una profonda crisi economica con l’inflazione che ha raggiunto il 236,7 per cento nei 12 mesi fino ad agosto. Le proposte di legge per aumentare i salari in vari settori, dai trasporti all’università, sono al centro del dibattito. Il presidente ha imposto un veto sulle pensioni dopo che i parlamentari non sono riusciti a ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria per annullarlo. Ora, nel settore universitario, si teme che si possa ripetere un simile scenario.